11 dicembre, la FLC proclama lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori della conoscenza

Le lavoratrici e i lavoratori che operano nei settori della conoscenza e l'intero sistema di istruzione, formazione e ricerca sono al centro di una gigantesca operazione di riduzione delle risorse e di tagli al personale. Il lavoro viene mortificato e vengono ridotti gli spazi di contrattazione. Si pregiudica, in questo modo, il diritto universale dei cittadini all'accesso all'istruzione e alla formazione, sancito dalla nostra Costituzione.

Le lavoratrici e i lavoratori che operano nei settori della conoscenza e l'intero sistema di istruzione, formazione e ricerca sono al centro di una gigantesca operazione di riduzione delle risorse e di tagli al personale. Il lavoro viene mortificato e vengono ridotti gli spazi di contrattazione. Si pregiudica, in questo modo, il diritto universale dei cittadini all'accesso all'istruzione e alla formazione, sancito dalla nostra Costituzione.

Vista la gravità della situazione, il Comitato direttivo nazionale della FLC Cgil, nella riunione del 17 novembre, ha assunto la decisione di proclamare uno sciopero generale di tutti i settori della conoscenza per l'11 dicembre.

Queste, in sintesi, le principali motivazioni dello sciopero:

  • i tagli di risorse e la riduzione di personale nei comparti della conoscenza per effetto della legge 133/08;
  • l'insufficiente stanziamento previsto per i prossimi rinnovi contrattuali;
  • i progetti di riordino che mirano allo smantellamento del sistema pubblico di istruzione e formazione e la riorganizzazione degli enti pubblici di ricerca.
  • la mancanza di un piano organico per la stabilizzazione del personale precario;
  • i contenuti del decreto legislativo in materia di pubblica amministrazione che riduce gli spazi di democrazia, le garanzie e le tutele per i lavoratori;
  • la richiesta di chiusura in tempi rapidi dei contratti 2006-2009 del comparto AFAM e dell'Area V dei dirigenti scolastici.

Su questi contenuti, la FLC Cgil chiede un impegno straordinario a tutti coloro che non si rassegnano a vedere calpestato l'enorme patrimonio di saperi e competenze del nostro Paese.

Roma, 17 novembre 2009