ANIEF Comunicato nazionale - 09/12/2024

Roma 09.12.2024
Prot. n. 36/2024

COMUNICATO AL PERSONALE EPR

LEGGE DI BILANCIO, DISEGNI DI LEGGE E RINNOVO DEI CCNL
L’EVIDENZA DI UN PAESE IN RAPIDO DECLINO
... E LA RICERCA PUBBLICA NON HA SCAMPO

 

Le difficoltà del Paese sono note ormai da tempo. Negli ultimi decenni il mondo del lavoro ha pagato un pesante dazio, fortemente subito anche dal settore della Ricerca Pubblica.

In questi ultimi mesi, poi, sembra scatenarsi una “tempesta perfetta” che somma interventi normativi specifici proposti in alcuni Disegni di Legge, particolari norme in Legge di Bilancio nonché una insufficiente disponibilità di risorse per il rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro.

La Legge di Bilancio ripropone tagli alle risorse a disposizione delle amministrazioni, mettendo in grossa difficoltà istituzioni già in grande sofferenza e, come se non bastasse, prevede una riduzione del turn-over e la contestuale introduzione di ipotesi di trattenimento in servizio sino a 70 anni!

Con alcuni disegni di legge specifici si intende invece ridurre l’accesso al lavoro a tempo indeterminato attraverso l’istituzione di nuove forme di precariato (vedi DDL 1240). Ovvero, come previsto dal DDL 1192, si delega il Governo ad intervenire anche nel settore della Ricerca, ipotizzando un riordino della normativa con particolare riferimento allo stato giuridico ed economico del personale, all'attività di ricerca, alla sua programmazione e valutazione, alla qualificazione e al reclutamento del personale tecnico-amministrativo e della ricerca. Se le ipotesi allo studio del Governo dovessero prendere spunto da quanto proposto dall’ARAN nel corso del precedente rinnovo del CCNL, inevitabilmente e drammaticamente andrebbero a creare le condizioni per cancellare definitivamente le specificità della Ricerca Pubblica.

Le incongruenze sono molte e palesi.

A poco vale rimarcare il ruolo della ricerca scientifica per lo sviluppo sociale ed economico del Paese. Tale evidenza, spesso banalizzata da almeno un paio di decenni in uno sterile dibattito pubblico e politico, si scontra poi con la dura realtà della compressione sistematica dei salari: questo è quanto emerge nell’ultimo Rapporto del Censis in generale per tutto il Paese, questo è quanto denunciano i Sindacati di fronte alle risorse stanziate per il rinnovo del CCNL, che al momento coprono solo un terzo dell’inflazione del periodo di riferimento. Ed ancora, si continua a minare le garanzie e le prospettive di stabilità lavorativa e non si impiegano risorse per la creazione e l’ammodernamento delle infrastrutture di ricerca. Non si vuole nemmeno avviare una riflessione sul modello organizzativo della ricerca italiana, per renderla capace di attrarre maggiori investimenti e su come rendere più agevoli i meccanismi di affidamento dei progetti di ricerca, come normalmente avviene all’estero.

Per chi vuole avvicinarsi alla ricerca si prospettano 10/15 anni di precariato, che sommati agli anni di studio e perfezionamento si traducono, nella migliore delle ipotesi, in un ingresso strutturato nel mondo del lavoro intorno ai 40/45 anni.

Come da tempo sosteniamo, é intrinsecamente debole una ricerca strutturalmente precarizzata e incapace di dare opportunità ai giovani. In questo contesto, appare grave la posizione assunta dal CNR in occasione dell’audizione in Senato sul DDL 1240, nel corso della quale la rappresentanza dell’Ente ha pienamente condiviso i contenuti del disegno di legge che moltiplica le forme di precariato! Risulta incomprensibile come per un verso il maggiore Ente di ricerca italiano appoggi misure che incrementano la precarietà e contemporaneamente riduca gli spazi riservati ai processi di tenure track e stabilizzazione.

L’unica risposta plausibile è che i Governi e vertici delle istituzioni abbiano come reale obiettivo quello di mantenere una precarizzazione sistematica del mercato del lavoro, nella pubblica amministrazione e quindi nella ricerca pubblica.

Su questi temi abbiamo presentato una serie di emendamenti volti a modificare i contenuti delle norme e chiesto di eliminare i tagli a settori che già hanno a disposizione risorse insufficienti. Continuare a parlare dell’importanza della Ricerca per il rilancio del Paese e contestualmente tagliare risorse è un paradosso non più accettabile.

Anche in considerazione dell’importanza strategica e della specificità del nostro settore, chiediamo al CNR e a tutti i vertici degli EPR di intervenire sul DDL 1240 in senso opposto a quanto sinora fatto, sostenendo le nostre proposte di espungere gli EPR dai destinatari del provvedimento, completare i processi di stabilizzazione in corso e attuare un modello di reclutamento fondato sull'assunzione a tempo indeterminato. Contestualmente chiediamo di intervenire con decisione per rimuovere i vincoli all’utilizzo delle risorse messe a disposizione delle leggi di bilancio per il personale Tecnico e Amministrativo e non tergiversare ulteriormente sull’utilizzo delle graduatorie esistenti relative alle progressioni di livello per Tecnici, Amministrativi, Ricercatori e Tecnologi.

Da queste decisioni dipende molto del futuro dei nostri settori.

La Segreteria Nazionale
ANIEF EPR