[Articolo33] Newsletter 15 Ottobre 2019

newsletter articolo33 n.9 2019

 

Voto utile

La strategia di establishment/confederali, con un'apparentemente strana convergenza di intenti, appare ormai chiara e riassumibile in una parola d'ordine : frammentare il voto. Frammentare per riuscire ad andare al ballottaggio dove poi, poco importa chi sara' il candidato. Proprio come 4 anni fa quando i confederali avevano operato un'anomala convergenza sull'ex DG, i poteri forti convergeranno per cercare di evitare altri 4 anni di sofferenza.

Altri 4 anni in cui le cordate che si accaparrano e spartiscono i progetti top-down o la parte premiale del FOE saranno ancora messi alle strette.

Altri 4 anni in cui quei sindacalisti, che ai confronti arrivano con la lista dei propri protetti, dovranno fare i conti con un controllo dei "pizzini" in CdA.

Altri 4 anni in cui chi per anni ha gestito l'edilizia del CNR dovra' fare il conto con un controllo certosino di locazioni, acquisti e manutenzioni.

Altri 4 anni di quotidiana richiesta di concorsi di progressione di carriera, su cui il CNR e' inadempiente e su cui le parti che dovrebbero interessarsene sono stranamente silenti.

Un 'aria di restaurazione soffia nei vuoti corridoi di P.le Aldo Moro per riportare in auge la vecchia dirigenza, quella molto sensibile al richiamo della triplice come molto accondiscendente ai potentati interni ed esterni.

A questo punto vi chiediamo di non frammentare il voto su candidate/i che, pur animate da una genuina attenzione alle problematiche che affliggono l'Ente, appaiono oggi velleitarie nella tempistica e nell'assenza di un reale pregresso impegno.

Esse potranno rappresentare una risorsa futura, ma adesso occorre concentrare il voto sull'unico candidato che appartiene alla rete della Ricerca e che dopo 4 anni di Consiglio di Amministrazione vi appartiene sempre di piu' senza essersi fatto "contaminare" dalla frequentazione con i luoghi del potere.

 

 
 
Gli incredibili
Far circolare in modo diretto e senza fronzoli opinioni e fatti su alcuni candidati (link) ha provocato un diffuso turbamento tra i candidati interessati.

Constatiamo innanzitutto che, come era scontato, nessuno dei fatti riportati e' stato smentito, ne' poteva essere diversamente (supporto dei sindacati a Fantini e Falcone (link1, link2); opposizione a proposte qualificanti emerse dalla rete nel gruppo ROF, a partire dalla consulta del personale (link), passando alla difesa strenua degli stipendi dei direttori da parte di Falcone, modalita' di ingresso nel CNR non concorsuale e direttamente al II livello di Fantini a pochi anni dalla laurea).

Non si tratta di attacchi personali, come gli interessati hanno asserito: si tratta di fatti strettamente correlati alla loro vita lavorativa nel CNR, non certo a quella personale, e funzionali a dimostrare il loro essere espressione di un sistema consociativo che ha (mal)governato l'Ente. Pertanto e' assolutamente giusto e corretto che gli elettori le conoscano assieme ad i loro programmi.

La storia remota invocata da Falcone, peraltro sconosciuta ai piu' in un CNR largamente rinnovato, e' oscurata da una mutazione recente in senso pro-sistema, non nuova ai colleghi che assumono l'incarico di direttore. Endorsers illustri come Dalla Chiesa e Marino, completamente avulsi dal CNR, non sono che la foglia di fico che nasconde l'appoggio di personaggi che hanno fatto la storia negativa dell'Ente e di cui ancora si pagano le conseguenze (Nicolais e Giorgio Rossi, per citarne un paio).

La non confutata pubblica sponsorizzazione di Fantini e Falcone da parte di alcuni sindacati e' purtroppo un'indebita invasione di campo nell'unico reale momento di autogoverno del personale, una confusione di piani che molte responsabilita' ha nel modello consociativo che ha lungamente imperversato nell'Ente ed e' stato messo piu' volte alle strette negli ultimi 4 anni. Sorprende che ancor oggi occorra rimarcare la natura profondamente diversa del ruolo di rappresentante in CdA da quello di rappresentante sindacale.

Entrando comunque nel merito, i confronti tra i candidati hanno evidenziato con chiarezza le differenze programmatiche esistenti e come le idee di questi candidati esprimano con naturalezza l'affinita' col sistema che ha generato le loro candidature. Dai distinguo del paladino dell'autonomia senza autogoverno, propagandata da un Falcone troppo timoroso di dare al personale la scelta del proprio presidente e del proprio direttore, al qualunquismo di un Fantini con la sua visione di un Ente di ricerca che nega la centralita' della ricerca nel, vano, tentativo di intercettare il voto di tecnici e amministrativi. Senza dimenticare la candidata Motta che, avulsa dal mondo della ricerca, ingenuamente rivendica una presunta vicinanza a "Lorenzo" (Fioramonti, NdR), nel tentativo di intercettare il voto dei ricercatori stabilizzati, dimenticando che il ruolo di rappresentante cui si candida deve interpretare tutte le sensibilita' presenti, dimenticando chi davvero si e' battuto per l'estensione della stabilizzazione ai profili misti ed ibridi e fatto circolare le liste degli aventi diritto, senza riserve per amici e iscritti di turno.

A guardarla con distacco, non puo' che apparire incredibile che con queste circostanze i colleghi candidati si adombrino se noi, semplicemente allineando i fatti, ne mostriamo la mancanza di credibilita' come rappresentanti del personale (e non rappresentanti sindacali, dell'establishment o del ministro di turno).

Credibilita' che invece riteniamo abbia mostrato, nel modus operandi e nella visione della gestione della ricerca, il rappresentante uscente di cui ricordiamo, a titolo di esempio, il recente risultato di aver costretto il MIUR, con una segnalazione all'ANAC, a fare i bandi sui fondi FISR dopo decenni di attribuzioni opache e senza bando.