[Articolo33] Newsletter 8 giugno 2020

 

Un vero ricatto: diritti contro soldi

Come qualificare diversamente l'incredibile giravolta dell'Amministrazione Centrale che, dopo aver giurato e spergiurato che il buono pasto non poteva essere erogato in modalità di lavoro agile, mal interpretando per dolo o incompetenza inesistenti direttive del Governo, ha riconosciuto il buono pasto retroattivamente dal 1 aprile? Non si tratta infatti di un tardivo quanto opportuno ripensamento ma di un inqualificabile baratto.
Davanti a questo ricatto, la risposta dell'assemblea del personale è stata quella di proseguire lo sciopero della mancata compilazione dei flussi perché le ragioni alla base si sono rafforzate dopo l'accordo.
Ma oltre a invitare alla prosecuzione della protesta, va esercitata la tutela dei propri diritti. Il buono pasto é un diritto dei lavoratori, senza distinzione di livello e mansioni, espressamente previsto dalla legge per chi è in smart working e nessun accordo può escluderne o limitarne la fruizione (art.20 d. Lgs.81/17).

Articolo 33 offre completa e gratuita copertura legale (sarebbe gradita in cambio un'iscrizione che, ricordiamo, costa la folle somma di 0,05 euro al mese) per coloro i quali intendono avviare un'azione legale, ottenendo così anche i buoni pasto del mese di marzo.

Invitiamo tutti i Ricercatori e Tecnologi indipendentemente dal fatto che abbiano o meno autocertificato la propria attività fuori sede e in vista dell'azione legale, ad inviare alla propria amministrazione una dichiarazione ai sensi dell' art. 5 comma 6 del CCNL 1998-2001 di aver svolto attività lavorativa superiore alle 6 ore per i giorni per cui si richiede l'attribuzione del buono pasto (cf. modello allegato).

Invitiamo poi tutto il personale che intende avviare l'azione legale ad inviare un email a : ufficiolegale@articolo33.it

Consigliamo inoltre a tutti i Direttori e Responsabili di struttura di trasmettere all'amministrazione centrale la richiesta dei dipendenti afferenti a tali strutture, per evitare una pesante condanna alle spese come avvenuto nel caso del collega di Bologna illegittimamente sanzionato, il cui direttore è stato condannato al pagamento di 25.000? di spese legali. (continua a leggere)