Che succede al CNR? disegno di legge di bilancio

Care Colleghe, Cari Colleghi, Gentili Direttori di Istituto, Gentili Direttori di Dipartimento, Gentili Dirigenti dell'Amministrazione Centrale, Gentili Responsabili di unità, Cari componenti dei CDI, Cari componenti eletti nei Consigli Scientifici di Dipartimento, e nei Comitati di Area, Gentili eletti nel Consiglio Scientifico, Gentili rappresentanti delle OoSs, vi invio la presente con preghiera di diffusione e discussione a/e con tutto il personale. 

Che succede al CNR? il disegno di legge di bilancio

Come molti di voi sapranno ieri è stata diffuso il disegno di legge di bilancio 2022 ( PDF version in allegato). Il CNR è interessato, assieme agli altri EPR, dall’articolo 99, in particolare dal comma 1b/1c per quanto riguarda la valorizzazione del personale e dall'intero art.100 (Piano di riorganizzazione e rilancio del Consiglio Nazionale delle Ricerche – CNR). Scorrendo i contenuti mi è venuta in mente la parola “fiducia”. Esprime fiducia la decisione di investire sul nostro Ente, in modo costante nel tempo,  in aggiunta agli interventi per la valorizzazione del personale. È, inoltre, ragionevole che, a fronte di un finanziamento consistente, il soggetto finanziatore preveda strumenti di controllo (Superadvisory Board). Ciò che sembra esprimere una fiducia minore è il disposto dell’art. 100 comma 3 e 4:

Il piano di cui al comma 1 è adottato previo parere favorevole del comitato di cui al comma 2 (Superadvisory Board) ed è approvato con decreto del Ministro dell'università e della ricerca di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, in deroga alle disposizioni, normative e statutarie, che prevedono, in relazione alle specifiche misure previste dal piano, altri pareri, intese o nulla osta, comunque denominati.

Credo che la importanza dei pareri dei ministeri citati non debba sminuire la rilevanza dei pareri soprattutto dei nostri consigli scientifici, delle giunte dei Direttori e dei CdI.

La riforma è un'occasione certamente. La possibilità di intervenire sullo Statuto e sulla organizzazione potrebbe essere significativa nel senso anche di un aumento della partecipazione alle decisioni e delle rappresentanze interne negli attuali o in nuovi organi statutari. Tutto ciò sarà possibile SOLO se i ricercatori, i tecnologi, i tecnici e gli amministrativi dell’Ente potranno dare un contributo concreto ed ascoltato. Una partecipazione a sostegno di un CNR certamente dinamico, ma RIGOROSAMENTE PUBBLICO ed UNITO. Considereremo inaccettabile ogni riforma o rilancio che tenda ad una privatizzazione (la tentazione fondazione emerge periodicamente) o ad uno spacchettamento come quello tentato nottetempo con gli Istituti del Mare e l'Istituto Polare. 

in ogni caso, sono convinto che la Presidente adotti una metodologia inclusiva nella individuazione delle linee del Piano di riorganizzazione e rilancio, considerando la collegialità degli organi statutari, in particolare il CdA ed il Consiglio Scientifico. Testimonianza ne da il fatto che la Presidente ha messo in atto rapidamente, in particolare per quest'ultimo, le operazioni necessarie per costituirlo.

Credo, inoltre, necessaria l'immediata discussione negli Istituti, nei Consigli Scientifici, del disegno anche per far emergere proposte sia in questa fase di approvazione, sia nella fase attuativa. Nella fase di approvazione, ad esempio, potrebbe essere chiarita la possibilità di prevedere una rappresentanza interna CNR al Board ed una restituzione di valore ai nostri organi statutari (per uno dei quali abbiamo appena eletto i nostri rappresentanti) e a tutti gli altri consessi, previsti dallo statuto e dai regolamenti, chiamati ad esprimere pareri. Occorre anche una riflessione sul comma 4:

Ai fini della predisposizione del piano di cui al comma 1, il presidente del CNR, nonché il comitato di cui al comma 2, si avvale anche di soggetti esterni alla amministrazione al fine, in particolare, di esaminare la consistenza economica e patrimoniale, lo stato dell'organizzazione, la consistenza dell'organico e il piano di fabbisogno, la documentazione relativa alla programmazione e alla rendicontazione scientifica nonché alla programmazione economica e finanziaria.

Credo che il termine “anche” possa suggerire l'utilizzo soprattutto di risorse, uffici, strutture, gdl interni. Se è comprensibile un intervento terzo, e limitato nel tempo, per la due diligence e il posizionamento strategico, sono convinto che lo stato dell'organizzazione, la consistenza dell'organico e il piano di fabbisogno, la documentazione relativa alla programmazione e alla rendicontazione scientifica nonché alla programmazione economica e finanziaria, siano attività che l'Ente può (deve) condurre con le sue persone e competenze. Auspico quindi una interpretazione adeguata di quell’”anche”.

Abbiamo una occasione davanti. Occorre far comprendere ai decisori che, considerando le nostre competenze, è vitale che possiamo partecipare allo sviluppo di un Piano che riguarderà non solo la organizzazione del nostro lavoro, la nostra valorizzazione, ma soprattutto lo sviluppo del Paese.

L’art. 99 ha come elemento fondamentale la valorizzazione del personale negli EPR. Nel caso dei ricercatori e tecnologi si norma la messa ad esaurimento del profilo RIC/TEC di terzo livello. Ciò attraverso selezioni per PR/PT, Bene!, ma…perché le commissioni devono essere di soli esterni?. All'università non mi sembra ciò accada. Anche in questo caso la metodologia può essere duplice. Nella attuale fase di proposta intervenire con un correttivo togliendo il riferimento non  ad un obbligo, ma alla possibilità  di scegliere commissari  “esterni” esperti nelle materie a concorso. In fase attuativa, ad esempio, attraverso modifiche regolamentari, si potrebbe indicare una prevalenza di esperti esterni provenienti solo da altri EPR. Bene anche il finanziamento per il personale tecnico amministrativo vista la relativa sofferenza di tutti gli Enti, in termini di valorizzazione e reclutamento.

L'essere di fronte ad un cambiamento che sarà condotto in modo repentino, deve spingere alla soluzione delle situazioni pregresse:

la valorizzazione del personale ricercatore e tecnologo: la questione art.15, la sorte degli idonei, deve essere affrontata con immediatezza, facendo ogni sforzo, per ampliare la platea, considerando le idoneità. Le obiezioni formali, Il CCNL non lo prevede, le sentenze lo escludono, non possono non tener conto della anomalia di 10 anni senza concorsi. Inoltre è necessario avviare una programmazione che scandisca tempi, modalità, requisiti (forniti ex ante), risorse e strumenti relativi alla corretta applicazione del CCNL per le progressioni di carriera.

la valorizzazione del personale tecnico – amministrativo: in estrema sintesi, ad esempio, l’art.54, 53,52,42?

il superamento del precariato: come, con gentile determinazione, ha detto una collega precaria di Bologna, occorre concludere il percorso iniziato e, allo stesso tempo, definire nuovi percorsi che evitino la creazione di sacche di precariato, consentendo un accesso più lineare alla carriera,

l'innalzamento della soglia del reclutamento a TD: al fine di garantire maggiore serenità al personale e per essere pronti pienamente alle sfide prossime (prima di tutte il PNRR).

Vi sottraggo un po' di tempo ulteriore per una breve riflessione sull’imminente rientro generale sui luoghi di lavoro.

il rientro ed il green pass e lavoro agile. Da tecnologo mi occupo di supporto anche a ricercatori in ambito biomedico, ma, come è noto, non sono uno scienziato, e non sono neanche un costituzionalista, ma credo nelle Istituzioni scientifiche, nella loro capacità di reperire i dati, di elaborarli e soprattutto nella loro libertà ed onestà nel porgerli ai decisori politici. Quindi sull'efficacia dei vaccini non ho dubbi. Registro che c'è una norma che impone il Green Pass per il rientro al lavoro (ricordo che gli operatori sanitari hanno l'obbligo del vaccino). Non credo sia in corso un attacco alla democrazia, ma osservo un attacco alla scienza, alla ricerca, alla sanità che, comunque e giustamente, assiste tutti coloro che richiedono cure (vaccinati e non). Non credo, inoltre, nella scienza dei post sui social network. Ciò per chiarezza tra noi e soprattutto tra me ed i colleghi (laddove ve ne fossero) che manifestino dissenso sulla efficacia dei vaccini, sull’utilizzo dei dispositivi individuali di protezione e sul Green Pass.

Ciò detto, è arrivata una nota del DG che applica la norma e prevede, al netto di alcune eccezioni, un rientro immediato e generalizzato, impegnando gli Istituti, uffici ed unità ed in particolare i Direttori (e colleghi incaricati) alla gestione dei flussi. La norma è la norma certamente, ma l'assunto del “pater familias” e un utilizzo dei nostri margini di autonomia potrebbe suggerire prudenza ed una graduale applicazione della legge. Si potrebbe prevedere un transitorio (rientro al 50%+1  ad esempio) considerando la diversità delle nostre strutture sul territorio, la peculiarità del nostro rapporto di lavoro che, assieme agli adempimenti normativi per il lavoro agile, possono rappresentare la chiave di volta organizzativa sia per superare le difficoltà e i rischi attuali, sia, in generale, per una nuova organizzazione del lavoro. Posso testimoniare che l’assunto lavoro agile – non lavoro non corrisponde alla verità. Sono convinto che, a prescindere dal luogo, chi lavora, lavora sempre, chi non lavora non lavora mai. Credo anche che una nuova organizzazione del lavoro debba avere come cardine la ricerca di strumenti, occasioni che salvaguardino il nostro essere comunità.

Un abbraccio fraterno a tutte e a tutti.

Nicola

 

Nicola Fantini
ELSE EEN Coordinator
Consiglio Nazionale delle Ricerche- Direzione Generale - Consiglio di Amministrazione
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00185 Roma
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