CISL - Comunicato al personale - Quale futuro per Ricercatori e Tecnologi?

                             

 
QUALE FUTURO PER RICERCATORI E TECNOLOGI?

Modificare il disegno di Legge sul reclutamento di R&T e ampliare l’utilizzo dell’art. 15:
non permetteremo che vengano mortificate le aspettative di carriera di chi opera nella Ricerca Pubblica!

 

Desta preoccupazione il Disegno di Legge , in materia di reclutamento dei ricercatori nelle università e negli EPR, recentemente assegnato alla 7a Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) in sede redigente il 24 giugno 2021 (Atto Senato n. 2285).

In particolare con l’art. 6, vengono previste ulteriori modalità di immissione in ruolo rispetto alle procedure concorsuali ordinarie e all’art. 12 bis già inserito nel DL 2018/2016 (tenure track per i titolari di contratto a tempo flessibile operanti in progetti di ricerca finanziati, da immettere in ruolo, al III livello, dopo tre anni di esperienza nell’ente previo superamento di procedure selettive riservate per titoli e colloquio, riservate per il 50 % delle risorse assunzionali).

Al comma 1, si prevede, infatti, con l’introduzione dell’art. 12 ter al DL 2018/2016, il ricorso alla stipula di contratti a TD per T&T III liv., della durata di 7 anni, trasformabili, a partire dal terzo anno, a TI con inquadramento al II liv. Al comma 3, viene data la possibilità, da parte delle università, di assumere con chiamata diretta, ai fini dell’inquadramento nel ruolo di professore associato, i titolari di contratto per ricercatore TD, in servizio da almeno tre anni presso EPR e in possesso dell’abilitazione nazionale.

Tali ultime innovazioni non rappresentano per la FIR CISL un’adeguata risposta al problema del reclutamento del personale degli EPR (non si rileva, infatti, una reale reciprocità tra Università e EPR), né un modo per evitare il riproporsi del fenomeno del precariato, né tantomeno una formula che garantisca la valorizzazione del personale che già opera nella ricerca pubblica.

La problematica dell’anomala permanenza di ricercatori e tecnologi al livello di accesso iniziale sta assumendo dimensioni non più sostenibili, con percentuali superiori al 75%, così come altrettanto inaccettabile risulta la carenza di personale nelle posizioni apicali: tali criticità non hanno trovato adeguata soluzione nella recente applicazione dell’art. 15 al CNR, stante i troppo esigui posti messi a bando rispetto alla platea del personale avente diritto.

L’utilizzo di tale istituto contrattuale, da sempre rivendicato dalla FIR CISL, rappresenta senza dubbio una grande conquista per dare seguito alle legittime aspettative di crescita professionale di ricercatori e tecnologi del CNR e di tutti gli Enti e Settori del comparto Ricerca, a patto che, nell’immediato futuro, venga utilizzato con cadenze certe e risorse adeguate. Parallelamente, siamo in prima linea per promuovere fin da subito l’ampliamento dello scorrimento delle graduatorie esistenti, anche attraverso l’utilizzo delle risorse derivanti dal fatto che, per la stragrande maggioranza dei bandi, la decorrenza giuridica ed economica dei vincitori è slittata di un anno.

Fermamente convinti che i temi relativi al reclutamento del personale e alla sua valorizzazione debbano essere discussi quanto prima possibile con il Ministro, ci impegneremo con determinazione affinché concrete soluzioni vengano individuate già nell’ambito delle attività che ci vedranno protagonisti nel prossimo rinnovo contrattuale.

Roma, 30 giugno 2021
Per il Coordinamento CNR