Di Ivan Duca - USI RDB Ricerca
Tutti i meccanismi del Cnr che funzionano, sembrano destinati alla rottamazione nel segno dell'innovazione o presunta tale.
Così, per la volontà di pochi, e senza nessuna consultazione tra il personale, nell'Ente si continua a perseguire l'obiettivo di sostituire l'attuale meccanismo per il rimborso diretto al dipendente delle spese sanitarie, sotenute nel proprio nucleo familiare, con una polizza assicurativa sanitaria i cui benefici difficilmente si intravedono.
Perchè consegnare 2 milioni e mezzo di euro ad un'assicurazione dovrebbe meglio garantire i dipendenti rispetto all'equo meccanismo di rimborso fino a oggi attuato?
Appare davvero difficile condividere l'idea che le assicurazioni siano delle opere di beneficienza, pronte a garantire vantaggi agli assicurati, senza alcun tornaconto.
Ma a fronte di queste semplici considerazioni, non si possono non esprimere forti perplessità in merito agli asseriti benefici che la stipula di una polizza assicurativa potrà garantire al personale, in sostituzione dell’attuale meccanismo che, come noto, prevede il rimborso diretto al dipendente del 50% delle spese sanitarie ordinarie sostenute nell’anno.
Sarebbe stato utile magari migliorare e integrare l'attuale sistema interno, anche in considerazione che l'importo finora previsto per i benefici assistenziali sanitari pari ad € 1.300.000,00 ha permesso il rimborso della totalità delle domande pervenute nel 2009 (circa 4.500) fino al tetto massimo di € 1.200,00 cadauna.
Oggi, con la disponibilità di uno stanziamento previsto per la polizza sanitaria di € 2.500.000,00 annui, si potrebbe destinare tale somma per elevare il tetto di spesa medica ordinaria massima pro-capite ad € 2.500,00 per dipendente; si potrebbe, inoltre, eliminare la "franchigia" di importo minimo attualmente presente (pari a 258,00 euro), in modo da rimborsare anche le piccole spese. Si potrebbero, altresì, prevedere risorse per le spese mediche straordinarie (interventi chirurgici specialistici e d'urgenza, ecc.).