CNR: assemblea 16 giugno, guerra e pace, e vita quotidiana

 
Care tutte e cari tutti,
il 16 giugno abbiamo vissuto un momento importante. L’assemblea che ha visto protagonisti i Consigli d’Istituto è stato - spero vivamente - il primo atto di un rinnovato impegno di tutte e tutti noi per il CNR e per il Paese. Un impegno legato alla nostra attività quotidiana, certamente, ma anche al contributo che possiamo (e credo dobbiamo) dare alla discussione pubblica su temi fondamentali. (mi piace informarvi che i precari uniti dell'Area della Ricerca di Bologna, assieme ai CdI e alla RSU, ha organizzato una assemblea per il personale, durante la quale abbiamo affrontato temi diversi e che l'Area della Ricerca di Firenze sta organizzando un altro evento nei prossimi mesi). Sarebbe davvero un bel risultato se riuscissimo ad organizzare tutte e tutti insieme, almeno una volta l'anno, "Gli Stati Generali del CNR", come momento di sintesi di un lavoro svolto nelle diverse sedi dell'Ente (Istituti, Aree, Uffici della SAC), dal quale: fare emergere proposte utili al miglioramento della attività di ricerca, di supporto alla ricerca, tecnica e amministrativa che, quotidianamente svolgiamo. 
L’ allegato 01PDF version riporta il resoconto della giornata, redatto dai colleghi e dalle colleghe che hanno svolto il ruolo di moderatore dell’evento.
Vorrei sottolineare un passaggio del documento:
“E non è mancata neanche una riflessione generale sul ruolo della ricerca. In un contesto globale segnato da una profonda crisi geopolitica, che ha evidenti ricadute anche sul mondo della scienza, i ricercatori del CNR hanno ribadito la necessità di mantenere alta l’attenzione sull’impatto sociale ed etico della ricerca. In particolare, è emersa la consapevolezza delle possibili applicazioni belliche dei risultati scientifici, e la conseguente responsabilità della comunità scientifica nel promuovere un uso della conoscenza finalizzato alla pace e al bene comune. È in questa direzione che si inserisce la recente costituzione del Tavolo permanente sulla pace, uno spazio di riflessione e proposta voluto dalla base del CNR, come segno tangibile dell’impegno etico del mondo della ricerca pubblica”.
A tal proposito, vi allego un risultato dell’attività del Tavolo permanente per la Pace (allegato 02PDF version), dal titolo “Manifesto sulla Scienza e il Dialogo per la Pace del Cnr”. Come ricordato in assemblea, il documento è stato prodotto da un gruppo di lavoro nell’ambito del Tavolo, raccogliendo e facendo sintesi degli spunti emersi nelle riunioni plenarie. Nei mesi scorsi è stato sottoposto all’attenzione del CdA  per un approfondimento che - per motivi diversi- non ha avuto luogo. Nel frattempo, ritengo opportuno condividerlo con tutte e tutti voi, come strumento di confronto. In particolare, chiedo ai Consigli di Istituto, e a tutte e tutti voi, di stimolare la discussione in tutte le sedi, per comprendere e sottolineare il ruolo della ricerca e della diplomazia scientifica (e in particolare del CNR) nella prevenzione e composizione dei conflitti, e nella costruzione di un futuro di pace per l’umanità e il pianeta che la ospita. L’obiettivo è acquisire, come comunità, una posizione rispetto al tema della Pace.
Alcuni colleghi ricercatori e tecnologi hanno promosso un documento (prima firma Leonardo Pica Ciamarra di CNR ISPF), nel quale dichiarano la loro “ferma indisponibilità a prestare la nostra collaborazione intellettuale e scientifica - a qualunque livello - a iniziative che implichino, anche in modo indiretto, destinazioni belliche”. Laddove foste interessate/i contattate Leonardo e gli altri colleghi firmatari al link https://t.me/+IEFJkQ6Mmto2ZjJk.
Se il Tavolo della Pace propone un approccio di Ente alla questione e si propone come luogo di sintesi, il documento in questione si concentra sulle scelte dei singoli. Sono approcci assolutamente complementari, che meritano di essere discussi e approfonditi, traguardando un sempre maggiore impegno nel coniugare Scienza ed Etica della Ricerca.
Nel contempo, sono molto felice che – in questi giorni - oltre 180 colleghi abbiano chiesto di aderire al Tavolo permanente per la Pace.
Di fronte a questa mobilitazione e ai numeri in campo, stiamo ragionando su un modello di comunicazione agile, che superi la mailing list usata finora. Inoltre, devo verificare se la delega al coordinamento che ho avuto dalla Presidente Carrozza sia ancora valida. L'occasione è, però, utile per costruire, insieme, un sistema diffuso di discussione su questi temi.
Pertanto chiedo inoltre ai CdI, ai Presidenti e comitati di Area, e alle Direzioni di Istituto di farsi parte diligente – ovviamente nel rispetto della libertà di tutti - per creare Tavoli sui diversi territori che si occupino di questi temi.
Ovviamente, la discussione non può prescindere dai principi costituzionali e da ciò che è riportato nel nostro Statuto all’articolo 2: “Il CNR, quale ente pubblico nazionale di ricerca con un ruolo centrale di riferimento e valorizzazione delle comunità tematiche e disciplinari in ambito nazionale, in un quadro di cooperazione e integrazione europea, ha il compito di svolgere, promuovere, e valorizzare ricerche nei principali settori della conoscenza, perseguendo l’integrazione di discipline e tecnologie; di trasferirne e di applicarne i risultati per lo sviluppo scientifico, culturale, tecnologico, economico e sociale del Paese e di fornire supporto tecnico-scientifico agli organi costituzionali e alle amministrazioni pubbliche”.
Nei giorni scorsi le cronache hanno offerto un ulteriore spunto di riflessione ai temi legati alla Pace e alla convivenza tra popoli e nazioni, in particolare rispetto ai modelli politico-sociali in grado di costruire e garantire una Pace duratura.
La quasi totalità dei Paesi europei ha scelto di aumentare le spese per la Difesa fino al raggiungimento del 5% del PIL.
Al di là delle varie interpretazioni semantiche, e considerando il mutamento di significati che il termine “Difesa” ha subito rispetto al passato, il programma “ReArm Europe” (o Readiness 2030), parla esplicitamente di un deciso aumento delle spese per gli armamenti degli Stati dell’Unione.
Non mi addentro in questioni di scelte politiche, ma non posso non invitare tutte e tutti noi a riflettere, in scienza e coscienza e secondo le nostre conoscenze e competenze, sulla questione. Mi piacerebbe che si aprisse una discussione pubblica, nei nostri luoghi di lavoro, coinvolgendo gli attori istituzionali, le imprese, i cittadini, confrontandosi su un tema tanto sensibile e che riguarda il presente e il futuro di tutti. In particolare, sarebbe importante un confronto sull’impatto che tali scelte politiche possono sortire sulle attività di ricerca e del conseguente trasferimento di conoscenze a cittadini, istituzioni e imprese.
 
Il quotidiano
Come sapete abbiamo superato, perlomeno parzialmente, il momento critico dovuto all’assenza del CdA. I consiglieri di amministrazione sono stati nominati dalla Ministra: Francesco Svelto, rettore (uscente) della Università di Pavia e in quota CRUI (che il CdA ha indicato nel ruolo di vicepresidente); Giuseppe Tripoli, Segretario generale di Unioncamere, in quota Unioncamere e Confindustria; Elisabetta Cerbai, docente ordinaria presso Unifi, espressa dalla Conferenza Stato-Regioni.
Il CdA si è riunito ed ha approvato il Rendiconto Generale 2024. Ora siamo in attesa della prossima riunione per il cosiddetto “assestamento di bilancio” (che colloquialmente definiamo ribaltamento). Il vicepresidente sta per licenziare il resoconto della prima riunione
A breve conto di fornirvi notizie fondate (e spero positive) sulle questioni del precariato, valorizzazione del personale tecnico amministrativo e ricercatore a tecnologo.
Mi predispongo a chiedere alla Amministrazione una interpretazione del decreto legge 24 giugno 2025, nr.90, inerente “Disposizioni urgenti in materia di università e ricerca, istruzione e salute”, per valutare gli effetti sul CNR, ed in particolare sul personale.
Nel frattempo,
Un abbraccio fraterno
Nicola Fantini