CNR Presidenti. Custodi, Angoli Bui e, in allegato, art.15

Care tutte e cari tutti,
 
il 28 maggio 2025 è una data che non dimenticheremo facilmente. Ieri, davanti al Parlamento, il nostro ministro vigilante, in risposta a 2 interrogazioni i, ha fatto dichiarazioni che meritano una analisi.
Il Ministro ha utilizzato, in particolare 3 frasi chiave che possiamo riassumere come segue: ci vuole tempo per scegliere un Presidente adatto, il CNR ha un “custode” nella figura del Direttore Generale, il PNRR (e il bilancio) nel CNR hanno “angoli bui”.
Concordo pienamente con il Ministro che è assolutamente necessario individuare, come Presidente, una figura di alto livello. Ricordo al Ministro, e a tutte e tutti noi, che il comitato di selezione incaricato della predisposizione degli elenchi dei nominativi per la nomina a presidente e a componente di designazione governativa del Consiglio di Amministrazione degli Enti di Ricerca si è insediato il 9 dicembre 2024. La domanda è semplice: NON BASTANO 6 MESI, ad un comitato, formato da scienziate e scienziati di altissimo livello e autonomia scientifica, per individuare una rosa contenente il nominativo di un Presidente “adeguato”? L’altra questione emersa dalle dichiarazioni della ministra sembra attribuire all’avviso per la selezione del Presidente del CNR la condizione di atto meramente formale. Mi spiego. Per individuare i Presidenti di INGV, INRiM e Area Science Park il detto comitato ha pubblicato un avviso, selezionato una rosa, esaminando la quale il Ministro ha scelto i relativi presidenti. Per il CNR non sarà così? Ieri in Parlamento, il Ministro ha apertamente detto che stanno cercando un Presidente. Cercando come, se non è stata pubblicata la manifestazione di interesse?.
 
“Il Custode del CNR”. Il Ministro ha così definito il direttore generale che ieri, nottetempo, ha ricevuto dal Capo di Gabinetto del Ministero una nota il cui allegato contiene la seguente chiosa: In ragione di quanto premesso, la preoccupazione espressa dal Presidente del CNR, relativa all’esigenza di adottare un provvedimento espresso di proroga del rapporto di lavoro del Direttore generale dell’ente allo scopo di assicurare continuità alla gestione amministrativa del CNR per il tempo successivo alla sua cessazione dalla carica presidenziale, è infondata, perché la suddetta esigenza risulta integralmente soddisfatta dalla più volte richiamata disposizione statutaria di cui all’art. 11, comma 3, a mente della quale il rapporto di lavoro del Direttore generale prosegue per 90 giorni a decorrere dal 26 maggio u.s. (data di effettiva cessazione dell’incarico presidenziale).
Cosa è successo, tenendo all’oscuro il rappresentante in CdA del personale, il Consiglio Scientifico e tutte e tutti voi? La Presidente, motu proprio, ha chiesto una proroga del DG e il Ministro, fornendo una propria interpretazione dello Statuto, ha respinto la richiesta sottolineando come lo stesso già preveda la fattispecie della proroga.
Il nostro Statuto all’articolo 11 comma 3 recita: Il rapporto di lavoro del direttore generale è regolato con contratto di diritto privato, con termine coincidente con la scadenza del mandato del presidente. In caso di cessazione dalla carica del presidente il contratto si risolve decorsi novanta giorni…
Lascio a voi una interpretazione che a me sembra chiarissima, ma chiedo a tutte e tutti e, in particolare, ai nostri giuristi di rifletterci.
La cosa per me più spiacevole e grave per tutte e tutti noi è, però, la definizione di Custode. Il Custode, anzi i custodi del CNR sono ricercatori, i tecnologi, i tecnici e gli amministrativi dell’Ente, nei loro ruoli diversi dal ricercatore tecnologo al Direttore di Istituto/Dipartimento, dal collaboratore di amministrazione all’RGC, dal tecnico di laboratorio, al tecnico di supporto alla progettazione. Non abbiamo bisogno di un Custode, abbiamo bisogno di chi, con la propria professionalità ci consenta di lavorare al meglio con meno vincoli e burocrazia possibili.
Il dubbio principale, però, è sui poteri del “Custode”. Da ciò che emerge dalle elaborazioni ministeriali, il DG conserva i poteri assunti fino alla data del 26 maggio u.s., ma, ovviamente NON assume i poteri del CDA (altrimenti si potrebbe parlare di commissariamento mascherato). Non essendoci un CdA (a meno di comunicazioni nelle prossime ore) sono fermi ad esempio, la distribuzione dei residui riaccertati (circa 136 milioni), il conto terzi, e il consistente avanzo disponibile, circa 80 milioni di cui 60 da assegnare per le esigenze della ricerca e 21.089.200, 69 per garantire l’equilibrio economico finanziario dell’Ente. Il bilancio ha ottenuto parere favorevole dal collegio dei revisori dei conti e non si può approvarlo perché il CDA non c’è. Evidentemente il Custode non basta !!!.
Il CdA non è solo un “autorizzatore di spesa”. Il CdA deve ancora selezionare alcune direzioni, bandire le posizioni da direttore e soprattutto deve prendere decisioni che riguardano il personale e le esigenze di valorizzazione e assunzione.
 
Il Custode, secondo la Ministra, e il nuovo Presidente ( o commissario?, la Ministra non lo ha chiarito) dovranno indagare sugli “angoli bui” del PNRR in particolare e del bilancio dell’Ente. Sarebbe bene conoscere cosa intenda il Ministro per “angoli bui”. Io so che i bilanci hanno ricevuto parere favorevole dai revisori che hanno attestato l’equilibrio economico finanziario dell’Ente. Nel Bilancio Unico 2025 sono state riscontrate discrasie di ordine eminentemente tecnico, di rappresentazione del bilancio e ci è stato chiesto di dimostrare l’equilibrio che, come detto, è garantito. Per quando riguarda il PNRR, non sapendo a quali “angoli bui” si riferisca il Ministro, io posso riportare solo le notizie “ in chiaro” che sono: la spesa rendicontata ( e di cui il ministero ha contezza “chiara”) al 39% del finanziamento, e la somma di “rendicontato+impegnato” al 92%. Sappiamo tutte e tutti che dobbiamo accelerare la spesa, ma lo sappiamo e lo dichiariamo “in chiaro”. Spero che la Ministra possa declinare la sua affermazione sugli “angoli bui” prima o poi. Sappiamo bene che non possiamo dire di essere perfetti, ma possiamo dire con fiducia che le lentezze e burocrazie che dipendono, soprattutto per il PNRR, da richieste esogene all’Ente, non hanno fermato il lavoro scientifico e l’attuazione del PNRR (E DI TUTTE LE ATTIVITA’ CHE SVOLGIAMO QUOTIDIANAMENTE) che, sono certo, nonostante le difficoltà, ha uno stato di avanzamento superiore a quello di altri soggetti del nostro comparto e non.
Cosa fare?. Finora tutte e tutti, qualsiasi fosse il nostro ruolo, abbiamo mantenuto un profilo istituzionale. Nel caso chi scrive ha attivato, con il contributo di alcune colleghe e alcuni colleghi, il canale che ha portato all’ appello Cattaneo-Parisi, risvegliando l’interesse della stampa che ha avuto l’interesse a comprendere i fatti nella loro complessità e non in una voluta parzialità, e attivando i miei omologhi degli altri Enti di Ricerca. Ora, credo, sia terminato il tempo delle “lettere”. Ora, credo, che insieme, tutta la nostra comunità (ricercatori, tecnologi, tecnici e amministrativi) debba presidiare il nostro Ente nelle forme democratiche e pacifiche che sappiamo frequentare. Vi chiedo di organizzare insieme un evento pubblico davanti al CNR ( sede centrale o in altre sedi) o al MUR. Chi avesse idee o semplicemente volesse contribuire all’organizzazione mi contatti.
 
Un abbraccio fraterno
Nicola
 
PS
In allegato  la situazione aggiornata art.15