CNR: Selezioni ex art. 15 - lettera al Presidente Nicolais


AI  SEGRETARI  REGIONALI
ALLE  SAS  CNR

Trasmetto in allegato la lettera inviata al Presidente Nicolais il 9 agosto u.s. attraverso la quale sono state riproposte le osservazioni mosse ai criteri di valutazione contenuti nei bandi di relativi alla precedente selezione.  Necessario a nostro parere un intervento correttivo per meglio definire criteri di valutazione concorsuale coerenti con la mission dell'Ente.

In ballo ci sono complessivamente 219 progressioni di livello per Ricercatori e Tecnologi, con decorrenza 1.1.2010, non limitate alla sola decorrenza giuridica ma comprensive del trattamento economico.
Invito a leggere con attenzione la lettera e a darne la massima diffusione nelle strutture.

p. La Segreteria nazionale
Marcello Leoni

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Al Presidente del CNR
Prof. Luigi Nicolais
SEDE

Caro Presidente,
con riferimento ai Bandi in preparazione per le prossime prove selettive ex - art. 15 CCNL 7.4.2006 riguardanti 219 progressioni di livello per Ricercatori e Tecnologi, la FIR CISL vuole riproporLe le osservazioni, rese in occasione della precedente tornata concorsuale, in merito ai criteri di valutazione contenuti nei bandi allora emanati.
Questo Sindacato, infatti, continua a ritenere che i bandi adottati avrebbero richiesto un intervento correttivo circa la definizione dei titoli valutabili e all’attribuzione dei relativi punteggi, per meglio definire criteri concorsuali coerenti con la “mission” peculiare del CNR nel Sistema Ricerca nazionale.
La FIR CISL ha ben presente la complessità del tema; e infatti non ignora come un discorso completo debba considerare sia le specificità degli ambiti disciplinari e dei settori di ricerca anche con il loro diverso gravame logistico sia la diversità degli apporti individuali oggi richiesti aldilà del tradizionale modello humboldtiano per il ricercatore.
Questo Sindacato ha già avuto modo, e in diverse occasioni, di ribadire il suo punto di vista sul tema, come avvenuto da ultimo, per esempio, riguardo al processo di valutazione ANVUR.
La presente occasione, i nuovi bandi per le prove selettive ex - art. 15 CCNL 7.4.2006, è però una tappa così fondamentale e qualificante per l’Ente che, a costo di risultare ripetitivi, ci preme far sentire ancora una volta, manifestandola a Lei Signor Presidente, l’accorata e premurosa attenzione del Sindacato su una questione che, nel Paese dei più di 100 Atenei, potrebbe risultare dirimente per la sopravvivenza stessa dell’Ente, con ricadute negative non irrilevanti sull’efficacia del Sistema Ricerca nazionale.
E questo, nell’era della cosiddetta e tanto declamata Società della Conoscenza, nel perdurare di una crisi economica certamente non breve, in tempi di spending review, non sarebbe oggi tollerabile dai più colpiti e dai più responsabilmente consapevoli soggetti coinvolti nell’attività produttiva e culturale del Paese.
Perciò, cercando per quanto possibile di essere concisi, ci preme ri-segnalare qui, considerando i risultati delle passate tornate concorsual-valutative, quanto, secondo noi, sarebbe stato da evitare.
Emerse allora la sensazione che l’operato di molte Commissioni sia forse stato improntato, piuttosto che a una valutazione critica di merito della maturità scientifica e professionale del candidato, a valutazioni ragionieristiche troppo basate su indicatori bibliometrici, la cui proprietà ai fini della valutazione del ricercatore è oggi, com’è noto, assai questionata nella comunità scientifica internazionale, a partire, per fare un esempio, dalle primeve cautele e perplessità di Eugenio Garfield, ‘l’inventore’ dell’Impact Factor.
L’adozione di criteri di valutazione il più possibile freddi e oggettivi, ancorché marginalmente appropriati, costituisce certo una tutela per la responsabilità della Commissione, ma una preponderanza di ruolo per gli indicatori bibliometrici non può mortificare la valutazione di merito, per forza basata anche su elementi di discrezionalità, che concretizza quella competenza che è proprio il presupposto alla nomina della Commissione stessa. Basterebbe un accurato e veloce contabile.
Inoltre, un’impostazione eccessivamente ragionieristica delle selezioni in parola, ove il candidato sia tenuto a produrre gli indicatori bibliometrici per la valutazione della propria professionalità, è percepita dal candidato stesso come il passaggio riduttivo da un momento importante a una sorta di processo di pseudo-autovalutazione validato dalla Commissione, che sconta, tra l’altro, il fatto che il ricorso a indici omologhi di fonte diversa spesso porta a risultati non comparabili.
Peraltro il livello scientifico delle riviste JCR all’interno di aggregazioni disciplinari sufficientemente omogenee è ben noto agli addetti ai lavori, indipendentemente da quanto sia ampia la platea di lettori cui le riviste si rivolgono.
Tali aspetti, se estremizzati, possono lasciare spazio a fuorvianti atteggiamenti individualistici, con ricadute negative sull’organizzazione del lavoro e sull’efficienza e l’efficacia delle strutture. Tra le possibili reazioni ci preme segnalare la rincorsa a pubblicazioni a nome singolo, e in generale alla carta, più per quantità che per qualità, prescindendo dal dato di fatto che i risultati maggiormente significativi della Ricerca nel CNR derivino dal lavoro in team su tematiche interdisciplinari.
Non è inoltre da sottovalutare, come possibile conseguenza, anche la diminuzione della propensione del Ricercatore (o Tecnologo) a compiere quegli sforzi legati alla creazione di valore dalla ricerca, a vantaggio di una pubblicistica non sempre utile al progresso del Paese, ma più pronta e perciò pagante ai fini della progressione in carriera.
È quell’atteggiamento mentale che venne denunciato già diversi anni fa, e in ambiti di certo non sindacali, come “una percezione eccessivamente accademica del proprio ruolo”.
Siamo certi, Signor Presidente, che il CdA e gli Organi preposti al governo scientifico sapranno arricchire i bandi emanandi con contenuti coerenti con la missione dell’Ente, anche superando il pericolo sempre presente della ‘difesa della Scuola’ che quasi mai resiste alla prova spietata del tempo.
Bandi che definiscano finalmente un modello professionale chiaro e stabile, evitando per il futuro, come purtroppo già accaduto in passato, di fissare i criteri di valutazione in bandi emanati alla fine del periodo temporale interessato.
Bandi che prevedano e pretendano dal candidato l’evidenza di un percorso professionale più ricco del semplice apporto personale ad ogni pubblicazione presentata.
Non è compito del Sindacato, anche se certamente lo saprebbe fare, ma sarebbe azione impropria rispetto al ruolo, suggerire i molti possibili modi di attuare la valorizzazione di un modello professionale adeguato alla peculiarità dell’Ente.
È però certamente compito del Sindacato, in un’ottica consapevolmente confederale a tutela di tutti i Lavoratori, non solo di quelli della specifica categoria, giudicare i risultati di un Ente che, come amministrazione indiretta dello Stato, non può operare se non alla luce del perseguimento del bene comune per la tutela dei settori economico-produttivi e
culturali.
In sintesi breve, l’auspicio è quello di sfruttare al meglio un’occasione importante per il nostro Ente, perché sia sempre più capace di dimostrare concretamente il ruolo attivo della Ricerca, oggi così declamato, per il futuro della qualità della vita del nostro Paese.
Con viva cordialità,
p. La Segreteria nazionale
Marcello Leoni