Com 9/25 - ANIEF - CNR - 27-07-2025 - Il bluff dei contratti di ricerca

Roma, 25 luglio 2025

 

Il CNR e il BLUFF dei Contratti di Ricerca

A breve l’emanazione del Regolamento per il conferimento di Contratti di Ricerca

 

Il grande lavoro svolto per abolire la figura dell’assegnista di ricerca e introdurre il Contratto di Ricerca, frutto di un lungo percorso negoziale tra le parti sociali e il legislatore, si è purtroppo scontrato con l'illogica attuazione di tale riforma da parte dei vertici del CNR.

Sfuma l'obiettivo di garantire ai ricercatori italiani un ingresso più strutturato e sicuro nel sistema della ricerca pubblica, offrendo nel contempo adeguate tutele sociali. Nonostante le premesse di una riforma che mirava a stabilire contratti di lavoro a tempo determinato di natura subordinata, una volta tradotta nella pratica, questa soluzione si è trasformata in un’illusione.

L'intento di garantire maggiore stabilità e tutele a coloro che operano nel settore della ricerca, attraverso un contratto più solido e protettivo, si è rivelato essere un miraggio al CNR, dove tale obiettivo è stato cancellato con un semplice colpo di spugna. La riforma, infatti, ha previsto l'introduzione dei Contratti di Ricerca che, tuttavia, sono stati strutturati dai vertici del CNR in modo da riprendere, sostanzialmente, le caratteristiche dei vecchi assegni di ricerca, mascherandole con una nuova denominazione. Ciò che si intendeva come un passo in avanti verso la valorizzazione della ricerca è stato quindi ridotto a una mera operazione formale che non ha migliorato la condizione dei ricercatori, ma l’ha mantenuta sostanzialmente invariata.

Come già accaduto per l'INFN, anche il CNR ha scelto di configurare i CdR come rapporti di lavoro di tipo PARA-SUBORDINATO, una soluzione che si traduce nella perpetuazione di una condizione di precarietà e incertezza.
Questo approccio, che non garantisce né il giusto riconoscimento professionale né la stabilità economica e sociale per i ricercatori, reintroduce in modo surrettizio l’istituto dell’assegno di ricerca, che, sebbene abbia una nuova etichetta, mantiene gli stessi difetti strutturali di un contratto che non tutela adeguatamente chi vi è impiegato.

Questo modo di interpretare la riforma è in netto contrasto con le linee guida europee per la ricerca e con i principi sanciti dalla Carta Europea dei Ricercatori, che punta ad una maggiore stabilità e sicurezza per i ricercatori, promuovendo condizioni di lavoro più favorevoli e strutturate. In particolare, le raccomandazioni europee hanno sottolineato l'importanza di evitare l'abuso di contratti flessibili, che troppo spesso generano incertezze nella carriera e ostacolano il pieno sviluppo professionale dei ricercatori. La riforma pensata per garantire un passaggio dal precariato alla stabilità si è, di fatto, trasformata in un passo indietro!

Va inoltre evidenziato che le Università italiane, tra cui La Sapienza, hanno preso una direzione diametralmente opposta. Utilizzando lo stesso articolo di legge, queste hanno invece scelto di applicare contratti di lavoro subordinato per i ricercatori, riconoscendo loro la dignità professionale e una stabilità che il CNR sembra aver negato. La differenza tra le due scelte è sostanziale e rappresenta una visione contrastante della ricerca pubblica in Italia: da un lato, un modello che privilegia la precarietà e la flessibilità, dall'altro un modello che cerca di rendere il settore della ricerca più attrattivo e stabile, migliorando le condizioni di lavoro e le prospettive professionali.

Anief stigmatizza con forza la scelta del CNR, che ritiene non solo miope ma anche profondamente ingiusta nei confronti di chi ogni giorno lavora per l’avanzamento della scienza e della cultura.

Per questo, ci attiveremo in tutte le modalità consentite dalla legge e dalla costituzione, cercando di coinvolgere il Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) per modificare questa interpretazione restrittiva e distorta della nuova normativa.

È fondamentale che la riforma venga applicata in modo coerente con gli intenti originari e che rappresenti un vero primo passo verso l’ingresso stabile nel mondo del lavoro.

 

ANIEF EPR
La Segreteria Nazionale