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Lo ammetto, questa frase non è mia, ma l'ho presa in prestito dal noto scrittore di aforismi su Twitter, @MHeathcliff (Mr Heathcliff) .

Devo averla letta di sfuggita qualche anno fa, quando tutto era lontano, ma in certi versi più vicino.

Mi è tornata alla mente un secondo dopo il tremore della terra che ha scosso violentemente le mie certezze, lasciandomi cuore, testa ed anima pietrificati, congelati.

Ad ogni certezza che si schiantava lungo i miei pensieri ricorsivi, una nuova ne affiorava senza ch'io me ne rendessi conto.

Sì. Perché nonostante sentissi il buio avvolgermi, c'è stato chi con un fiammifero alla volta mi ha aiutato a fare luce partendo dalle piccole cose, ricostruendo quelle sicurezze che sembravano perse ma che invece erano li ed andavano solo alimentate.
Una vicinanza, che è molto di più di una fratellanza.

Un anno lungo, difficile ma estremamente stimolante, intriso di ardore ed entusiasmo, dove quei fiammiferi, partiti come un abbraccio tanto forte da soffocare, sono diventati via via candele, e poi torce, e poi ancora fari luminosi capaci di concentrare la luce non solo sulla strada da percorrere, ma anche sulla periferia, dove l'insidia si nasconde, si cela, per trovare il modo di rimetterti in discussione.

Posso garantirvelo. In discussione ci sentiamo ogni giorno, perché è grande la responsabilità che ci siamo assunti e della quale ne percepiamo l'onere e l'onore.

Non mi dilungo oltre, mi permetto solo di chiudere con un paio di ringraziamenti.

Cari amici, grazie per il sostegno e la vicinanza che ci avete accordato in questi mesi di lotta e sacrificio, credendo in noi e nella nostra rinascita. Siamo qui per ripagare la vostra fiducia con il nostro impegno.

Cari detrattori, grazie per averci stimolato attaccandoci da ogni dove, perché avete permesso a questo nuovo gruppo di mettersi in gioco, facendo riemergere la UIL RUA più forte e vogliosa di prima.

Mario Ammendola