Comunicato FLC CGIL CNR Referendum 8 e 9 giugno

COMUNICATO AL PERSONALE CNR

5 SÌ PER NON GIRARCI DALL’ALTRA PARTE,
5 SÌ PER CAMBIARE L’ITALIA

PER I DIRITTI
PER LA GIUSTIZIA
PER LA DIGNITÀ
PER LA SICUREZZA SUL LAVORO
PER UNA CITTADINANZA CHE NON ESCLUDA MA ACCOLGA.

 

L’8 e il 9 giugno 2025 le cittadine e i cittadini del nostro Paese sono chiamati ad esprimersi su 5 quesiti referendari riguardanti temi di lavoro e cittadinanza. Si tratta di referendum abrogativi, il cui esito positivo determinerebbe importanti miglioramenti della condizione di vita e di lavoro delle persone.

L'obiettivo è ripristinare le tutele in caso di licenziamenti illegittimi, contrastare l’abuso di contratti precari, estendere la responsabilità della sicurezza sul lavoro a committenti, appaltatori e subappaltatori, abbreviare i tempi per avviare le procedure di riconoscimento della cittadinanza a chi risiede da anni nel Paese. Questioni che richiamano direttamente i principi fondanti la Costituzione repubblicana, in un contesto politico e culturale che vede ogni giorno i diritti e la dignità delle donne e degli uomini che vivono in questo Paese calpestati da logiche di profitto e prevaricazione.

Andare a votare significa scegliere da che parte stare.
Questo voto è lo strumento più potente che oggi i cittadini hanno per ridare dignità e diritti
a chi lavora, per determinare un cambiamento epocale con una libera scelta di popolo, che
per tanti versi ricorda il referendum del 2 giugno 1946.

1.Con il SI, otteniamo:

  1. Stop ai licenziamenti illegittimi
    Nelle imprese con più di 15 dipendenti, i lavoratori assunti dal 7 marzo 2015 in poi non possono rientrare nel loro posto di lavoro dopo un licenziamento illegittimo.
    Sono oltre 3 milioni e 500mila ad oggi e aumenteranno nei prossimi anni i lavoratori penalizzati da una legge che impedisce il reintegro anche nel caso in cui il giudice dichiari ingiusta e infondata l’interruzione del rapporto. Abroghiamo questa norma, diamo uno stop ai licenziamenti privi di giusta causa o giustificato motivo.
  2. Più tutele per i lavoratori delle piccole imprese
    Nelle imprese con meno di 16 dipendenti, in caso di licenziamento illegittimo oggi un lavoratore può al massimo ottenere 6 mensilità di risarcimento, anche qualora un giudice reputi ingiustificata l’interruzione del rapporto. Questa è una condizione che tiene i dipendenti delle piccole imprese (circa 3 milioni e 700mila) in uno stato di forte soggezione rispetto al titolare. Abroghiamo questo limite, aumentiamo l’indennizzo sulla base della capacità economica dell’azienda, dei carichi familiari e dell’età del lavoratore.
  3. Riduzione del lavoro precario
    In Italia circa 2 milioni e 300 mila persone hanno contratti di lavoro a tempo determinato.
    I rapporti a termine possono oggi essere instaurati fino a 12 mesi senza alcuna ragione oggettiva che giustifichi il lavoro temporaneo. Rendiamo il lavoro più stabile. Ripristiniamo l’obbligo di causali per il ricorso ai contratti a tempo determinato.
  4. Più sicurezza sul lavoro
    Arrivano fino a 500mila, in Italia, le denunce annuali di infortunio sul lavoro.
    Quasi 1000 i morti. Modifichiamo le norme attuali, che impediscono in caso di infortunio negli appalti di estendere la responsabilità all’impresa appaltante. Cambiamo le leggi che favoriscono il ricorso ad appaltatori privi di solidità finanziaria, spesso non in regola con le norme antinfortunistiche. Abrogare le norme in essere ed estendere la responsabilità dell’imprenditore committente significa garantire maggiore sicurezza sul lavoro.
  5. Più integrazione con la cittadinanza italiana
    Riduciamo da 10 a 5 gli anni di residenza legale in Italia richiesti per poter fare domanda di cittadinanza italiana, che una volta ottenuta sarebbe trasmessa ai figli e alle figlie minorenni.
    Questa modifica costituisce una conquista decisiva per circa 2 milioni e 500 mila cittadini di origine straniera che nel nostro Paese nascono, crescono, abitano, studiano e lavorano. Allineiamo l’Italia ai maggiori Paesi Europei, che hanno già compreso come promuovere diritti, tutele e opportunità garantisca ricchezza e crescita per l’intero Paese.

Per questo la FLC CGIL invita le lavoratrici e i
lavoratori della conoscenza a votare l’8 e 9 giugno.

 

Roma, 5 Giugno 2025
Angela Bonura
FLC CGIL CNR