FIR CISL - Bonus bebè 2015. DPCM e circolare Inps

Oggetto:  Bonus bebè 2015. DPCM e circolare Inps

Carissime/i,
vi informiamo che è stata emanata la circolare Inps n°93 dell’8 maggio 2015 contenente la tempistica e le modalità operative per richiedere il c.d. bonus bebè 2015 per i nuovi nati e/o adottati (v. allegato 1). Si rammenta che la nota Inps segue la pubblicazione in Gazzetta ufficiale n°83 del 10 aprile 2015 del DPCM attuativo dell’art. 1, comma 125, L. n°190/2014 (Legge di Stabilità 2015) che ha appunto introdotto il nuovo “ assegno al fine di incentivare la natalità e contribuire alle spese per il suo sostegno” (v. allegato 2).

L’assegno spetta ai nuclei familiari per ogni figlio nato, adottato o anche in affidamento preadottivo tra il 1°gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017 e l’entità del contributo - erogato fino al compimento del terzo anno di vita oppure fino al terzo anno di ingresso del minore nel nucleo familiare – è pari a 80 euro mensili (per un totale di 960 euro all’anno) per coloro che sono in possesso di ISEE non superiore a 25.000 euro annui, raddoppia invece a 160 euro mensili (per un totale di 1.920 euro all’anno) per i nuclei con ISEE non superiore ai 7.000 euro annui.

La presentazione delle domande va fatta entro 90 giorni dalla nascita o ingresso in famiglia del bambino. Solo in via transitoria, con una apposita disposizione contenuta nella circolare Inps, è stato disposto che per le nascite o adozioni avvenute tra il primo gennaio 2015 e il 27 aprile 2015 il termine dei 3 mesi per la presentazione delle domande suddette possa decorrere dal 27 aprile con scadenza dei termini al 27 luglio 2015. In tutti gli altri casi invece la presentazione tardiva delle stesse domande oltre i 90 gg. (ovvero oltre il 27 luglio 2015) comporta che il bonus spetta solo a partire dalla data di presentazione della richiesta.

La medesima domanda va altresì presentata da uno dei due genitori - di cittadinanza italiana o comunitaria oppure extracomunitario con regolare permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo, esteso ai cittadini stranieri aventi lo status di rifugiato politico o di protezione sussidiaria - residente in Italia e convivente con il figlio per il quale si richiede l’assegno - auto-certificando il possesso dei requisiti.

La richiesta può essere ripresentata dall’altro genitore o da un terzo (affidatario) solo in alcuni casi di decadenza secondo quanto riportato nel DPCM  e circolare Inps in esame.

Occorre precisare che la presentazione della domanda può essere effettuata una sola volta per ciascun figlio utilizzando i modelli  predisposti dall’ l’INPS sul proprio sito che sono da inviare esclusivamente per via telematica, tramite Pin. A riguardo come di consuetudine per informazioni e assistenza tecnica è possibile rivolgersi alle sedi Inas e Caf Cisl.

Spetta all’Inps monitorare l’andamento della misura descritta ai fine di valutare la correttezza delle procedure nonché la sostenibilità economica per procedere, nel caso, tramite decreto ministeriale, con i dovuti correttivi di spesa e conseguente rideterminazione della misura prevista.

Per quanto attiene alla copertura finanziaria il DPCM rimanda alle previsioni di spesa di cui all’art. 1, comma 128 della legge di Stabilità (L. 190/2014) valutate in 202 milioni di euro per l'anno 2015, in 607 milioni di euro per l'anno 2016, in 1.012 milioni di euro per l'anno 2017, in 1.012 milioni di euro per l'anno 2018, in 607 milioni di euro per l'anno 2019 e in 202 milioni di euro per l'anno 2020.

Il bonus bebè è una misura che nasce con l’obiettivo dichiarato di incoraggiare la natalità che nel nostro Paese resta una questione spinosa. A riguardo come Cisl da tempo evidenziamo l’importanza di uscire dalla logica degli interventi spot e di puntare invece a realizzare misure strutturali durature nel tempo e, in quanto tali, in grado di incidere concretamente sulle criticità inerenti la maternità, che in Italia continua a presentare indici bassi (Fonte Istat: cinquemila neonati in meno nel 2014 rispetto all’anno precedente), e la famiglia (secondo recenti studi per il sostegno alla famiglia e alla natalità l’Italia spende risorse pari a solo l’1,4% del Pil rispetto allo 2,2% del Pil dei Paesi EU27 e dell’Area Euro). In questo senso pur apprezzando la misura del bonus bebè, auspichiamo che il processo di riordino delle misure di sostegno alla maternità e il potenziamento degli interventi di supporto alla genitorialità richiamati nel Jobs Act diventino un’occasione per ottimizzare e non disperdere, attraverso misure spot, le “azioni positive” che continuiamo a ritenere fondamentali per la tutela del lavoro femminile, della natalità e della conciliazione lavoro-famiglia.  Il Dipartimento Politiche Migratorie, Donne e Giovani monitorerà l’andamento dell’intervento descritto anche a fronte di prime segnalazioni di difficoltà riscontrate nell’accesso alle procedure informatiche.

Il Segretario Generale
Annamaria Furlan