Buoni pasto in smart working o in ferie?
Cari amici e care amiche,
in relazione alla sentenza sulla retribuzione durante le ferie di settembre del 2024, a seguito anche di confronto con i nostri uffici legali, specifichiamo che la sentenza non riguarda un ricorso avviato da un dipendente di un ente pubblico di ricerca né tantomeno da un dipendente del pubblico impiego in generale.
Nello specifico la sentenza riguarda una causa avanzata da un lavoratore dell’impiego privato per il riconoscimento di alcune voci accessorie nel periodo di ferie ai fini della retribuzione mensile.
È necessario, pertanto, specificare che nel nostro comparto gli accessori fondamentali, ai fini della retribuzione mensile, vengono già versati.
Per quanto attiene invece i buoni pasto è necessario evidenziare che gli stessi non sono qualificati come emolumenti relativi al salario accessorio (infatti le somme gravano sul bilancio dell’ente) e pertanto non può esservi un automatismo nel richiederne il pagamento durante le ferie come è avvenuto nel caso della sentenza citata.
Diverso è il caso del pagamento dei buoni pasto durante lo smart working, già erogati in alcuni enti, e per il quale chiederemo il definitivo inserimento nel CCNL istruzione e ricerca 2022-2024.
Ad oggi non è stato ancora formalizzato l'atto di indirizzo per il nostro settore ma sicuramente la richiesta di pagamento dei buoni pasto durante lo smart working verrà rappresentata nuovamente all'Aran dalla nostra organizzazione sindacale durante il prossimo rinnovo contrattuale, insieme ad una serie di ulteriori proposte che verranno incluse nella piattaforma sindacale della FIR CISL.
Allo stato attuale anche a seguito di riscontri con i nostri uffici legali non risulta utile né formulare una diffida per il pagamento dei buoni pasto durante il periodo di smart working o di ferie, né tantomeno ipotizzare un possibile ricorso in quanto non sostenuto da disposizioni normative o contrattuali previste per il nostro settore.
Avvieremo, invece, azioni legali a sostegno di coloro che pur trovandosi in regime di lavoro da remoto (es. telelavoro, coworking) non ricevano l’erogazione del buono pasto.
Nell’attuale CCNL istruzione e ricerca, infatti, tali istituti sono equiparati in termini di orario di lavoro ad attività svolta in presenza ed è pertanto riconosciuto, in tali modalità di svolgimento dell’attività lavorativa, l’erogazione del buono pasto.
Laddove, pertanto, non venissero erogati buoni pasto in tali modalità lavorative forniremo assistenza legale in difesa dell’applicazione del CCNL del nostro settore.
Vi terremo comunque aggiornati su eventuali sviluppi sul tema.
Roma, 19 novembre 2024
La Segreteria Nazionale