FIR CISL - CNR: Comunicato al Personale … in attesa del ROF


Ricevo dalla Segreteria Nazionale FIR-Cisl e inoltro per opportuna conoscenza.
In allegato la posizione assunta in riferìmento al Regolamento di Organizzazione e Funzionamento (ROF).

Buona giornata a tutti.
Francesco Manoli

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I lavori del Consiglio d’Amministrazione del CNR, nella riunione del 6 ottobre u.s., vedevano all’ordine del giorno un punto di particolare importanza per la vita dell’Ente: le “Linee guida per la redazione dei Regolamenti”.
Pur non comparendo nella descrizione sintetica dei lavori del Comunicato al Personale del Presidente emanata il 7 ottobre u.s. - il che sembrerebbe implicarne il differimento a una successiva riunione – la redazione dei nuovi regolamenti, e in particolare del Regolamento di Organizzazione e Funzionamento, costituisce un punto fondamentale nella costruzione del nuovo CNR.
Preso positivamente atto dell’apertura al dialogo espressa dal Presidente, in occasione dell’incontro con le OOSS del 14 settembre u.s., ci preme evidenziare alcune questioni sulle quali il nuovo ROF potrebbe intervenire consentendo di superare, almeno parzialmente, evidenti singolarità dello Statuto.
Per memoria, il confronto con l’Amministrazione sul ROF risale allo scorso mese di marzo quando, in una riunione d’informativa, alle OOSS fu sommariamente illustrata una bozza da sottoporre all’esame del Consiglio Scientifico Generale e quindi del CdA.
In quell’occasione fu evidenziato con forza dalla FIR CISL come la bozza di ROF proposto non potesse essere una creatura migliore dello Statuto.
Non essendo riconosciuto un adeguato spazio alla partecipazione della Comunità scientifica interna, da identificarsi nel “Personale addetto alla Ricerca”, è di tutta evidenza una pesante lacuna dello Statuto nei meccanismi a garanzia della progettualità bottom-up, in assenza dei quali non è difficile ipotizzare un CNR ridotto a mero ente strumentale.
Riteniamo, pertanto, che i membri di estrazione CNR dei Consigli di Dipartimento, e a maggior ragione dei Consigli d’Istituto non previsti dallo Statuto, debbano essere espressione elettiva delle relative Comunità scientifiche e non il risultato di processi di designazione top-down.
Le funzioni attribuite ai Dipartimenti non possono prescindere dal mantenimento di un’adeguata e coerente capacità organizzativo-gestionale, visto “il ruolo centrale di riferimento e valorizzazione delle comunità tematiche e disciplinari in ambito nazionale, nonché dell’affidamento agli Istituti dei programmi e dei progetti di ricerca e delle relative risorse, …” attribuito dall’ art 9 comma 2 del Dlgs 213/2009. Ne consegue la necessità di prevedere adeguate strutture tecnico-amministrative e uffici tecnici di supporto.
Gli Istituti, inoltre, non dovrebbero essere assimilati esclusivamente a terminali dell’organizzazione verticistica dell’Ente, etero diretti da un sistema top-down in cui possono, con libertà vigilata, gestire progetti e fondi autonomamente acquisiti.
E’ necessario, quindi, un adeguato intervento sull’Organizzazione dei Dipartimenti, quali centri di responsabilità amministrativa ai sensi dell’ancora vigente regolamento, d’amministrazione, finanza e contabilità, che ne declini l’organizzazione interna e gli strumenti per lo svolgimento dei compiti assegnati dallo Statuto.
Non è pensabile di conseguire i risultati economici tipici dei Dipartimenti intesi come hub centrali, che acquisiscono fondi sul mercato finanziario della ricerca e li riallocano in maniera aggiuntiva alle dotazioni e alle risorse autonomamente acquisite dagli Istituti, quali sono ad oggi, senza un’adeguata organizzazione interna.
Riteniamo altresì che i Direttori di Dipartimento, al pari dei Direttori d’Istituto, debbano essere vincolati al tempo pieno, condizione necessaria per adempiere a una funzione di primaria importanza per l’Ente che, per l’impegno e la presenza costante che richiede, non è certo assimilabile a una generica attività di coordinamento o consulenza.
Riguardo all’attività di ricercatori e tecnologi, dovrebbe essere loro attribuita la facoltà di proposta su tematiche di ricerca in coerenza con le attività dell’Istituto. Eventuali vincoli delle proposte all’attività del Dipartimento di afferenza dell’Istituto apparirebbero in contrasto con la capacità operativa comune a più Dipartimenti, esercitata da Istituti trasversali quali ad esempio quelli che operano nei campi delle scienze matematiche e dell’ICT, oltre a svilire la vocazione multidisciplinare delle Strutture dell’Ente che costituisce uno dei maggiori punti di forza del CNR.
In questo ambito può anche essere risolto il problema delle sedi di presentazione e valutazione delle proposte e del livello superiore di valutazione al quale eventualmente appellarsi che, se non adeguatamente declinato nel ROF, renderebbe la progettualità bottom-up agibile solo sulla carta.
Infine, le Aree territoriali di ricerca dovrebbero essere intese quali riferimenti territoriali dell’Ente, per un’incisiva azione di sostegno allo sviluppo coordinato con le autonomie e imprenditorie locali, mentre l’organizzazione dell’Amministrazione centrale dovrebbe mantenere la coerenza con un’organizzazione del lavoro consolidata, anche nei rapporti e nelle azioni di supporto e consulenza alle strutture della rete scientifica.
Ci sia consentita una considerazione conclusiva.
Il ROF dovrebbe contribuire a designare in modo univoco la professionalità del ricercatore, chiarendo se questi debba lavorare per Obiettivi, nel contesto della programmazione complessiva dell’Ente, o se rappresenti, al contrario, la figura istituzionale all’interno del CNR cui attiene la produzione di nuova conoscenza in senso lato.
E’ di tutta evidenza, a nostro parere, la necessità di definire un modello organizzativo strutturato per Obiettivi e supportato da un coerente impianto valutativo, nel quale coesistano la ricerca fondamentale e la capacità di creare valore dai risultati della ricerca, con le ovvie ricadute sulla qualità della vita e l’economia reale, anche a evitare che la ricerca venga misconosciuta dal contribuente.
Roma, 13 ottobre 2011
p. La Segreteria nazionale
Marcello Leoni