FLC CGIL- Comunicato al personale sulla festività del 17 marzo 2011

COMUNICATO AL PERSONALE – CNR

FESTA DEL 17 MARZO 2011
La vicenda della festività del 17 marzo per celebrare il 150° anniversario dell'Unità d'Italia si sta trasformando da fatto politico a rebus interpretativo di carattere normativo−giuridico a causa del fatto che questo governo come suo costume, per l'ennesima volta, ha promulgato un decreto−legge, il DL n.5 del 22 febbraio 2011, pasticciato e foriero di inevitabili controversie di carattere interpretativo in ordine alla sua applicazione.
Sulla questione politica poco vi è da aggiungere che non sia già stato illustrato dal braccio di ferro fra il Presidente della Repubblica, da una parte, ed alcune componenti della maggioranza di governo, in particolare la Lega, e Confindustria dall'altra.
Lo scontro fra pulsioni secessioniste, espressione della Lega da un lato, e la ferma volontà di coesione nazionale dall'altra, ha infine prodotto una festività a scopo celebrativo per il 17 marzo di questo anno che, come FLC CGIL, riteniamo non solo condivisibile ma anche rappresentativa della volontà della stragrande maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori e del popolo italiano.
Sull'aspetto normativo invece si assiste ad un dispositivo legislativo che ha il chiaro intento di far pagare alle lavoratrici ed ai lavoratori il prezzo dello "sgarro" alla maggioranza di governo e di fare un favore alla Confindustria con la formulazione del comma 3 dell'art. 1 del richiamato decreto legge che recita (in cauda venenum) "dall'attuazione del presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica".
Il problema non è però così semplice poiché lo stesso art. 1, al comma 2 recita testualmente: "Al fine di evitare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e delle imprese private, derivanti da quanto disposto nel comma 1, per il solo anno 2011 gli effetti economici e gli istituti giuridici e contrattuali previsti per la festività soppressa del 4 novembre non si applicano a tale ricorrenza ma, in sostituzione, alla festa nazionale per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia proclamata per il 17 marzo 2011."
Con ciò il 17 marzo andrà a riassorbire gli effetti giuridici ed economici della festività soppressa del 4 novembre.
Vediamo cosa significa questo per i comparti pubblici.
Le leggi succedutesi nel tempo, Legge 260 del 1949, Leggi 54 e 937 del 1977, e gli istituti contrattuali (i CCNL del Pubblico Impiego) che regolamentano la materia, ci offrono una lettura che non indica alcun nesso riscontrabile ai fini giuridici ed economici fra il 4 novembre (che la Legge 54 del '77 spostava alla prima domenica di novembre) ed i 6 giorni riassegnati (Legge 937 del 77) come giorni aggiuntivi di ferie, di cui 2 come "congedo ordinario" e 4 di "riposo". Tutto questo senza peraltro specificare alcunché sulle giornate di festività oggetto della sostituzione, come si riscontra nei CCNL dei comparti pubblici.
Ce n'è abbastanza per smentire l'interpretazione "semplicistica" del Ministro della Funzione Pubblica che sul suo sito, "innovazionepa", sostiene che quest'anno le cosiddette festività soppresse fruibili dai lavoratori scendono da 4 a 3!
Nonostante l’incertezza del quadro normativo, a fronte della circolare CNR n° 10 dell’11 marzo 2011, la FLC Cgil, ritiene opportuno diffidare il CNR dall’attuare misure penalizzanti per le lavoratrici e i lavoratori.
Roma 16 Marzo 2011
p. FLC CGIL
Rosa Ruscitti
 

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