FLC CGIL - Resoconto FLC CGIL dell' incontro al MUR del 29 maggio

Resoconto incontro al MUR del 29 maggio

(Ennesima deludente riunione di “ascolto” con nessun impegno da parte del
ministero. Prossimo incontro il 26 giugno su AFAM e monitoraggio precari EPR)

 

Il 29 maggio si è svolto l’incontro richiesto presso il ministero dell’università e della ricerca con le OO.SS. di comparto per discutere sulle problematiche dei settori dell’università, della ricerca e dell’AFAM: erano presenti per il ministero il capo di gabinetto e la segretaria generale.

All’inizio della riunione la delegazione ministeriale ha, per l’ennesima volta, dichiarato di voler valorizzare, “come più volte ribadito dalla ministra Bernini”, il confronto con le OO.SS. e quindi ha dato la parola alle singole Organizzazioni sindacali per l’ascolto delle problematiche che intendevano rappresentare, con l’impegno che sarebbero state riprese in successivi incontri tematici.

Alla riunione ha partecipato anche un rappresentante della Consulta dei Presidenti degli enti di Ricerca, mentre la CRUI, seppur invitata, non ha mandato nessun rappresentante.

Negli interventi che ci hanno preceduto sono stati in vario modo rappresentati i tanti problemi che affliggono i settori dell’università, della ricerca e dell’AFAM, temi a dir il vero, che dall’inizio del 2023 puntualmente rappresentiamo nelle poche riunioni svolte e nei diversi documenti inviati al MUR.
Solo per citarne alcuni: il tema del precariato, della valorizzazione professionale, della governance, delle scarse risorse per il rinnovo del CCNL, le questioni dell’ordinamento professionale e della figura del tecnologo dell’università, la questione dei policlinici universitari, dei CEL, ecc. ecc.

Nel nostro intervento abbiamo ritenuto necessario mettere in evidenza proprio questo aspetto e che la volontà che ci viene ogni volta rappresentata circa l’importanza riposta al confronto con le OO.SS. non ha purtroppo alcun riscontro nella realtà. Abbiamo ricordato l’impegno che la Ministra ha sempre ribadito, dalla prima volta che l’abbiamo incontrata nel 2023, di voler dare continuità al confronto e risposte rispetto alle questioni poste anche attraverso una calendarizzazione di incontri tecnici. Per questo sentirsi di nuovo rappresentare, a due anni di distanza, la solita storia dell’ascolto, è a nostro avviso un fatto grave che ben rappresenta l’esatto opposto di quanto si vuole far credere circa la considerazione riposta al confronto con le Organizzazioni sindacali. Non di meno, abbiamo ribadito, che la FLC CGIL presenzierà ad ogni riunione e incalzerà in ogni modo il ministero rispetto alle sue responsabilità su tutti i temi posti, a cominciare dalla questione del precariato.

Proseguendo nell’intervento abbiamo anche citato alcuni specifici impegni che non hanno avuto riscontro, come quello preso rispetto al confronto sull’atto di indirizzo per il rinnovo del CCNL, che avrebbe dovuto dare un mandato ampio all’ARAN sui temi relativi ai nostri settori, oppure il confronto che si sarebbe dovuto organizzare con i presidenti degli EPR rispetto all’utilizzo dei fondi della valorizzazione professionale, che a nostro avviso devono servire anche ad incrementare il trattamento fondamentale delle retribuzioni.

Abbiamo posto rilievo in particolare anche al tema del precariato, ricordando la riunione del dicembre scorso, dove in diverse delegazioni erano presenti anche i lavoratori precari del CNR, in quei giorni occupato, che hanno rappresentato direttamente la situazione drammatica che stanno vivendo, sotto il profilo umano e professionale: dei dati del monitoraggio sul lavoro precario, che il ministero si era impegnato di lì a poco di condividere, ancora nulla, a sei mesi di distanza. Ancora nulla rispetto alla stessa richiesta fatta in una riunione successiva con i lavoratori precari dell’università!

Allora abbiamo deciso di dare noi alcuni dati sul precariato, prendendo spunto anche dalla cosiddetta riforma sul pre-ruolo che la ministra Bernini ha presentato in parlamento come disegno di legge a settembre dell’anno scorso e che, a nostro avviso, a differenza di quanto veniva affermato, perseguiva in concreto il solo obiettivo di mantenere l’attuale situazione, con tanti precari, a basso costo e senza diritti:

Da una nostra analisi della situazione nelle università pubbliche e negli enti pubblici di ricerca (limitatamente al personale docente, ricercatore tecnologo) al 31 dicembre 2024 ci sono:

  • 25.751 assegni di ricerca e 8897 tra RTDa (università) e TD (EPR in base all’art.151 CCNL Istruzione e ricerca): tot 34.648 posizioni
  • 52.704 docenti e ricercatori di ruolo nelle università e 14.479 ricercatori e tecnologi negli EPR: tot. 67183.
    Pertanto il rapporto tra lavoratori precari/di ruolo risulta essere il 52%, un dato che non ha paragoni nella pubblica amministrazione italiana!

Abbiamo quindi ribadito che il vero tema che poniamo, aldilà dell’affinamento e del dettaglio dei dati con il monitoraggio richiesto, è un impegno della ministra e del governo a reperire risorse economiche per far uscire la ricerca e l’università da questa situazione di inaccettabile precarizzazione.
Abbiamo anche ricordato l’affermazione della ministra, sempre nella riunione del dicembre scorso, rispetto alla possibilità di reperire risorse anche al di fuori della legge di bilancio: di quell’affermazione non abbiamo avuto riscontro e dei soldi per la stabilizzazione dei lavoratori precari non se ne è più parlato e quest’ultima riunione a riguardo non ha fatto certo eccezione.
Tra qualche giorno la legge sul pre-ruolo voluta dal ministero, seppur in versione ridotta, diventerà legge, sottoforma di un emendamento approvato nella conversione in legge del decreto legge “recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di attuazione delle misure del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per l'avvio dell'anno scolastico 2025/2026”:
a riguardo abbiamo informato il tavolo di aver scritto di nuovo alla Commissione europea rispetto al fatto che la norma in approvazione, al pari del disegno di legge 1240 presentato inizialmente dalla ministra Bernini, non rispetta gli impegni assunti in base alla riforma 1.1 della Missione 4, Componente 2 del PNRR sulla revisione del cosiddetto pre-ruolo e abbiamo ribadito che per risolvere il problema del precariato non servono introdurre ulteriori figure precarie ma servono risorse, posti stabili e processi di stabilizzazione per il personale che oggi per buona parte manda avanti il sistema di Ricerca e Formazione universitaria del nostro paese.

Ulteriore tema che abbiamo posto è quello della legge delega di riforma dei settori previsto dal DDL semplificazioni approvato al Senato, avanzando di nuovo la richiesta di un confronto considerata l’importanza delle riforme che si preannunciano. A riguardo abbiamo citato anche l’intervento attuato nel DL PA 2025 che prevede la nuova figura per l’AFAM del dirigente amministrativo di seconda fascia, nel numero massimo di 35 unità, da attribuire in base ad aggregazione territoriale alle 103 istituzioni del comparto: intervento di cui non si aveva nessuna notizia e di cui non si comprende allo stato le motivazioni e soprattutto che si inserisce in un contesto dove altre sembrano le priorità, dalla governance, alla mobilità, al recupero del budget assunzionale ridotto dall’ultima legge di bilancio.

In conclusione della riunione il capo di gabinetto ha affermato rispetto alla legge che delega il governo alle riforme sull’università, la ricerca e l’AFAM, che essa non rappresenta il veicolo attraverso cui fare riforme ma solo uno strumento per sistematizzare norme esistenti e quelle che si stanno realizzando sui singoli settori, come quella sulla riforma dell’ASN di questi giorni.

Per quanto riguarda la grave e assurda situazione creatasi al CNR rispetto alla scadenza degli organi, su cui la FLC CGIL ha rilasciato un comunicato stampa, il capo di gabinetto ha informato della proroga di 90 giorni del Direttore Generale ed ha assicurato sulla massima attenzione da parte della ministra e che nella prossima settimana verranno adottate le opportune soluzioni (c’è da chiedersi come mai, visto che la scadenza degli organi non è certo un fatto improvviso o accidentale, si sia arrivati a lasciare il maggior ente di ricerca del paese senza governo...)

Infine il capo di gabinetto ha ribadito l’intenzione di procedere ad incontri con le OO.SS. su punti più specifici ed ha proposto per la prossima riunione la data del 3 luglio (poi anticipato al 26 giugno) per discutere sulle questioni legate alla governance del sistema Afam e sul monitoraggio del precariato negli enti di ricerca.

 

FLC CGIL NAZIONALE