Si è svolto ieri, 8 febbraio, l'incontro tra il Ministro Profumo e i sindacati di categoria sulle problematiche della ricerca pubblica. Richiesto da FLC CGIL, FIR CISL e UIL RUA, è stato il primo incontro con il Ministro dall’insediamento del nuovo governo Monti.
In premessa il Ministro ha enunciato alcune priorità da affrontare per il settore che sono identificabili nella necessità di rafforzare l'attività di ricerca, principalmente aumentando la capacità di fare rete e di recuperare gli ingenti fondi che l'Europa mette a disposizione per la ricerca, anche con il contributo italiano. Infatti ha ricordato, come già fatto in altre occasioni pubbliche, che l'Italia contribuirà al prossimo programma quadro settennale con una somma considerevole, che è più o meno equivalente ad una finanziaria. E' quindi necessario, stante anche la difficile crisi economica, che la nostra capacità competitiva nel recuperare risorse su quel versante aumenti, diventando pari almeno a quanto contribuiamo alla determinazione del budget europeo. Oggi sul 14% di “quota” versata, l’Italia ne “recupera” solo circa l'8%.
Altra priorità per il Ministro sono i giovani, a quali si deve dare la possibilità di accedere al mondo della ricerca e allo stesso tempo di poter programmare la loro vita in un tempo ragionevole.
Il ministro ha quindi proposto:
La FLC CGIL, che è stata la prima organizzazione sindacale ad intervenire, ha evidenziato, pur nella consapevolezza dei tempi stretti in cui il Ministro dovrà operare, alcune questioni prioritarie che dovranno essere affrontate per un rilancio del sistema degli Enti Pubblici di Ricerca:
Nella replica alle osservazioni delle Organizzazioni sindacali presenti, il Ministro ha affermato che è sua intenzione aprire in tavolo di confronto con il Ministro della Funzione Pubblica, Patroni Griffi, e con il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Giarda, per affrontare le specificità degli EPR, il tema della Governance e dell’autonomia, delle azioni e dei possibili aggiustamenti sotto il profilo della semplificazione, della gestione amministrativa, della responsabilità scientifica e delle flessibilità necessarie a garantire il miglioramento degli obiettivi degli Enti. E' certamente sua convinzione che il modello dell'autonomia responsabile sia quello migliore.
Ha già avviato una ricognizione di tutti gli Enti di Ricerca strumentali e non strumentali, ed è sua intenzione fare il possibile per superare l'enorme frammentazione del settore. Crede che, se necessario, sarà possibile un approfondimento sulla VQR, ma nessuno dovrà temere la valutazione.
Sul tema delle risorse ha annunciato che non ci saranno finanziamenti aggiuntivi perché, com’è noto, la situazione è molto difficile sul piano economico. Sarà quindi necessario sotto questo aspetto lavorare per organizzare e gestire al meglio le risorse disponibili, anche quelle europee, per non disperdere le intelligenze.
Sul tema della precarietà e della stabilizzazione ha fatto presente come sul tema ci sono rigidità sia da parte della UE che del Ministero del Tesoro, sulla possibilità di utilizzare, per le assunzioni, risorse che non rientrano nei fondi ordinari. Ma ha assicurato che il tema sarà all’ordine del giorno dei tavoli tecnici di confronto.
Sul tema delle nomine dei Presidenti degli Enti ha assicurato il suo massimo impegno per uscire dalla situazione emergenziale. In particolare per il CNR e l’Area Science Park ha comunicato che è prossima l’individuazione, da parte del search comitee del 5° componente della rosa dei candidati già precedentemente individuati alla presidenza dei due Enti richiamati. Tale integrazione è propedeutica all’avvio della procedura di nomina dei due nuovi Presidenti, che potrà avvenire nel più breve tempo possibile. Per l’INGV invece è ancora aperta la possibilità che possa essere confermato l’attuale Presidente, vista la diversa causa delle sue dimissioni.
Il Ministro ha richiamato le parti alla opportunità di definire un verbale di riunione da condividere, al quale fare proseguire il confronto su specifici temi, in appositi tavoli tecnici. In attesa del verbale e della definizione dei tavoli tecnici abbiamo sottolineato come la scelta di non investire nuove risorse, pure nella difficile situazione del Paese, è più di carattere idelogico che motivata dai problemi di cassa reali, in quanto, ad esempio è noto a tutti che è previsto un bando di alcune centinaia di milioni di euro per la ricerca nelle imprese e che quindi quando si vuole, seppur limitatamente, le risorse si possono reperire. Visto poi l’utilizzo che le imprese hanno fatto in passato delle risorse pubbliche ad esse dedicate per la ricerca e l’assenza di qualunque riscontro sul loro effettivo utilizzo, ci si chiede se non sia più opportuna un altra destinazione.
Le risorse nella ricerca pubblica non possono essere considerate una spesa per il Paese, quando sono esattamente un investimento per il futuro. Si tratta di scelte che non possono e non devono essere messe in competizione.
In conclusione possiamo dire che certamente il ministro ha mostrato un profilo dialogante e positivo, tuttavia verificheremo durante il percorso di confronto che è stato preannunciato, la reale volontà di recepire le nostre richieste e la necessità di iniziative di mobilitazione di sostegno alle rivendicazioni.
Ma il tema delle risorse resta tuttavia un punto debole su cui chiederemo con forza e attraverso l'iniziativa sindacale un deciso ripensamento. Le risorse sono necessarie anche per la stabilizzazione dei numerosi precari che oggi rappresentano circa il 50% degli addetti, non possiamo rassegnarci all’ineluttabile tendenza consolidata negli anni di ridurre gli investimenti nella ricerca pubblica.
Soprattutto su questo tema sarà necessario chiamare in causa il governo con le necessarie iniziative di mobilitazione.
Maggiori approfondimenti sul sito: www.flcgil.it
Roma, 9 febbraio 2012