La notte europea dei Ricercatori 2023

 

La notte europea dei ricercatori 2023

Come ogni anno si celebra la “Notte europea dei ricercatori”, ci chiediamo in che modo questo Paese investa nei nostri ricercatori e nella Ricerca pubblica. Le risposte purtroppo non sono soddisfacenti anzi possiamo dichiarare senza paura di smentita che i nostri ricercatori percepiscono stipendi di gran lunga più bassi dei loro colleghi tedeschi e inglesi. Se pensiamo poi alla strada lunga e tortuosa della carriera non ci stupiamo del perché oggi continuiamo ancora a parlare della “fuga dei cervelli”.

Scusateci quindi se la nostra Organizzazione sindacale pur consapevole che questa iniziativa è nata con lo scopo di aprire le porte del mondo scientifico ai cittadini, per creare un’occasione di incontro tra ricercatori e cittadini con l’obiettivo di diffondere la cultura scientifica nonché per far conoscere la professione del ricercatore, non può non denunciare che fino ad oggi in questo Paese la RICERCA PUBBLICA e I RICERCATORI non sono una priorità anzi forse sono un problema.

Sulla pagina del Ministero dell’Università e della Ricerca si possono leggere testualmente le seguenti parole: “La manifestazione è un’occasione per fare luce sul sapere scientifico, aprire le porte dei laboratori del Paese ai cittadini e mostrare l’impatto del lavoro di ricercatrici e ricercatori nella vita di tutti i giorni” e ancora “per fare luce sul sapere e mostrare l’eccellenza della ricerca italiana ai cittadini”.

Peccato, però, che tantissimi siano i ricercatori precari e che, addirittura, con l’ARAN sia ancora aperto l’affaire contratto di ricerca e tecnologo a tempo indeterminato. Bisogna assolutamente scongiurare l’ulteriore proroga degli assegni di ricerca per prevenire la cosiddetta “Fuga di cervelli”, causata dagli stipendi più bassi e dalle difficoltà a fare carriera.

E allora, alla luce di quanto enunciato, la riflessione viene da sé: come è possibile farsi promotori di un’iniziativa che dimostra l’importanza della ricerca e poi non riconoscere ai ricercatori quanto loro spettante? Noi porteremo avanti la nostra battaglia con la speranza di riuscire a riconoscere ai ricercatori un’adeguata retribuzione e un “giusto” inquadramento.

 

Il Segretario Generale
Attilio Bombardieri