La ricerca europea in movimento contro l'austerity

La ricerca europea in movimento contro l'austerity

Un periodo di intensa mobilitazione nel mondo della ricerca italiano ed europeo. A partire dalla Notte dei ricercatori svoltasi lo scorso settembre, gli scienziati europei non si sono mai fermati. Con un appello in rete, ma anche con manifestazioni, petizioni e lettere aperte, ci hanno ricordato che investire in conoscenza è la giusta via d'uscita dalla crisi che ci avvilisce e che l'investimento statale in ricerca è uno dei motori principali dello sviluppo economico.

L'obiettivo è quello di creare un movimento europeo contro l'austerity che sta distruggendo ogni possibilità di una seria politica della ricerca e dello sviluppo. Proprio per questo in Italia, la settimana dal 14 al 18 ottobre è stata la Settimana per la scienza e la cultura, con un susseguirsi di eventi su tutto il territorio nazionale dedicati alla promozione dell'importanza degli investimenti in ricerca e cultura.

Nel nostro Paese i nefasti interventi inaugurati dalla Legge Gelmini sul sistema pubblico di ricerca hanno portato alla riduzione del 20% del finanziamento che è diventato un taglio del 90% del reclutamento e del 100% dei progetti di ricerca di base. Insomma, siamo molto lontani dalle intenzioni contenute nel Trattato di Lisbona.

Il Governo Renzi che aveva preannunciato un riordino del comparto di cui si sono perse le tracce, sembra nei fatti intraprendere la solita direzione: tagli, tagli e ancora tagli.

È per questo che i ricercatori italiani saranno in piazza il 25 ottobre alla manifestazione nazionale della CGIL per cambiare la politica sul lavoro del Governo e l'8 novembre alla manifestazione unitaria dei sindacati per lo sblocco dei contratti collettivi di lavoro nei settori pubblici. Per il rinnovo del contratto, per promuovere una seria politica di investimenti e di rilancio del nostro sistema ricerca, per una reale autonomia di tutti gli EPR, contro la precarietà.