La UIL non sottoscrive il CCNL 2019/2021

LA UIL NON SOTTOSCRIVE IL CCNL 2019/2021
ABBIAMO CONFERMATO IL NOSTRO NO AL CCNL ISTRUZIONE E RICERCA  
2019‐2021 NON SOTTOSCRIVENDO IL 18 GENNAIO IL TESTO DEFINITIVO

 

Dalla firma dell’ipotesi a oggi permangono tutte le motivazioni del NOSTRO NO che continueremo a sostenere e rappresentare in tutti i confronti con l’ARAN e il Governo negli incontri previsti nei prossimi mesi.

Abbiamo in questi mesi denunciato con forza tutte le criticità di un contratto che non rispondeva all’esigenze del Personale dei nostri Enti, con la speranza che anche le altre Organizzazioni Sindacali aprissero gli occhi e avessero un sussulto di coraggio per rivendicare un Contratto dignitoso attraverso anche l’eliminazione di quei vincoli che a tutt’oggi persistono e che non consentono quello sviluppo professionale e crescita economica che i nostri lavoratori meritano.

La UIL non è disponibile a sacrificare diritto e dignità dei Lavoratori sull’altare della convenienza sindacale.

Vi ricordiamo perché non abbiamo firmato.

Nel settore dell’Università il contratto peggiora le aspettative economiche e professionali del Personale.

  1. Progressioni economiche orizzontali (PEO)
    Diminuisce il numero di passaggi economici passando da sette a quattro, diminuisce il differenziale economico nei passaggi e, di conseguenza, nel lungo periodo si avrà la diminuzione delle aspettative di crescita economica rispetto a quella attuale.

    Tra i criteri di valutazione viene esclusa l’anzianità di servizio a fronte dell’esperienza professionale e viene inserita tra i criteri la performance individuale il cui peso non potrà essere inferiore del 40%;

  2. Progressioni economiche verticali (PEV)
    La prima applicazione del contratto per la valorizzazione professionale, possibile in deroga al titolo di studio, non è prevista per le ex categorie D (oggi funzionari) ed EP, creando una palese discriminazione tra il Personale e, di fatto, facendo perdere al tempo stesso una grande opportunità di valorizzazione professionale. Per il Personale EP non è stata creata nessuna possibilità di sviluppo non avendo voluto creare l’AREA EQ come invece richiesto dalla UIL.

    Inoltre, l’Università è l’unico settore all’interno del pubblico impiego nel quale a due categorie (D ed EP) viene impedita la progressione verticale in prima applicazione e tutto ciò è inaccettabile;

  3. Tecnologo a tempo indeterminato
    Il contratto ha rinviato a sequenza contrattuale l’introduzione della figura professionale del Tecnologo a T.I., creando un vulnus per quanto riguarda la possibile stabilizzazione del Personale assunto come Tecnologo a T.D. con le risorse del PNRR e non dando alcuna aspettativa ai “tecnici/laureati e/o laureati/tecnici” oltre che al Personale EP che avrebbe potuto avere un ulteriore sbocco professionale ed economico;
  4. Policlinici Universitari e A.O.U.
    Anche in questo caso, il rinvio a sequenza è servito a non affrontare uno dei più annosi problemi del sistema universitario, a danno del Personale che si trova in una giungla interpretativa in cui Amministrazioni Universitarie e Sanitarie agiscono creando regole fantasiose a discapito del Personale.

    Non si ha il coraggio di indicare con chiarezza quali sono i Policlinici di tipo A, non si risolvono i problemi degli EP medici, non si definiscono regole univoche ed esigibili per tutti.

Nel settore della Ricerca non si è voluto definire un nuovo Ordinamento professionale della Ricerca che ricordiamo mette in discussione l’utilizzo dello 0,55 del monte salari del 2018, che sappiamo essere legato al nuovo modello di ordinamento che oggi questo contratto non contempla. Di fatto, nel pubblico impiego tutti i contratti hanno modificato gli ordinamenti professionali, tranne che nel settore della Ricerca pubblica.

Questo dimostra, a nostro avviso, l’attenzione del Governo nei confronti del Personale degli EPR e, in particolare, di quei Ricercatori che rappresentano le eccellenze del nostro Paese.

La politica riempie i talk show della necessità di far rientrare i nostri cervelli in fuga, di riportare in Patria i nostri Ricercatori che in Europa e nel mondo risultano essere sempre tra i primi nelle classifiche mondiali. Da una parte si fanno norme non risolutive e si stanziano risorse spot, dall’altra quando si tratta concretamente di valorizzare professionalmente ed economicamente quelle figure professionali, si rinvia a data da destinarsi la soluzione.

Come se non bastasse ricordiamo il Contratto di Ricerca...

Anche in questo caso, il rinvio a sequenza contrattuale ha causato un danno ai nostri figli, ai nostri giovani che hanno riposto grandi aspettative legate ad una norma che avrebbe dovuto risolvere, anche se in parte, i problemi dei Dottorandi e degli Assegnisti di ricerca che vengono sfruttati senza tutele e dignità.

È bene sottolineare che il rinvio a sequenza ha favorito la proroga degli Assegni di ricerca per altri sei mesi garantendo al Governo la possibilità di spostare il problema a data da destinarsi.

Un Paese che non riconosce la cultura come volano e progresso è un Paese già sconfitto in partenza.

Non ci fermeremo sapendo di stare dalla parte giusta. Sapendo che non sempre firmare un contratto significa tutelare i lavoratori. Continueremo a tutelare le PERSONE, portando avanti le nostre istanze e le azioni nei confronti del Governo, dell’ARAN e delle Amministrazioni. LA UIL è un sindacato rappresentativo e in quanto tale ci starà sempre nel confronto con le controparti.

Diffideremo tutte quelle Amministrazioni che escluderanno i nostri dirigenti dai tavoli di confronto.

La UIL ha firmato il CCNL 2019‐2021 nella parte economica, ed è bene ricordare che alcune sigle sindacali, hanno esercitato il loro mandato sindacale a fronte della firma della sola parte economica del CCNL, esattamente come ha fatto la UIL. Anche su questo siamo pronti a dare battaglia con la passione e la coerenza che ci ha sempre contraddistinto, sapendo di stare dalla parte giusta!

Il Segretario Generale
Attilio Bombardieri