Lettera inviata alla Gelmini relativa ai nuovi statuti e regolamenti degli EPR

Lettera elettronica

Roma, 27 settembre 2010
Prot. n. 326/2010-cgil RR/fs-gr
On. Mariastella Gelmini
Ministro dell’Istruzione, della
Università e della Ricerca

e p.c.
Direttore Antonio Agostini
Direzione Generale per il
Coordinamento e lo Sviluppo della
Ricerca
Ministero della Università e della

Ricerca Scientifica
Piazzale J. F. Kennedy, 20
00144 Roma

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Oggetto: Nuovi statuti e nuovi regolamenti Enti Pubblici di Ricerca con vigilanza M.I.U.R.

On.le Ministro,
nella riunione del 22 u. s. le scriventi OO.SS. hanno avuto modo di esporre in maniera compiuta il loro pensiero e le loro prioritarie preoccupazioni sulla tematica di cui all’ oggetto, al dott. Antonio Agostini, al Suo V. Capo di Gabinetto dott. Varrone, agli altri Suoi collaboratori del Miur e della Sua Segreteria.
E’ stata una riunione la cui importanza non è sfuggita, e non sfugge, certamente alla nostra valutazione, se non altro per la considerazione comune riferita alla ristrettezza degli spazi di interlocuzione e di confronto concessi alle OO.SS. all’interno dei singoli Enti nella fase elaborativa delle proposte di nuovi Statuti.
In questo quadro complessivo l’incontro ha sicuramente evidenziato alcune tematiche sulle quali il convincimento e la sensibilità unitaria è ancora più forte e sulle quali le OO.SS. tornano ora, in via diretta, a sollecitare l’ attenzione massima del Ministro.
Sono quegli aspetti della elaborazione statutaria che, a nostro avviso, travalicano la specificità di Ente e rischiano di avere conseguenze devastanti nel nostro sistema organizzativo e scientifico pubblico extra-universitario nonché un effetto dirompente sulle stesse relazioni industriali e sindacali del Comparto della Ricerca.
Gli aspetti in questione, riguardano in particolare la bozza di nuovo Statuto del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ovvero il nostro maggiore ente pubblico di ricerca con evidente ripercussione su tutto il sistema e su tutto il Comparto.
 

(tetti di spesa per il personale)
La prima questione riguarda il contenuto della disposizione di cui al punto 5. dell’articolo 18 (Programmazione delle attività) della proposta di nuovo Statuto così come deliberata dal CdA integrato del C.N.R. laddove si recita che, all’interno del documento di previsione strategica decennale “ i trasferimenti statali al CNR relativi al fondo di finanziamento ordinario o ad altri fondi attribuiti senza vincolo di destinazione non siano utilizzati per più del 75% per spese di personale a tempo determinato ed a tempo indeterminato”.
L’approvazione dello Statuto con tale norma, bloccherebbe nell’immediato l’indizione di bandi di concorsi pubblici, che il CNR si appresta a pubblicare, utilizzando risorse del turn over 2009 che uno specifico DPCM ha già autorizzato per complessivi 525 posti.
A tale riguardo le pur significative rassicurazioni del Direttore Agostini (e dello stesso CNR) circa la non perentorietà e la prudenziale tendenzialità della norma in questione non appaiono sufficienti a fugare la convinzione delle OO.SS. circa gli effetti distorcenti che la stessa potrebbe produrre già nella condizione e situazione in essere dell’ Ente.
Si richiama l’attenzione del Ministro su due aspetti in particolare:

- già il D.L. 78/10 convertito con legge n.122/10 prevede per gli Enti di ricerca, il limite dell’80% riferito alla proprie entrate correnti complessive anziché al fondo di finanziamento ordinario. Perchè intervenire e contraddire, esasperandola, questa norma?
- già oggi rispetto al Fondo di dotazione ordinaria le spese per il personale del CNR costituiscono più dell’ 80% (mentre superano di poco il 40% delle entrate complessive).
Tenendo conto della tendenzialità alla decrescita del Fondo non è escludibile a priori che tale norma possa indurre politiche di dismissione delle risorse umane dell’ Ente, con possibili ricadute su tutto il sistema degli EPR, anziché condurre al loro potenziamento. Come si coniuga tale linea d’intervento con il deficit strutturale di personale di ricerca del sistema di ricerca pubblico extra universitario, e complessivamente di tutto il sistema di Ricerca e Sviluppo, stanti i nostri ritardi rispetto ai competitor a livello europeo e internazionale?
 

(coinvolgimento della comunità scientifica interna)
Un’ulteriore questione riguarda il coinvolgimento della comunità scientifica interna coerentemente con i principi enunciati dalla Carta Europea dei Ricercatori, richiamato dallo stesso D.Lgs. 213/2009, di cui chiediamo la piena applicazione. Riteniamo necessaria l’introduzione di una maggior partecipazione dei ricercatori alla definizione della strategia e alla gestione dell'Ente. La Carta Europea dei Ricercatori sancisce che “i datori di lavoro e/o i finanziatori dei ricercatori dovrebbero riconoscere che è del tutto legittimo nonché auspicabile che i ricercatori siano rappresentati negli organi consultivi, decisionali e di informazione delle istituzioni per cui lavorano in modo da proteggere e promuovere i loro interessi individuali e collettivi in quanto professionisti e da contribuire attivamente al funzionamento dell’istituzione.”
Si chiede, pertanto che nello Statuto venga chiarito che tutte le rappresentanze, di ciò che viene chiamata comunità scientifica di riferimento, siano da intendersi come personale appartenente all’Ente di riferimento sia come elettorato attivo che passivo. E per quanto riportato dalla Carta non si ritiene che sia ravvisabile alcun conflitto d’interessi.
Considerato che la Legge 165/07 all’art. 1 comma 6 prevede l’emanazione di decreti correttivi nei 12 mesi successivi all’emanazione del D.Lgs 213/09 di riordino si chiede di provvedere per questa via a sanare l’attuale incongruenza tra il Decreto Legislativo di riordino, il D.L. 78/10 convertito con Legge 122/10 e l’attuale bozza di Statuto CNR presentata a questo Ministero sancendo una volta per tutte il numero di sette dei componenti del CdA. Per quanto riguarda i Consigli scientifici sia Generale (art. 8 c 3 dello Statuto) che dei Dipartimenti i due rappresentanti della comunità scientifica interna siano eletti dal personale dell’Ente.
 

(personale a tempo determinato)
Un altro aspetto riguarda anch’esso la fissazione di un altro “tetto” quello di cui al punto f) dell’ articolo 4 (Principi di organizzazione) che “limita ad un periodo complessivo non superiore a dieci anni, anche non continuativi, i rapporti a tempo determinato con la stessa persona, siano essi di lavoro, di collaborazione e di formazione, ivi compresi gli assegni di ricerca e le borse di studio”
Anche questa norma potrebbe a nostro avviso, essere anticostituzionale e comunque difficilmente gestibile. Ci chiediamo, infatti, come sia possibile escludere dalla partecipazione ad un concorso pubblico per contratto a tempo determinato un cittadino solo perché ha svolto10 anni di attività nel CNR?
Nel merito delle ricadute della norma sulla funzionalità del CNR ci preme inoltre sottolineare come, in carenza di percorsi di ingresso con tempi certi e con l’aleatorietà della programmazione delle attività dovuta ai ritardi nella ripartizione del FFO, la suddetta norma andrà pesantemente a penalizzare le elevate professionalità formate all’interno dell’Ente.
 

( tenure track)
Un ulteriore aspetto riguarda la disciplina di percorsi per il reclutamento a tempo indeterminato rivolti a personale con contratto a tempo determinato, la cosiddetta “tenure track”, di cui al punto g) del sopra citato articolo 4, laddove si prevede che tale procedura possa applicarsi al solo personale ricercatore con esclusione, dunque, di quello tecnologo, tecnico e amministrativo.
Già il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro vigente, regolarmente registrato dalla Corte dei Conti e deliberato dal Governo, applicabile in tutti gli Enti Pubblici di Ricerca, prevede tale norma.
 

(oiv)
Si chiede infine di modificare l’art. 10 abrogando il comma 3 poiché genera confusione tra l’OIV (normato dall’art. 14 del D.L.gs 150/09 che è un organismo di misurazione della performance e di controllo di gestione) con i Nuclei di Valutazione Interna chiamati ad essere i referenti dell’ANVUR dal regolamento emesso con DPR n° 76/10 art. 3 comma 1 lettera c. di cui non si fa cenno nello Statuto.
Nell’ambito della discussione sui Comparti di Contrattazione chiediamo un impegno preciso per un azione comune da parte del MIUR e del Dipartimento della Funzione Pubblica in difesa del contratto del Personale della ricerca quale strumento imprescindibile per la tutela e la valorizzazione delle professionalità, dell’ordinamento e delle caratteristiche proprie del settore della ricerca pubblica.
Nella certezza di aver esposto, seppur in sintesi, problematiche di assoluta attinenza alla specifica organizzazione del lavoro delle alte Istituzioni scientifiche- dunque meritevoli dell’attenzione della disponibilità del Ministro ai necessari aggiustamenti- le scriventi OO.SS ringraziano ed inviano al Ministro stesso i più distinti saluti.

 

 

FLC CGIL
f.to Rosa Ruscitti
FIR CISL
f.to Marcello Leoni
UIL URA
f.to Americo Maresci