Lettera unitaria ministri Madia e Poletti per problema precariato

Roma, 12 ottobre 2016

AL MINISTRO PER LA SEMPLICAZIONE E LA
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
On. Marianna Madia
C.so V. Emanuele II, 116
00186 - ROMA
AL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE
POLITICHE SOCIALI
On. Giuliano Poletti
Via Flavia, 6
00187 - ROMA

L'art. 17 della legge delega n. 124 del 7 agosto 2015 " Deleghe al Governo in materia di  riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche" prevede all'art.17 "Riordino della disciplina del lavoro alle  dipendenze delle amministrazioni pubbliche" tra i principi per la riorganizzazione al comma 1 lettera o) "la disciplina delle forme di lavoro flessibile, con individuazione di limitate e tassative fattispecie, caratterizzate dalla compatibilità' con la peculiarità del rapporto di lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche e con le esigenze organizzative e funzionali di queste ultime, anche al fine di prevenire il precariato".
Si tratta di principi assolutamente condivisibili, sia nel merito che in relazione alla particolare natura delle realtà lavorative nelle quali portano avanti la loro attività coloro che sono chiamati ad operare con "rapporti di lavoro flessibili".
Condivisibile è il riferimento innovativo alla "individuazione di limitate e tassative fattispecie".
Condivisibile è l'obiettivo di "prevenire il precariato".
La situazione attuale del lavoro flessibile nelle pubbliche amministrazioni è infatti tuttora caratterizzata da un iperattivismo del legislatore che ha determinato un quadro normativo disorganico e problematico, difficile da gestire anche per gli elevatissimi livelli di precarietà che ha generato.
CGIL, CISL e UIL sono portatrici di proposte di merito sia in relazione alla limitazione delle forme di lavoro flessibile, sia alle necessarie misure che da un lato ne impediscano la proliferazione e dall'altro ne facciano strumento di stabilità del lavoro.
Queste proposte e richieste verranno presentate nel momento in cui le organizzazioni sindacali verranno sentite sul complesso della delega ex art.17, così come previsto dalla stessa.
Nel frattempo segnaliamo la assoluta necessità che nella Legge di bilancio, di prossima emanazione vengano individuate soluzioni positive rispetto a temi che oggi riguardano il lavoro "flessibile"e che rivestono un carattere di "vera e propria emergenza.
Ci riferiamo:
• alla imminente scadenza ( 31.12.2016) dei circa 2000 contratti a tempo determinato alle dipendenze delle Province e dei Centri per l'Impiego prevista dall'articolo 4 del Dl 101/2013 convertito nella legge 125/2013;
• alla previsione di cui all'art. 2 del d.lgs. 81/2015 che prevede che dall'l.1.2017 è comunque fatto divieto alle Pubbliche Amministrazioni di stipulare i contratti di collaborazione coordinata e continuativa;
• alla scadenza imminente della proroga degli assegni di ricerca contenuta nella legge 11/2015 (circa 16.000);
• alla scadenza al 31/12/2018 di tutti i contratti a tempo determinato, non compresi tra quelli di cui al primo punto, attivi nelle Pubbliche Amministrazioni.
Il Conto annuale 2014 quantifica la numerosità dei contratti interessati dal secondo e dal terzo punto (rispettivamente circa 36.000 e 80.000).
Le recenti pronunce della Corte di giustizia dell'Unione europea e della Corte Costituzionale (187/2016) rendono non più praticabile la semplice disciplina della proroga (in presenza di contratti a tempo determinato ultratriennali) laddove ciò avvenga, in assenza di nuove e congrue misure certe di reclutamento.
Per i Contratti di collaborazione l’attuazione della delega ex art. 17 della legge 124/2015, non può che prevalere rispetto alla data prevista dal d.lgs. 81/2015 (l.1.2017) che porterebbe alla traumatica conclusione  dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa oggi attivi e che proprio in ragione di tale scadenza hanno durata fino al 31.12.2016.
Siamo certi che il Governo non potrà esimersi dall'adottare già nella Legge di Bilancio le misure necessarie per evitare la perdita dei posti di lavoro di tanti lavoratori che assicurano servizi fondamentali nelle Pubbliche Amministrazioni (dalle amministrazioni centrali, alla sanità, alle autonomie locali, alle università ed agli enti di ricerca).
Ciò non solo per le evidenti ricadute sul piano sociale ed occupazionale, ma anche perché alla vigilia dell'attuazione di un principio di delega che si basa su misure innovative per " prevenire i l precariato".
Cordiali saluti.