Newsletter 17 aprile 2020

 

Buoni pasto e smart working: incompetenza o malafede ?

La newsletter di oggi contiene un'analisi impietosa delle ultime disposizioni in materia di personale contenute nella nota dell'8 aprile 2020.

Analizzata da esperti in diritto del lavoro, la nota dell'amministrazione del CNR ne esce a pezzi.
Un insieme confuso di interpretazioni unilaterali e fantasiose dell'amministrazione del CNR che unisce banali ovvietà con improbabili salti pindarici, senza alcuna motivazione plausibile.
Da affermazione apodittiche e prive di qualsiasi riscontro normativo sulla collocazione forzata in lavoro agile, all'istigazione ai direttori a compiere un falso ideologico nel modificare atti pubblici - le attestazioni di presenza - per inserire al loro interno un dato non veritiero.

L'amministrazione - forse distratta o forse in modo colpevolmente doloso - confonde indennità sostitutiva di mensa con i buoni pasto per motivare la violazione del contratto e produrre un avanzo di bilancio nelle casse del CNR.

Come mai i sindacati confederali sono stranamente silenti sul punto? Non sarà forse per i vari accordi locali - illegittimi - che hanno concordato con l'Ente e che consentono a chi in sede centrale e dintorni opera su turni di percepire il buono pasto dopo sole 4 ore?

Come giustificare che nel 2020 si utilizzino ancora gli arcaici buoni pasto cartacei se non per l'incapacità dell'Amministrazione Centrale non solo di farsi promotrice dell'innovazione? Eppure la modalità elettronica comporterebbe una detassazione che arriva pesare fino 250 euro/annui ai lavoratori del CNR.

Articolo 33 si impegna a promuovere - gratuitamente - un'azione collettiva in tal senso per le lavoratrici e i lavoratori che s'impegnino a versare i buoni pasto illegittimamente sottratti ad Emergency e Medici Senza Frontiere (MSF) che stanno, in questo momento, attivamente collaborando, portando la loro esperienza internazionale nelle zone calde colpite da emergenze epidemiche. (per saperne di piu')