Non abbiamo sottoscritto il Contratto 2019-2021: Perché?

COMUNICATO AL PERSONALE CNR 3/2024

NON ABBIAMO SOTTOSCRITTO IL CONTRATTO 2019-2021
PERCHÉ?

 

  • Perché la nuova intesa dopo il CCNL 2016-2018, da tutti definito “di transizione”, avrebbe dovuto essere il passo in avanti necessario al pieno riconoscimento della specificità e del ruolo, essenziali e peculiari, della Ricerca Pubblica, dell’alta formazione e della produzione di nuova conoscenza. Si conferma invece come l’ulteriore spinta all’omologazione di quest’ultimi a regole ed assetti propri della Pubblica Amministrazione.
  • Perché, seppure essenziali, le nuove risorse (quelle del PNRR e quelle della Finanziaria 2022 e quelle destinate, con colpevole ed annoso ritardo, finalmente a tutti gli EPR) da sole e, soprattutto, senza nuove regole non bastano a rispondere alla domanda crescente di valorizzazione professionale sia di Ricercatori e Tecnologi sia del personale Tecnico ed Amministrativo degli EPR.
  • Perché il compito precipuo di un nuovo e vero Contratto Nazionale dovrebbe essere quello di dare certezza e concreta esigibilità a tutti gli istituti contrattuali in sede di sottoscrizione dei CCNI e non di lasciare le relazioni sindacali del nostro settore in balìa dello strapotere e della discrezionalità delle controparti pubbliche e di regole che vincolano l’autonomia degli EPR e della contrattazione e che mettono in competizione inaccettabile nuova occupazione e riconoscimento professionale, risorse accessorie e risorse per lo sviluppo.
  • Perché gli inaccettabili ritardi e le chiusure pregiudiziali dell’Aran sul piano ordinamentale (a luglio 2023 non vi erano ancora proposte dell’Agenzia per quanto riguardava il Personale Ricercatore e Tecnologo) avallati, ed anzi aggravati, nei fatti dalle chiusure e dalle negative prese di posizione del Comitato di Settore e delle Presidenze degli Enti, hanno umiliato il lavoro e le proposte per lunghi mesi fornite dal Sindacato ai tavoli delle commissioni paritetiche. Hanno inoltre rinviato impropriamente alle cosiddette “sequenze contrattuali” un adempimento proprio del tavolo CCNL ed oggi rischiano di mettere in concreto pericolo l’utilizzo dello 0,55% destinato al nuovo ordinamento, costituendo, infine, un grave ostacolo alla costruzione di un modello ordinamentale di vera valorizzazione tanto del Personale Ricercatore e Tecnologo così come di quello Tecnico ed Amministrativo;
  • Perché ci domandiamo ancora, e domandiamo in particolare all’Aran ed agli Enti di controllo amministrativo che hanno approvato il CCNL, dove stanno, e quale utilizzo si vuol farne, inparticolare per gli EPR, delle risorse del 5% a completamento del 95% della parte economica anche da noi sottoscritta (interrogativo da estendere in particolare per la Ricerca a tutti i firmatari del CCNL 2019-2021).

ED ORA?

Ora l’impegno primario della UIL RUA sarà quello di difendere i propri diritti di piena partecipazione ai tavoli di contrattazione, respingendo decisioni ed interpretazioni da noi giudicate illegittime avendo il nostro sindacato sottoscritto l’accordo economico del dicembre 2022 e non essendo il nuovo CCNL un “testo unico” bensì la risultante della sedimentazione progressiva di norme derivanti da accordi ed istituti contrattuali precedenti e tuttora in vigore, e soprattutto quello di sensibilizzare e rafforzare, con la necessaria spinta di tutto il personale degli Enti, l’impulso, la chiarezza ed il coraggio che ancora mancano al confronto sul nuovo ordinamento:

  • per dare vita ad aggiustamenti e alla costruzione di un impianto ordinamentale che segni il necessario equilibrio tra aree di alta qualificazione (Personale Ricercatore e Tecnologo) e le aree del Personale Tecnico Amministrativo altrettanto essenziali e peculiari al supporto alla gestione ed al funzionamento efficiente ed efficace dei sistemi organizzativo-gestionali della ricerca;
  • per offrire alle nuove leve di Ricercatori, Tecnologi, Tecnici e Amministrativi un percorso di carriera ed una dinamica retributiva non penalizzante rispetto a quella attuale (delta retributivo tra inizio e fine carriera) come sarebbero invece quelli che emergono dalle proposte attuali dell’Aran;
  • per dare ad una parte molto consistente del Personale attualmente in servizio la possibilità di cogliere, già in primo inquadramento ed anche negli attuali livelli apicali, le opportunità di crescita professionale proprie di un nuovo impianto ordinamentale;
  • per evitare che il prospettato nuovo inserimento della figura delle Elevate Professionalità (EP) non costituisca, da un lato, uno strumento per una spaccatura e divisione netta tra tale figura e quella funzionaria nell’area amministrativa e dall’altro un ostacolo ed una “concorrenza” impropria ed inaccettabile con la figura ed il ruolo del Tecnologo degli Enti Pubblici di Ricerca, per noi ruolo e funzione essenziali in una moderna ed efficiente organizzazione degli Enti di Ricerca;
  • per valorizzare pienamente la peculiarità della figura del Collaboratore Tecnico degli EPR, cui per anzianità, esperienza professionale e titoli di studio va garantita una concreta e praticabile opportunità di intreccio con la figura del Tecnologo;
  • per riconoscere e valorizzare opportunamente gli Operatori Tecnici cui le attuali proposte dell’Aran al tavolo delle “sequenze contrattuali” riservano un trattamento ed una considerazione inaccettabili in considerazione di una loro attività esecutiva che richiede un importante bagaglio di conoscenza e competenza;
  • per snellire e semplificare, pur nel mantenimento del doveroso rigore, tutti i criteri di valutazione del Personale nelle dinamiche retributive orizzontali e verticali di carriera;
  • per impedire che i nuovi meccanismi costituiscano un attacco ed un inaccettabile irrigidimento delle progressioni di fascia del Personale Ricercatore e Tecnologo e per continuare a considerare, così come anche sancito in sede giurisdizionale, l’attuale articolazione come distribuzione di tre livelli economici di un unico profilo;
  • per ridisegnare e rivitalizzare tutte le declaratorie a cominciare, in particolare, da quelle del Personale Tecnico-Amministrativo degli EPR che non tengono conto del grande avanzamento di conoscenze e competenze da questo Personale acquisito in particolare in ambito digitale;
  • per rendere realtà concreta e praticabile nell’organizzazione e nella vita quotidiana degli EPR, e non solo vuote e retoriche declamazioni, le direttive e gli input europei che definiscono e regolano l’identità, il ruolo, gli spazi di autonomia, di iniziativa e di partecipazione alle scelte delle alte professionalità;
  • per superare tutte le difficoltà e gli ostacoli tuttora frapposti dagli Enti di Ricerca, ed in parte anche da una ancora insufficiente regolazione normativa (v. art. 58), alla autonomia e flessibilità nello svolgimento della propria attività del Personale Ricercatore e Tecnologo.

Federazione UIL SCUOLA RUA
“Ricerca Università Afam”
La Coordinatrice Nazionale CNR
Rossella Lucà

Federazione UIL SCUOLA RUA
“Ricerca Università Afam”
Il Segretario Nazionale
Mario Ammendola