Parere del Consiglio Scientifico Generale sulla Bozza di Statuto del CdA riguardo al "decreto Gelmini"

Care colleghe e cari colleghi,
ieri, 29 luglio, e' finalmente stata pubblicata la bozza di statuto del CNR elaborata dal CdA allargato. Il tempo trascorso e' troppo poco per esprimere un parere meditato, ci limitiamo, quindi a porre alcune domande.

Perche', se la data impressa a margine del documento e' 22 luglio 2010, il documento non e' stato pubblicato prima?

Perche' e' stato consegnato solo il 27 luglio mattina al CSG che si era riunito per esprimere il suo parere al riguardo? Non sarebbe stato forse opportuno dare tempo di studiarlo per poter esprimere un parere meglio meditato e condiviso? Riportiamo di seguito bozza del parere votato dal CSG, con 11 voti favorevoli e 2 contrari

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Parere del CSG sulla Bozza di Statuto del CdA allargato ai 5 esperti del MIUR
 
Il Consiglio Scientifico Generale, considerando i cambiamenti che stanno avvenendo a livello globale in materia di ricerca scientifica e innovazione, consapevole delle difficoltà in cui il Paese si trova, cosciente delle capacità di cui dispone l'Ente e del ruolo che questo può giocare per contribuire ad attuare un nuovo modello di sviluppo sostenibile, esprime le proprie preoccupazioni sulla bozza di Statuto che considera non innovativo, non adeguato e non rispondente ai criteri e
alle linee guida del DLgs 213/2009.
 
Pur rammaricandosi per la mancanza del tempo necessario ad effettuare un'analisi più dettagliata, il Consiglio Scientifico Generale si ritiene comunque in grado di esprimere un parere negativo sulla bozza di Statuto proposta.
 
Tale parere è motivato dal fatto che lo Statuto proposto non contiene gli elementi necessari a generare sostanziale rinnovamento, razionalizzazione e rilancio dell'Ente. In particolare lo Statuto dovrebbe aprire e stimolare nuove prospettive di sviluppo dell'Ente per metterlo in grado di:
- stabilire in modo chiaro l'autonomia dell'Ente e quindi ribadire il ruolo centrale della sua missione che è quello di produrre nuova conoscenza e di essere motore dello sviluppo del Paese;

- razionalizzare e garantire flessibilità ed efficienza all'Ente, avendo proposto un modello organizzativo complesso e multipolare, e introducendo numerosi dettagli organizzativi che sono materia di regolamento e che, se introdotti nello Statuto, possono paralizzare l'Ente;

- attuare la separazione di funzioni come previsto dall'art. 12 co. 2 del DLgs. 213/2009, introducendo una struttura organizzativa largamente verticistica, che esaspera l'attuale organizzazione dell'Ente.
  Si attribuisce tutta la capacità di programmazione e di coordinamento al Presidente ed al CdA, mentre Il CS risulta una struttura di supporto, con compiti di proposizione solo su richiesta, senza nessuna capacità autonoma. Ciò rappresenta un esempio evidente del mancato riconoscimento al Consiglio Scientifico delle funzioni previste all'art. 10 del DLgs 213/2009 volte a favorire la dimensione europea ed internazionale della ricerca, incentivando la collaborazione scientifica e tecnica  con istituzioni ed enti di altri paesi, così come "la collaborazione con le attività delle regioni in materia di ricerca scientifica e tecnologica a sostegno dell'innovazione per i settori produttivi;

- affidare ai Dipartimenti, come sancito nel DLgs. 213/2009, art. 9, co. 2, un ruolo centrale di riferimento  e valorizzazione delle comunità tematiche e disciplinari in ambito nazionale;

- coordinare ed integrare le attività per superare la frammentazione, la dispersione e la duplicazione delle attività attuali, evidenziate anche nel corso della valutazione degli Istituti dell'Ente;

- tutelare sul piano giuridico l'Ente, avendo introdotto la possibilità di promuovere la costituzione di nuove imprese conferendo personale proprio in costanza di rapporto;

- riconoscere al CS l'autonomia nella scelta del suo presidente e la competenza a esprimere un parere in materia di revisione dello Statuto;

- garantire ai ricercatori di poter orientare le proprie attività di ricerca all'ampliamento delle frontiere della conoscenza scientifica, nonché di poter essere rappresentati negli organi consultivi, decisionali e di informazione dell'Ente, in coerenza con i principi contenuti nella Carta europea dei ricercatori;

- potenziare la funzionalità delle strutture operative (Istituti), definire la capacità di indirizzo, di aggregazione e di coordinamento delle strutture intermedie (Dipartimenti) a sostegno delle attività degli Istituti, valorizzare l'indipendenza della programmazione, della gestione, del controllo e della valutazione da parte degli organismi centrali (Presidente, Consiglio di Amministrazione e Consiglio Scientifico);

- chiarire e quindi differenziare le attività di valutazione interna da quella esterna specificando che la prima
  è competenza dell'Ente (OIV) e la seconda dell'ANVUR.
 
Il CSG sottolinea la necessità di una attenta riconsiderazione dell'articolato dello Statuto sia al fine di eliminare elementi irrituali e/o inadeguati, potenzialmente in grado di mortificare la credibilità del CNR, sia per renderlo uno strumento efficace al riordino a lungo termine dell'Ente, stabilendone in modo chiaro i principi strutturali e funzionali.
 
Il CSG formula l'auspicio che anche attraverso la riconsiderazione della natura giuridica del termine del
16 Agosto di cui alla normativa siano create le condizioni perché sulla redazione dello Statuto si apra una reale e fruttuosa interlocuzione tra il CSG e il CdA integrato.
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Non ci stupiamo proprio di questo parere, in quanto il CSG ha prodotto, nella sua riunione del 6 maggio, un documento di linee guida per l'estensione dello statuto: da una prima lettura dello statuto proposto, non riusciamo proprio a capire in che modo il CdA allargato abbia tenuto conto di cio'.

Il 24 giugno, dopo 10 giorni dalla chiusura della consultazione online che organizzammo, inviammo al Presidente, alla casella rfc@cnr.it la prima versione del rapporto di sintesi contenente
anche i dettagli del parere espresso da 355 colleghi che hanno compilato il dettagliato questionario: in che modo, la bozza di statuto proposta dal CdA ha tenuto conto di questa parte di Rete scientifica? forse non ha avuto il tempo per farlo.

Ricordiamo anche che lunedi' 31 maggio e venerdi' 4 giugno si e' svolta, in Sede centrale, la consultazione del personale convocata dal Presidente: non doveva essere pubblicato un documento
al riguardo? non sarebbe stato quanto meno elegante, nei riguardi della Rete scientifica, pubblicare i contributi inviati alla casella rfc@cnr.it? Questi contributi non dovevano essere consegnati al CdA allargato per la elaborazione dello statuto? in che modo ne ha tenuto conto?

Nella bozza di statuto elaborata dal CdA non riusciamo a trovare alcuna traccia che indichi considerazione per quanto espresso dalla Rete scientifica.

Anche le organizzazioni sindacali hanno elaborato e consegnato le loro richieste e suggerimenti riguardanti la stesura del nuovo statuto.

Visibile conseguenza di questi tentativi di partecipazione alla progettazione del futuro del CNR e' l'esasperazione che ieri ha condotto all'azione di forza esercitata in Sede centrale dal
personale, questa volta autoconvocato, e da alcune organizzazioni sindacali. Come risultato, il CdA, nella riunione di ieri, non ha approvato lo statuto; inoltre, ci risulta che il CSG si riunira' nuovamente settimana prossima con un OdG che include queste rilevanti questioni.

In un ente di ricerca pubblico sono necessarie azioni di forza per esprimere il proprio parere?

In conclusione, vorremmo avanzare una sola richiesta riguardante il testo dello statuto.
L'articolo 7 (consiglio di amministrazione) dovrebbe iniziare nel seguente modo:

"Il consiglio di amministrazione e' organo che opera al servizio della Rete scientifica del CNR e in ogni momento puo' essere chiamato a documentare come questo sia avvenuto durante il suo mandato; esso e' composto ......"

Cordiali saluti

Marco Padula

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Marco Padula
US di Milano (Tecnologie Informatiche)
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