Piano per potenziamento infrastrutture del Dipartimento di Scienze Fisiche e Tecnologie della Materia (DSFTM)

Dipartimento

Scienze fisiche e tecnologie della materia

 

Cari Colleghi
Potete scaricare la versione finale del piano pluriennale per le infrastrutture del DSFTM a questo link

https://drive.google.com/file/d/13s78k1Xq4lh1MwQKdXMRwzRjut3I1TsY/view?usp=sharing

Sebbene molti di voi siano stati coinvolti nella sua stesura, vale la pena di riepilogare alcuni passaggi:

L’elaborazione del piano nasce da un finanziamento del Parlamento (47 miliardi di euro nella Legge di Bilancio per il 2017 e 36 miliardi di euro nella Legge di Bilancio per il 2018) per il rilancio delle infrastrutture del Paese. Da questo finanziamento discende un atto del MIUR (ora MUR) che assegna al CNR un finanziamento di 600 milioni di euro per il potenziamento dell’infrastruttura di ricerca, ripartito su quindici anni (2018-2033).

Il 5 Febbraio 2020 il CdA del CNR adotta la delibera 47/2020, nella quale illustra le linee guida per l’utilizzo del finanziamento. Alle linee guida è allegato un prospetto di spesa per le annualità 2020-2022 (da intendere a consuntivo per le quote 2019-2021), ottenuto purtroppo in modo frettoloso e senza seguire le linee guida approvate con la medesima delibera. Come specificato in una nostra precedente comunicazione, il Direttore Spinella ha ritenuto prudente indicare comunque alcune priorità del DSFTM da inserire nel piano, e le ha discusse con il CSD nella riunione del 20 Gennaio.

Indipendentemente da questa delibera, il DSFTM ha immediatamente iniziato una ricognizione molto più ambiziosa delle necessità di potenziamento infrastrutturale del Dipartimento su un arco temporale di 10 anni. Interrotto il lavoro per l’emergenza COVID, nuovo impulso è stato dato da una riunione che si è svolta il 7 Aprile, presenti il Direttore di Dipartimento, tutti i Direttori di Istituto, il CSD ed il Presidente Inguscio. Il DSFTM, meno coinvolto di altri in iniziative per l’emergenza COVID, ha stabilito di utilizzare proprio il piano infrastrutturale per definire meglio una strategia scientifica di lungo periodo come contributo al rilancio del Paese nella fase post-emergenza. Proprio per questo motivo il piano ha un respiro temporale ampio, e ciascun investimento è strettamente collegato ad un’attività scientifica ben definita e unica nel panorama del DSFTM.

Dopo questa prima riunione è cominciata una fase operativa con riunioni collegiali (Direttore di Dipartimento, Direttori di Istituto e CSD) a cadenza settimanale, nelle quali il piano che ora potete vedere ha preso forma. L’elaborazione delle proposte doveva sottostare ad alcuni vincoli:

  1. Le infrastrutture devono essere infrastrutture di Dipartimento, ovviamente allocate presso gli Istituti ma con politiche di accesso estensive, ove possibile con un comitato direttivo di utenti e con accesso regolato tramite proposal, in modo simile a quanto succede nel caso delle grandi infrastrutture internazionali.
  2. Le infrastrutture devono avere il più possibile carattere trasversale tra gli Istituti, e devono essere uno strumento potenziale di lavoro per un numero significativo di R&T del Dipartimento.
  3. Le infrastrutture devono avere un posizionamento scientifico molto chiaro e con caratteristiche di unicità all'interno del DSFTM. Sovrapposizioni di strumentazione e tematica scientifica vengono scoraggiate all'interno del DSFTM, e devono essere mediate con altri Dipartimenti ove questo sia possibile/necessario, soprattutto in caso di tematiche di ricerca la cui attribuzione sia controversa o discutibile. Questo implica la possibilità di progettare infrastrutture interdipartimentali, ove sussistano le condizioni.
  4. Le richieste di potenziamento "a pioggia" di piccole/medie apparecchiature diffuse in singoli laboratori o gruppi di ricerca sono state generalmente scoraggiate. Salvo eccezioni motivate e necessità contingenti, come quelle che stanno emergendo in questi giorni legate alle difficoltà di chiusura del bilancio 2019, la politica è quella di acquistare apparecchiature praticamente impossibili da comprare con il finanziamento di un singolo progetto di ricerca, con l’obiettivo secondario di far crescere attorno a questi oggetti una progettualità significativa in termini di finanziamenti esterni che completi la dotazione strumentale dell'infrastruttura con le piccole/medie apparecchiature.

Siamo partiti il 14 Aprile con 22 proposte iniziali di infrastruttura, realizzate in molti casi con il coinvolgimento della rete scientifica. Nelle riunioni successive le proposte sono state rimodulate e accorpate, con grande spirito di collaborazione da parte di tutti gli Istituti, fino ad arrivare alle 12 proposte contenute nel documento. Le 12 proposte necessitano ancora di un’articolazione temporale; si è scelto di non scendere a questo livello di dettaglio per due motivi: (i) dovendo tenere conto del solo finanziamento ministeriale, la natura pluriennale del finanziamento imporrebbe con il passare del tempo alcune forzose rimodulazioni del piano, per adeguarlo a mutate condizioni al contorno che sicuramente si presenteranno; (ii) il piano contiene un’idea di sviluppo scientifico ed infrastrutturale del DSFTM che va al di là dello specifico obiettivo di intercettare i finanziamenti del MUR; non appena il piano diverrà parte integrante della programmazione scientifica del Dipartimento nel PTA del CNR, ciascuno di noi potrà presentarsi a qualsiasi istituzione finanziatrice per richiedere un contributo al finanziamento di grandi infrastrutture di ricerca in una cornice istituzionale chiara e ben definita.

Un’ultima precisazione sul budget: abbiamo lavorato presupponendo un limite superiore di 100 milioni di euro per il piano nella sua interezza, assegnati alle singole iniziative con una mediazione collegiale. Spicca nella sua unicità il finanziamento per CNR@ELETTRA 2.0, che ammonta a quasi 1/3 del piano. Questo finanziamento è legato ad un’altra parte del piano di finanziamento del MUR, i 170 milioni già assegnati dal Ministro per il rifacimento dell’intero anello del sincrotrone. Le stazioni di misura del CNR sono gestite da due istituti del DSFTM (IOM ed ISM) e da un’istituto del DSCTM (IC). Ciononostante, ELETTRA è un’infrastruttura internazionale, con accesso di gruppi di ricerca da tutta Europa e, evidentemente, da tutto il CNR. Abbiamo quindi ritenuto di quantificare in 10 milioni il contributo del DSFTM al rifacimento delle stazioni di misura, e di demandare ad un confronto con il CNR e con tutti gli attori istituzionali interessati, facendo presente la valenza estremamente trasversale dell’infrastruttura, il reperimento della restante quota. Strategica per il piano ma senza oneri specifici per il DSFTM è invece l’iniziativa “Beyond–Nano Advanced semiconductors for high performance microelectronics”, che si giova di finanziamenti provenienti da altre istituzioni, come specificato nel documento.

Il CSD si riunirà nei prossimi giorni per una prima discussione sulla portata scientifica del piano per il nostro Dipartimento. Invitandovi come sempre a segnalarci tempestivamente eventuali criticità, inviamo a tutti un caro saluto.

Carlo Musio e Giuseppe Mattioli

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GIUSEPPE MATTIOLI
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