Privatizzazione del CNR e candidatura collettiva

Care Colleghe e cari colleghi,

sono costretto, ancora una volta, a segnalare la gravità del momento attuale.

In un’intervista apparsa ieri sul Corriere, l’ormai ex presidente Inguscio dichiara quello che a tutti pare chiaro essere il progetto per il CNR del nuovo governo. Non è rilevante in questa fase ricordare che in potenziale conflitto di interessi, Inguscio ha un incarico remunerato presso Human Technopole, che ripropone il modello IIT che tanto sembra piacergli.

Il progetto di privatizzazione del CNR, esplicitato in questa intervista è la naturale conseguenza di quanto accaduto nell’ultimo anno e leggendo bene l’articolo, fino in fondo, si capisce chi sono i responsabili ed i corresponsabili:

- il CNR è stato dapprima sterilizzato e tenuto a bagnomaria per un anno (in cambio di qualche piccolo favore come ad esempio quello di anticipare, per conto del ministro Manfredi, 3 milioni di € per il vaccino di Reithera);

- la recente convocazione del CdA e la nomina di un vicepresidente al di fuori delle previsioni statutarie sono state funzionali all'ulteriore sterilizzazione della selezione già operata dal precedente comitato in cui, evidentemente, a parte l’attuale ministra gli altri selezionati non erano funzionali allo scopo;

- l’avviso di chiamata per il presidente del CNR, pubblicato lo scorso 8 marzo in presenza di un avviso di chiamata precedente, oltre ad essere un atto di chiara arroganza, ha sostanzialmente modificato i requisiti per il presidente: scompare il requisito di "una pluriennale esperienza nella direzione di enti o strutture di elevata complessità pubblici e/o privati, operanti nel settore della ricerca" e dalla richiesta di “un’elevata qualificazione scientifica” della procedura di dicembre 2019  si è passati ad una qualificazione "tecnico-scientifica".

Questo delinea con chiarezza il profilo del presidente(-ssa) che dovrà gestire la privatizzazione del CNR.

A questa situazione possiamo rispondere in due modi: restandone indifferenti e lasciando che il processo segua il suo corso (tanto noi che ci possiamo fare ?) oppure coordinarci per azioni che rivendichino, ancora una volta, l’esigenza ineludibile di autogoverno.

A tal fine, visto che non è più richiesta la pluriennale esperienza di direzione, tutti i ricercatori e tecnologi che ritengano di avere un’elevata qualificazione scientifica possono candidare.

L’avviso è disponibile al seguente link e la presentazione della domanda – a differenza di un classico bando CNR- richiede solo pochi minuti.

Sarebbe un segno di grande vivacità della comunità interna nonché una formidabile richiesta collettiva di autogoverno, se arrivassero centinaia di domande dalla comunità interna, anche per mostrare al comitato di selezione tutte le nostre competenze.

 

Cordiali saluti

Vito Mocella

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