Care Colleghe e cari colleghi,
La lettura di tali chiarimenti lascia inalterate le critiche contenute nella nostra lettera ed anzi, se possibile, le rafforza.
In virtù dell’autonomia statutaria il CNR – all’epoca – aveva deciso di non accogliere tale rilievo del MEF, con una lettera motivata dell’allora DG che spiegava i motivi per cui una tale modifica del RACF avrebbe bloccato le attività dell’Ente per molti mesi all’anno.
Esattamente, nel 2019, il MEF scriveva :
art. 28, comma 4 si suggerisce di sostituire il presente comma con il seguente :
Le somme stanziate e non impegnate costituiscono economie di spesa. Qualora le somme impegnate siano destinate all’esecuzione di progetti di ricerca pluriennali, laddove gli impegni assunti siano superiori rispetti alle effettive necessità progettuali, è fatta salva la possibilità di procedere con disimpegni al fine di liberare le relative somme e destinarle ad altri progetti di ricerca.
Se, nel 2019, il MEF chiedeva di introdurre una specifica modifica al RACF in tal senso, vuol dire che era necessario modificare il RACF per poter operare nel modo che, oggi, prevede la circolare 24/2022.
Il CNR è un Ente dotato di autonomia statutaria, ovviamente soggetto alla legge e ai regolamenti. D’altra parte la stessa Corte dei Conti ha rilevato come la gestione attuale è in linea con la normativa (art. 40 del d.p.r. n. 97 del 2003) e RACF del CNR (art. 28) vigenti.
Non si comprende, quindi, per quale motivo il MEF debba “accettare” le tempistiche con cui un Ente autonomo come il CNR decide di modificare il proprio RACF!
Tale circolare è dunque stata emanata “in accordo con il MEF”?
Questo conferma la contraddizione intrinseca al fatto che la circolare “anticipa” una futura modifica del RACF e sta quindi superando il RACF in vigore, cosa che evidentemente una circolare non ha il potere di fare.
Mantenendo inalterate le motivazioni alla base della nostra lettera, chiediamo
-a Presidente e Direttore Generale di sospenderne l’efficacia.
Cordiali saluti
Vito Mocella