Regolamento di Contabilità, il CNR ad un bivio fra carrozzone e ricerca

L’approvazione di un nuovo Regolamento di Amministrazione Contabilità e Finanza, previsto al CdA del prossimo 2 luglio arriva come un fulmine in un cielo già molto turbolento.

Senza mezzi termini, l’approvazione del Regolamento così come è proposto rappresenterebbe una pietra tombale sul CNR che abbiamo conosciuto negli ultimi decenni, configurando la sua attività alla stregua di un qualsiasi ufficio della Pubblica Amministrazione e impedendo di fatto la normale attività progettuale di ricerca.

Cerco di fare un breve riepilogo delle vicende che hanno riguardato questo regolamento, senza il quale non è possibile comprendere l’assoluta gravità di quanto viene proposto.
Il Decreto Legislativo 218/2016 aveva dato 6 mesi di tempo agli Enti di Ricerca per adeguare Statuto e Regolamenti alle prescrizioni della Carta Europea dei Ricercatori e del Codice di Condotta per l'Assunzione dei Ricercatori.
Statuto e ROF hanno impiegato anni per essere approvati, con un adeguamento molto parziale ai principi ispiratori del Dlgs 218/2016. Il Regolamento del Personale che dovrebbe uniformarsi al Codice di Condotta e regolare finalmente la modalità scandalosa con cui sono svolti i concorsi al CNR, a partire dalla nomina delle commissioni, è del tutto scomparso dall’orizzonte.

Veniamo al RACF (Regolamento Amministrazione Contabilità e Finanza). Il CdA di cui facevo parte con delibera 99/2019 del 18 aprile 2019 ha approvato un Regolamento, e lo ha trasmesso MIUR ai fini del controllo previsto dall’art. 4 del D. Lgs. n. 218/2016.
Il MIUR ha risposto formulando una serie di osservazioni e raccomandazioni, tutte minori.
L’unica richiesta meno formale del MIUR era quella di anticipare l’approvazione del Rendiconto Generale al 30 aprile di ogni anno ma l’amministrazione del CNR aveva deciso di non accogliere questo suggerimento e al CdA del 31 maggio 2019 era prevista l’approvazione definitiva del Regolamento.
Il 31 maggio 2019, 15 minuti prima del CdA, con sospetto tempismo, accadde una cosa incredibile: dal MIUR arriva una PEC per formulare un ulteriore rilievo che chiedeva - né più né meno - di introdurre nel RACF norme per il riaccertamento annuale al bilancio dell’Ente di tutti i residui dei progetti.
Comprendendo la gravità, all’epoca, avevo chiesto di approvare il RACF così come era proposto in CdA senza considerare l’ulteriore rilievo giunto fuori tempo massimo e in modo del tutto irrituale (cf sintesi del CdA del 31 maggio, quando c’erano ancora le sintesi dei CdA… ).

Da allora i vertici dell’Ente hanno provato ad intavolare un dialogo con il MIUR (ora MUR), evidentemente con scarso successo visto che si è concluso con un cedimento completo del CNR: la proposta in approvazione al CdA del 2 luglio 2020 (disponibile sul sito de ilnostroCNR) si piega a tutte le richieste persino a quella di anticipare il Rendiconto Generale, che nel maggio 2019 l’amministrazione considerava impossibile a causa della complessità̀ del CNR.
Ci sarebbe molto da interrogarsi sul perché proprio oggi, con il presidente in uscita, si porta in approvazione un simile testo e, probabilmente, le enormi difficoltà legate agli errori nella gestione dei fondi infrastrutturali non sono estranee a questo improvviso cedimento.

Veniamo dunque al testo in approvazione. I punti cruciali sono, come detto, quelli che riguardano la gestione dei residui. Due passaggi sono fondamentali per comprendere perché un tale regolamento, se approvato, comporterebbe la chiusura dell’attività di ricerca come noi la conosciamo:l’ art 21 comma 12 che prevede “ A far data dall’entrata in vigore del presente Regolamento sono vietati gli storni e le variazioni nella gestione dei residui “ e anche al successivo art. 28 viene cancellato l’automatismo secondo cui i residui dei progetti pluriennali venivano riportati agli esercizi successivi fino alla conclusione del progetto. Adesso il CdA deciderebbe le modalità con cui questo può avvenire “.. anche al fine di garantire la complessiva salvaguardia degli equilibri di bilancio dell’Ente.” quindi persino all’interno dei progetti pluriennali sparisce la possibilità di disporre storni fra le voci di spesa.
Insomma un ente in cui la gestione dei progetti di ricerca avverrebbe esattamente come la gestione delle disponibilità economiche di un qualsiasi ufficio della PA, dove le risorse sono allocate dall’Amministrazione Centrale ad inizio anno e, se vi sono residui a fine anno, essi ritornano nella disponibilità dell’Amministrazione Centrale che può liberamente decidere cosa farne per l’anno successivo. Con la leggera differenza che il CNR non è un Ministero, la Regione, un Comune, o l’ufficio del Catasto, che nelle pubbliche amministrazioni ordinariamente i fondi sono allocati dall’Ente e chi gestisce un ufficio non si è procurato i fondi per poter lavorare, come la rete di ricerca, su base competitiva con l’onere di pagare con questo anche parte delle spese correnti.
A dirla tutta,
un Regolamento di Amministrazione Contabilità e Finanza dovrebbe contenere l’obbligo di coprire le spese correnti con i fondi ordinari e prevedere un espresso divieto di utilizzare a tal scopo i fondi di progetto.

Che sia chiaro: il CNR è un ente autonomo la cui autonomia deriva direttamente dalla Costituzione e non è pertanto affatto obbligato ad accogliere in modo supino i rilievi del ministero vigilante, come prevede anche il Dlgs 218/2016 che all’art.4 prevede che gli Enti possano non conformarsi ai rilievi del Ministero e che quest’ultimo non possa fare nulla, se non per i rilievi di legittimità che però non riguardano il caso in specie.

Concretamente cosa può fare la rete di ricerca del CNR ? I direttori degli istituti stanno chiedendo di sospendere la discussione del punto all’OdG e di aprire un dialogo con la rete di ricerca.

E d'altra parte l’approvazione di un tale Regolamento sarebbe un inaccettabile e pericolosissimo colpo di coda di una presidenza in uscita.
Aiutiamo il presidente a fare la scelta giusta facciamo sentire la nostra voce scrivendogli quel che pensiamo a
massimo.inguscio[@]cnr.it

Cordiali saluti
Vito Mocella