“Ricerca Italiana in Stallo: La Burocrazia del MePA minaccia l'Innovazione e la Competitività” |
Il mondo della ricerca e delle università italiane è stato recentemente scosso da una paralisi che ha colpito il sistema degli acquisti, a causa dell’entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 36 del 31 marzo 2023. Questo decreto obbliga tutti gli enti pubblici, comprese le università e gli istituti di ricerca, a effettuare gli acquisti di beni e servizi esclusivamente attraverso la piattaforma MePA (Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione). Sebbene l’intenzione della normativa sia quella di garantire trasparenza e ridurre gli sprechi, il risultato è stato un rallentamento significativo dei procedimenti di acquisto, con conseguenze pesanti per il settore della ricerca.
La piattaforma MePA, operativa sin dal 2000, è stata concepita per facilitare gli acquisti della pubblica amministrazione, assicurando prezzi competitivi e trasparenza. Tuttavia, con l’estensione dell’obbligo a tutti gli enti di ricerca, sono emerse criticità che stanno ostacolando seriamente il progresso dei progetti scientifici. La ricerca, per sua natura, richiede flessibilità e rapidità negli acquisti, soprattutto quando si tratta di prodotti specifici o servizi unici spesso forniti solo da venditori stranieri non registrati su MePA. L’obbligo di utilizzare questa piattaforma si scontra con la necessità di effettuare acquisti non programmati, determinati dall’evoluzione stessa delle ricerche.
Un ulteriore ostacolo è rappresentato dalla necessità di ottenere un Codice Identificativo di Gara (CIG) per ogni acquisto, indipendentemente dall’importo. Questo processo, gestito attraverso la Piattaforma Contratti Pubblici, ha visto un sovraccarico di richieste, causando ritardi significativi e intasamenti burocratici. Tali ritardi non sono solo un problema tecnico, ma riflettono una mancanza di adattamento della normativa alle esigenze specifiche del settore della ricerca.
Le conseguenze di questa situazione sono preoccupanti. L’Italia rischia di perdere competitività a livello internazionale, poiché i ritardi negli acquisti possono compromettere la tempestività e l’efficacia della ricerca. Inoltre, c’è il rischio concreto che le università e gli istituti di ricerca non riescano a utilizzare i fondi assegnati attraverso il PNRR entro i termini previsti, rischiando di vanificare sforzi e investimenti cruciali.
Alla luce di queste criticità, la UIL RUA, ha chiesto alla Ministra Anna Maria Bernini che si possano prendere provvedimenti immediati. Una soluzione potrebbe essere quella di reintrodurre l’esenzione dall’obbligo di utilizzo del MePA per gli acquisti specifici legati alla ricerca, consentendo maggiore flessibilità agli enti di ricerca. È fondamentale che le regole tengano conto delle peculiarità del settore, evitando di applicare rigidamente normative pensate per altre realtà amministrative.
Solo così si potrà garantire che la ricerca italiana possa continuare a competere a livello globale, senza essere ostacolata da vincoli burocratici che non rispondono alle sue esigenze operative.
Vi terremo come sempre aggiornati.
La Segreteria Nazionale