UIL RUA - CNR Comunicazione riguardante la valutazione dei ricercatori e tecnologi


Pervengono ripetuti e giustificati “inputs” di nostri colleghi ricercatori e tecnologi per l’espletamento delle procedure per la partecipazione delle strutture del CNR al bando di valutazione dell’ANVUR, secondo le direttive di recente emanazione che precisano le scadenze per la organizzazione e raccolta dei dati e per la fase di valutazione ed invio definitivo, così come comunicato a tutta la comunità scientifica interna dal Vice Presidente prof.ssa Messa.
Al riguardo, nel sottolineare la delicatezza e l’importanza dell’argomento, ricordiamo che è stata la UIL-RUA, fin dall’emanazione del bando, a manifestare apertamente le sue perplessità di fondo sull’ argomento. Preoccupazioni e dubbi derivanti:

  1. dalla struttura dell’Agenzia, ancora troppo burocratica e chiaramente monopolizzata da ambienti accademici e confindustriali;
  2. dalla natura ed organizzazione del bando che impone la confluenza verso 14 aree rigidamente disciplinari delle produzioni in un CNR che ha caratteristiche peculiarmente interdisciplinari, che impongono una peculiare attività di gruppo, peraltro con diversa temporalità di esecuzione del lavoro scientifico a secondo dei settori;
  3. dall’esistenza di molteplici ed anche recenti processi di valutazione cui sono già state sottoposte le strutture dell’Ente, con criteri di assoluta valenza internazionale.

Abbiamo, insieme, alle altre OO.SS., richiesto sostanziali modifiche alle direttive del bando, anche nella consapevolezza del ruolo nuovo assunto dalla valutazione per il sostegno finanziario degli EPR, ma sin qui inutilmente, perché limiti e vincoli sono rimasti immutati.
Oggi comprendiamo, e facciamo nostri, i dubbi, le critiche e le preoccupazioni dei nostri ricercatori che certo non attengono alla qualità della produzione scientifica individuale e degli Istituti, che resta alta e competitiva a livello internazionale, bensì alle modalità ed ai criteri adottati per una valutazione le cui “griglie” appaiono non idonee, anche perché chiaramente modulate sull’attività accademica.
A questo punto verrebbe da suggerire, provocatoriamente, ai nostri ricercatori e tecnologi (non organizzativo-gestionali), considerato il carattere peculiare ed interdisciplinare della attività del CNR, di indirizzare verso tutte le 14 aree del bando le proprie produzioni scientifiche; in questo modo la sommatoria dei punteggi conseguiti in ciascun ambito disciplinare aumenterebbe la performance complessiva dell’ Ente!
Purtroppo, ci rendiamo conto, che l’argomento è di una delicatezza e di un’importanza tali che a poco servirebbero marchingegni, reazioni scomposte, provocazioni od inviti alla “rivolta”!
Ciò che invece appare indispensabile è l’assunzione di responsabilità da parte dei vertici dell’Ente e del Miur su di una questione di vitale importanza. E’ necessario mettere in moto, da subito, azioni correttive per evitare rischiosi esercizi burocratici il cui effetto potrebbe essere quello di penalizzare l’importante attività di tanti nostri colleghi (in particolare di quelli appartenenti alle strutture più deboli) con ripercussioni generali su tutto l’ente e per riportare, finalmente, nei giusti indirizzi il processo di valutazione e valorizzare, anche per questa via, il lavoro ed il ruolo del ricercatore pubblico extra-universitario.