Università, ricerca e AFAM: cosa dice la Legge di Stabilità 2015

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Università
Per le università si mitiga il taglio già previsto di 170 milioni di euro per il 2015, ma le risorse aggiuntive vengono assegnate sulla base di criteri “premiali” molto discutibili nei loro presupposti di fondo che servono solo ad aumentare un divario determinato da più ragioni geografiche che da requisiti qualità. Allo stesso tempo si introduce un nuovo taglio mascherato, però, da riduzione delle spese per acquisti di beni e servizi. La condizione ormai drammatica dei nostri atenei continuerà a produrre danni per primi agli studenti, penalizzati anche dal restringimento del diritto allo studio che rischia di subire un nuovo colpo con la riduzione delle risorse a disposizione delle regioni. Anche il personale, sia tecnico-amministrativo sia docente, è penalizzato da condizioni di lavoro in continuo peggioramento sul piano sia professionale che salariale. Si conferma, infine, il blocco del reclutamento che provocherà una vera e propria  emergenza nei nostri atenei perché sono ormai imminenti le scadenze di migliaia di assegni e contratti a termine a causa delle assurde norme della legge 240/10.

Enti pubblici di ricerca
Per la ricerca mentre, da una parte, il Senato approva una risoluzione che disegna finalmente il sistema da tutti invocato, la realtà è fatta ancora di tagli e accorpamenti senza progetto. La riduzione delle risorse del fondo ordinario degli enti vigilati dal Miur, la nascita della nuova agenzia della ricerca in agricoltura con l’accorpamento dell'Inea al CRA, e i tagli ai ministeri che si scaricano sugli enti vigilati, o del pesante taglio di 50 milioni all’INAIL, confermano che il verso è sempre lo stesso. E nel verso sbagliato va anche il credito di imposta per R&S, quando servirebbero molto di più investimenti diretti dello Stato in scienza e tecnologia per orientare la specializzazione produttiva su beni ad alto valore aggiunto e sostegno alle nostre infrastrutture pubbliche.

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Università, ricerca e AFAM:
cosa dice la Legge di Stabilità 2015

Il Capo dello Stato ha firmato il testo del Disegno di Legge di Stabilità 2015 poi inviato alle Camere per la discussione.

Si tratta di una manovra dal classico sapore elettorale: tagli delle tasse, incentivi alle imprese, taglio della spesa pubblica e nessun investimento dello Stato nei settori strategici. Una ricetta di cui è già sperimentato il fallimento. L’opposto di ciò che servirebbe al Paese. Molti dei tagli previsti riguardano il sistema della conoscenza.

Viene confermato il giudizio negativo già espresso e si rafforzano le ragioni della manifestazione unitaria di sabato 8 novembre per rivendicare il diritto di oltre 3 milioni di lavoratori pubblici al rinnovo del contratto, all’aumento delle retribuzioni ferme da 5 anni e il diritto di tutti al rilancio dei settori pubblici e della conoscenza.

Online il nostro commento analitico del disegno di legge e la notizia con la sintesi delle norme che riguardano: università, enti pubblici di ricerca e AFAM.

Cordialmente
FLC CGIL nazionale