[USB] Comunicato sul CCNL

USB PI Ricerca (ricerca.usb.it)

CCNL: MANTENERE L'ORDINAMENTO AUMENTANDO
I DIRITTI, LA CARRIERA ED IL SALARIO 

 

In questi lunghi anni di tagli e discredito che hanno colpito la Pubblica Amministrazione, quello della Ricerca pubblica è forse il settore che ha subito di più gli effetti di una politica miope, in particolare verso le nuove generazioni.
È fuor di dubbio che gli Enti Pubblici di Ricerca (EPR) ricoprono un ruolo essenziale, sia nella creazione e nella divulgazione di nuove conoscenze, sia nelle attività di supporto tecnico alle altre amministrazioni pubbliche nell’attuazione delle politiche settoriali. Pertanto, è evidente che gli EPR debbano essere messi nelle migliori condizioni di operatività, garantendo a essi adeguate risorse economiche per renderne ancora più efficace l’azione nei settori di ricerca e sviluppo tecnologico di loro pertinenza e per renderli di nuovo attrattivi nei confronti dei giovani.
Nel nostro settore, l’età del personale è direttamente correlata all’aumento delle competenze, quindi è di importanza strategica mantenere un giusto equilibrio tra vecchie e giovani generazioni, incentivando tale crescita di competenze in chi già lavora negli Enti e al contempo favorendo il graduale trasferimento del know-how al personale neoassunto. Il rischio attuale, che deriva dall'evidente volontà governativa di omologare la parte ordinamentale del CCNL Scuola - sezione Ricerca - allo schema ministeriale ideato dall’ex ministro Renato Brunetta, è di generare una forte delegittimazione del personale in servizio e un abbassamento generalizzato degli stipendi, che sarebbe addirittura più pesante nei confronti dei neoassunti. A questo scenario opporremo la nostra più forte resistenza.
Infatti, solo con la piena attuazione di quanto premesso è ragionevole ipotizzare il mantenimento o il miglioramento del livello di competenze e conoscenze proprie del nostro settore rispetto a quello raggiunto dagli altri Stati Membri dell’UE; in caso contrario il nostro declassamento sarà certo e la fuga dei cervelli, con la conseguente perdita delle competenze, si intensificherà ulteriormente.

Date queste premesse, oggi abbiamo inviato all’ARAN la lettera allegata, contenente quella che riteniamo essere l’unica modalità accettabile di riforma dell’ordinamento professionale negli EPR.

Un vero sindacato della ricerca non dovrebbe avere dubbi su come difendere la specificità del settore e la professionalità del personale che vi opera. Il Comparto Scuola non è certo quello in cui dovremmo difendere i nostri diritti. Solo grazie alla nostra pressione è arrivato il primo risultato di stralciare la riforma dell’ordinamento professionale dal corpo del CCNL; tuttavia, la preoccupazione su come si svolgeranno le trattative dal 7 settembre dai sindacati concertativi è grande.
Continueremo a mettere in atto tutte le iniziative di lotta che serviranno fino ad arrivare alla ricostituzione del comparto di contrattazione della Ricerca e per un rilancio del settore in termini professionali e salariali.

 

USB PI CNR

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CCNL: Mantenere l’ordinamento aumentando i diritti, la carriera e il salario.

Premessa
La Ricerca pubblica assicura alla collettività un insieme di conoscenze scientifiche e umanistiche che, nel lungo periodo e al verificarsi di condizioni politiche favorevoli, possono consentire alla nostra società uno sviluppo più equo e sostenibile. In tale ambito, gli Enti Pubblici di Ricerca (EPR) ricoprono un ruolo essenziale, sia nella creazione e nella divulgazione di nuove conoscenze, sia nelle attività di supporto tecnico alle altre amministrazioni pubbliche nell’attuazione delle politiche settoriali. Pertanto, è evidente che tale patrimonio di conoscenze e competenze debba essere tutelato e che gli EPR debbano essere messi nelle migliori condizioni di operatività garantendo a essi adeguate risorse economiche per renderne ancora più efficace l’azione nei settori di ricerca e sviluppo tecnologico di loro pertinenza. Tali ulteriori investimenti dovrebbero essere finalizzati a far diventare il settore più attrattivo, in modo tale da incentivare la crescita delle competenze di chi già lavora negli Enti e al contempo favorire il graduale trasferimento del know-how al personale neoassunto. Nel settore Ricerca, l’età del personale è direttamente correlata all’aumento delle competenze, quindi è di importanza strategica mantenere un giusto equilibrio tra vecchie e giovani generazioni, sia a livello numerico che di opportunità di sviluppo professionale, evitando delegittimazioni del personale in servizio e impedendo l’abbassamento degli stipendi, più pesante per i neoassunti, che deriva dalla volontà governativa di omologare la parte ordinamentale del CCNL Scuola - sezione Ricerca - allo schema ministeriale ideato dall’ ex ministro Renato Brunetta. Solo con la piena attuazione di quanto premesso è ragionevole ipotizzare il mantenimento o il miglioramento del livello di competenze e conoscenze proprie del nostro settore rispetto a quello raggiunto dagli altri Stati Membri dell’UE; in caso contrario il nostro declassamento sarà certo e la fuga dei cervelli, con la conseguente perdita delle competenze, si intensificherà ulteriormente.

Qui di seguito, la nostra proposta.

Personale tecnico/Amministrativo: presupposti per migliorare le condizioni rispettando tutti i diritti

  1. Gli attuali profili descrivono bene le professionalità esistenti.
  2. I tecnici di laboratorio, da reclutare con titolo di studio universitario (laurea triennale) possono facilmente essere inseriti nell’attuale V livello.
  3. Al fine di semplificare lo sviluppo di carriera del personale, vengono introdotti 2 ulteriori livelli per ciascun profilo attuale (es. totale di 5 livelli per gli attuali CTER e 4 livelli per i FUNZAMM), il cui sviluppo salariale è ottenuto dall’accorpamento (a due a due) dei 4 gradoni economici ora esistenti.
  4. Mantenimento del vincolo tra i passaggi di livello e fondo art. 90, opportunamente incrementato dai risparmi ottenuti per cessazioni e pensionamenti.
  5. Tutela del personale sotto-inquadrato sulla base di una norma contrattuale che permetta il passaggio ai profili superiori per il 50% delle risorse assunzionali disponibili attraverso selezioni riservate.
  6. Mantenimento in vigore dell’articolo 52.
  7. A valere sulle spese assunzionali, il personale sotto-inquadrato con laurea magistrale è inquadrato al secondo livello dei ricercatori/tecnologi.

Personale ricercatore/tecnologo: presupposti per migliorare le condizioni rispettando tutti i diritti

  1. Riferimento al ‘Framework’ già delineato a livello europeo: 4 profili intercomunicanti e non aree separate.
  2. Il primo livello è quello di accesso (ricercatore in formazione) ed è destinato ai ricercatori/tecnologi senza dottorato che vengono assunti, anche a tempo determinato, immediatamente dopo il conseguimento della laurea o successivamente a una borsa di studio entro il terzo anno post-laurea. Qualora il vincitore di bandi a tempo indeterminato risulti in possesso del dottorato o dei 3 anni di servizio richiesti dal DL 19/2001, l’inquadramento avverrà direttamente al livello superiore (vedi punto 3).
  3. Il secondo livello (ricercatore/tecnologo) è analogo all’attuale III livello ed è destinato al ricercatore/tecnologo che possiede, come requisito, il titolo di dottore in ricerca o ha maturato 3 anni di attività di ricerca, anche attraverso contratti svolti nel livello di entrata di cui al precedente punto 2. Dopo dodici anni di anzianità nel livello (corrispondenti a tre gradoni stipendiali quadriennali), maturati nel medesimo livello sia con contratti TD che TI, il passaggio al livello superiore (senior) viene effettuato, mediante selezione riservata, a seguito della valutazione del ricercatore/tecnologo da parte di una specifica commissione che ne accerti l’indipendenza nell’espletamento delle proprie competenze. Qualora la valutazione sia negativa, essa viene ripetuta annualmente. Comunque, al sedicesimo anno il candidato viene inquadrato al livello superiore.
  4. Il terzo livello (senior) è caratterizzato dalla completa indipendenza nello sviluppo delle attività di propria competenza. Se al dodicesimo anno svolto nel livello viene accertato il conseguimento della capacità di coordinamento, il ricercatore/tecnologo accede al livello superiore (quarto livello – scientist). Anche in questo caso le fasce stipendiali vengono riparametrate su base quadriennale.
  5. Nei casi ulteriori rispetto alle valutazioni individuali alla scadenza dei 12 anni precedentemente descritte, viene mantenuto l’attuale articolo 15 come norma contrattuale di riferimento per i passaggi tra i livelli.

Norme generali di inquadramento

Il personale che ha prestato servizio presso enti di ricerca e università, anche straniere, con contratti atipici (assegni di ricerca e cococo) o a tempo determinato viene inquadrato tenendo conto dell’anzianità di servizio e collocato nel relativo profilo/livello stipendiale. Per le borse di studio/dottorati che eccedano i 3 anni di formazione, gli enti costituiscono un’apposita commissione
che dovrà valutare la documentazione che attesta che il ricercatore/tecnologo non era più in formazione. Tale accertamento determina il corretto inquadramento, in termini di livello e anzianità.

Roma, 6 settembre 2023

USB PI Ricerca