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FLASH MOB USB CONTRO I LICENZIAMENTI
E PER LE STABILIZZAZIONI AL CNR IL GIORNO DEL CDA
Mentre il CdA del CNR preparava la sua riunione, il 18 settembre USB ha presidiato la sede centrale e, tramite il rappresentante del personale Nicola Fantini, ha recapitato al CdA in assemblea la lettera allegata, in cui chiarisce che non saranno accettati licenziamenti silenziosi dei circa 2700 precari CNR. L'unica via percorribile è data dalla proroga dei contratti e dalle assunzioni attraverso le stabilizzazioni: sono il risarcimento cui hanno pieno diritto questi lavoratori.
Concorsi discrezionali e lento esaurimento dei fondi sono lo specchietto delle allodole e lo strumento che stanno preparando per non dare dignità e diritti a questa nuova generazione di precari.
La ricerca chiede stabilità, riconoscimento delle carriere e salari europei. Il CNR deve cambiare rotta attraverso stabilizzazioni, scorrimenti delle graduatorie e aumenti salariali.
O si cambia rotta, o dimissioni!
USB PI RICERCA
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Al Presidente del CNR Prof.ssa M. C. Carozza
Al Direttore Generale Dr. G. Colpani
Epc Ai membri del CDA
Ai revisori dei conti
Al Magistrato della Corte dei Conti
Al momento circa 2700 ricercatori, tecnologi e personale di supporto (assegnisti o TD) sono in bilico e con essi la stessa ricerca del CNR. La maggioranza di loro, assunti durante la vostra gestione e, quindi, derivati da scelte di cui siete direttamente responsabili, ha più di tre anni di anzianità (vista l’obbligatorietà di considerare anche i servizi presso università ed enti di ricerca imposta dalla vigente legge Madia). Al di là che siano assunti a tempo determinato con fondi PNRR o assegni di ricerca (quindi de facto lavoratori subordinato con un falso contratto atipico) la scadenza contrattuale o la decadenza legislativa mineranno certamente la ricerca dell’ente di cui siete responsabili, ma soprattutto rappresentano una catastrofe sociale.
Vista la normativa, la vigenza del comma 8 del dell’articolo 20 del d.lgs. 75/2017 vi offre la possibilità di sostenere la ricerca evitando centinaia di licenziamenti.
È chiaro come la conversione di tutti gli assegnisti che abbiano più di tre anni a tempo determinato debba essere il primo atto. Allo stesso tempo deve essere immediatamente costituito un fondo derivato da risparmi e quote parte di progetti (compresa parte dell’overhead), per provvedere sia alle conversioni a TD, che ridaranno la giusta forma contrattuale al personale ADR, che per prorogare i contrattisti PNRR. Le 2 iniziative che abbiamo evidenziato sono urgenti e devono essere prese immediatamente. E fermeranno i licenziamenti.
Resta chiaro che il personale in scadenza non potrà essere indirizzato verso le false borse di studio che sarebbero contenute nella nuova legge Bernini. Dovrà, invece, attraverso il riconoscimento del diritto alla stabilizzazione, essere avviato all’assunzione sia riservandogli il 50% delle risorse assunzionali sia tornando a reclamare finanziamenti ad hoc.
Chiaramente, per USB i pochi già previsti bandi di concorso inseriti nel piano assunzionale non possono essere la soluzione, sia per i diritti acquisiti, sia per l’incertezza della procedura, ma anche perché le posizioni saranno soggette al contenzioso prevedibile da parte degli attuali idonei ai concorsi ancora vigenti.
Come avrete potuto constatare e come si rende evidente da vari indicatori, gli enti di ricerca coordinando reclutamento ordinario e stabilizzazioni hanno mantenuto se non aumentato la produttività mentre le Università basandosi solo sul reclutamento ordinario, funestato da ricorsi, inchieste e alterne capacità di valutazione, cedono il passo, avendo per altro perso professionalità verso l’estero e proprio verso gli enti di ricerca. Queste evidenze annullano i luoghi comuni sulla necessità di bandire concorsi senza soluzione di continuità e rafforzano la nostra, solitaria ma determinata, lettura che la decadenza della ricerca non può essere fermata senza il contributo degli stabilizzati.
Per questo oggi, contro i licenziamenti e per le stabilizzazioni siamo al CNR.
Con questa nostra azione intendiamo ‘svegliare’ i precari sia contro proposte insufficienti (come quella di accontentarsi di un effimero bando concorsuale) che siamo certi troveranno convinto sostegno, invece, nelle OOSS collaborazioniste, sia per evitare che il licenziamento del personale esperto e ‘storico’ dalla ricerca pubblica, sia analizzato come inevitabile.
Non lo è, e come USB, lo abbiamo dimostrato in altri enti, non lo è stato.
Ma siamo qui anche per denunciare con chiarezza che eventuali licenziamenti apriranno la ad infiniti contenziosi con un evidente pesante danno erariale, come previsto dal decreto salva-infrazioni, appena approvato dal governo!
L’azione di questa mattina è un prodromo di quello che potrebbe succedere quotidianamente, in maniera ininterrotta se i licenziamenti iniziassero.
E per questo a Voi ci rivolgiamo. Siete voi che avete aperto le porte a questo personale. Il loro allontanamento sarebbe vostra diretta responsabilità. Riteniamo che la vostra gestione del personale sia deficitaria, come dimostrano lo scarso interesse verso i sotto-inquadrati o sugli scorrimenti di tutti gli idonei art15, 53 e 54. Siamo certi che solo con una lotta determinata e basata su una chiara piattaforma riusciremo a impedire questo scempio per il nostro paese e a riportare nel CNR la giusta valorizzazione del personale precario e stabile.
Siamo venuti a chiedervi di iniziare, ora, una nuova stagione di responsabilità verso il personale del CNR. Le norme e gli strumenti ci sono per tutti. I fondi anche.
A voi la prossima mossa. La piattaforma per noi è chiara. Tutti assunti, tutti passati di livello.
Roma, 18 settembre 2024
Esecutivo Nazionale USB PI Ricerca