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IL CNR SI PREPARA A LICENZIARE GLI ASSEGNISTI DOPO L'AVVIO DEL CONTRATTO DI RICERCA
Con una circolare del 28 ottobre il CNR scarica alla capacità dei gruppi di ricerca di fare un ultimo rinnovo di contratto agli assegnisti entro il 31 dicembre 2024. L’ente con splendido tempismo si prepara ad applicare per primo la decadenza degli ADR. Prevedendo la firma definitiva del ‘contratto di ricerca’ (l’ipotesi firmata dai sindacati della scuola, il 9 Ottobre 2024 ora è ai controlli finali), il più grande ente di ricerca italiano ‘avvisa’ che il tempo sta scadendo. Una volta divenuto definitivo l’accordo Aran, infatti, la legge cancella gli assegni. Paradossalmente, se il tavolo della Scuola non avesse trovato il 51% sindacale (bastava che FLC, UIL e uno dei sindacati minori non firmassero), la legge di decadenza degli ADR non sarebbe stata applicabile.
Invece, la firma convinta di tutti ha delineato quello che il CNR ha prontamente avviato. Subito dopo la firma, seppur avessero visto varie volte il ministro sul nuovo DDL Bernini, i sindacati collaborazionisti avevano subito alzato una cortina fumogena, ma l’azione del CNR riporta il precariato alla realtà. Al CNR per licenziarti non ha bisogno del DDL Bernini, lo fa grazie al contratto di ricerca e la Circolare 39/2024.
USB ha, questa mattina, inviato nuovamente la diffida dal licenziare gli ADR. La stessa che il CDA del 18 settembre aveva volutamente ignorato mentre si svolgeva il nostro presidio. Nella lettera con chiarezza delineiamo la difesa della ricerca e del precariato. Sapendo bene che l’accordo tra Aran e sindacati collaborazionisti, USB chiede la conversione a tempo determinato con chiamata diretta di tutti gli ADR con 3 anni di anzianità anche in altri istituti ed università e la messa in stabilizzazione, con la contemporanea applicazione della Madia e del comma 8, quello che consente il rinnovo dei contratti.
La lettera volutamente ignorata, perché il CNR con la Circolare n. 39/2024 - “Indicazioni inerenti al regime transitorio degli assegni di ricerca" mette nero su bianco quanto avevamo già prospettato nei recenti comunicati. Il testo della circolare del CNR è chiaro: a seguito della firma sindacale sul contratto di ricerca si procede operativamente alla abolizione degli ADR. Solo pochi fortunati, per aver già maturato i requisiti della stabilizzazione (legge Madia), possono restare a carico dei gruppi di ricerca che se lo possono permettere, fino al 31 dicembre 2026. A fronte di nuovi concorsi che forse salveranno una manciata di precari, tutti gli altri, almeno 2300 precari stabilizzabili e rinnovabili fino al 2026, saranno accompagnati alla porta.
Il 31 ottobre USB sarà in piazza Vidoni per chiedere anche al Ministero della Funzione Pubblica quello che serve alla ricerca e ai precari: la stabilizzazione e il rinnovo dei contratti.
Sette anni fa di questi tempi, USB occupava la sede di PISA dando l’avvio alla lotta per la stabilizzazione. Il 31 ottobre inizia una nuova guerra alla precarietà. Contro i licenziamenti, per la ricerca e per il lavoro stabile e dignitoso. Passa dalla tua parte!
Il 31 ottobre, in piazza Vidoni, con USB!
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