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PRECARI CNR: BASTA OMERTA'!
SI VA VERSO 3000 LICENZIAMENTI E POCHE ASSUNZIONI!
Ci sono fatti, precisi e circostanziati. Vediamoli per punti.
In conclusione, non è solo il governo a non volerci mettere i soldi, per porre rimedio al precariato esploso in modo incontrollato negli ultimi 4 anni. Il CNR ha fatto la sua parte: non ha voluto stabilizzare, non ha chiesto nulla per poterlo fare: i vertici lo hanno detto negli ultimi anni ripetutamente, che la stabilizzazione non è la via. La via sarebbe quella dei meritocratici concorsi. Che però non si vedono e non si programmano. Riparte invece la pratica meritocraticissima delle chiamate dirette. L’intervento della Carrozza nell’assemblea del 28 Novembre in centrale a ROMA è in perfetta continuità con quanto dichiarato in audizione dai rappresentanti CNR: pochi concorsi e il resto dei precari a casa con una pacca sulla spalla. Il disegno generale è il ricambio del precariato: "via i vecchi e avanti i nuovi!", come si evince con chiarezza nel documento prodotto dall'ufficio legislativo che accompagna il DDL Bernini. Leggerlo chiarisce anche che tutti gli attori in campo sono perfettamente consapevoli di quello che sta accadendo. (vedi allegato 2)
Il quadro era già chiaro ma ora ci sono le prove documentali. E allora dobbiamo cominciare ad alzare il livello di scontro anche DENTRO il CNR. Chi ha negato diritti ai sotto-inquadrati, chi ha negato carriere a migliaia di amministrativi, tecnici, tecnologi e ricercatori, coerentemente adesso accompagna all’uscita il personale più debole.
Quanti crederanno alla favola di "efficacia ed eccellenza" quando sotto questa presidenza e questa direzione generale abbiamo visto solo aumentare i carichi di lavoro per tutti? .. e abbiamo visto incrementare il precariato senza migliorare l’organizzazione e le modalità di lavoro al CNR? Crediamo pochi, veramente pochi.
Cosa chiediamo?
Quello che serve è evidenziare il danno per la stabilità economica dell'Ente, come loro minano la nostra, cacciandoci o impedendoci la carriera. E per farlo occorre puntare sul danno erariale e la minaccia di migliaia di ricorsi per la reiterazione di TD e assegni (per un totale di circa 1,5 miliardi di euro): è un argomento che ha già funzionato per le precedenti stabilizzazioni.
I diritti si proteggono su piattaforme precise. Le iniziative cambiano e si adeguano al momento, le piattaforme restano e, almeno per USB, stipulano l’accordo di lotta. Per questo invitiamo tutti i precari ad aderire ai semplici punti che costituiscono la nostra piattaforma contattandoci per organizzare le azioni di lotta.
Il piatto di lenticchie che la Carrozza promette (ormai da troppi anni) salverà al massimo il 10% dei precari: non è un risultato dignitoso, nemmeno per i gruppi di ricerca che si vedranno a breve assai ridimensionati.
Iniziamo dalla prossima settimana a raccogliere le istanze di stabilizzazione per pretendere continuità contrattuale e stabilizzazioni PER TUTTI NEL PROSSIMO TRIENNIO.
Il 12 dicembre accoglieremo la Carrozza a Pisa portando queste istanze.
Il 13 dicembre aspetteremo il corteo dello sciopero generale per rendere la lotta dei precari un pezzo di tutte le lotte.
USB PI
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