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PRECARIATO CNR: LA FUFFA SERVE POCO 
CI VUOLE DETERMINAZIONE PER AVERE DIRITTI

Per avviare una lotta che abbia successo sulle nuove stabilizzazioni CNR dobbiamo avere molto chiaro quello che abbiamo e quello che va conquistato. Non fare fuffa. A poco vale schierare generali se poi i generali guarderanno solo ai loro attendenti. E per comprendere questo dobbiamo analizzare la situazione.

In massimo 24 mesi sappiamo che potremmo avere circa 3000 licenziamenti.

La capacità assunzionale dell’ente in questo tempo non supera un terzo delle necessità. Anche applicando l’obbrobrio normativo che Aran e sindacati collaborazionisti produrranno, a oggi non possiamo prevedere meno di 1500 esuberi.

Ma il CNR, come denunciava un impotente FLC CGIL nell’ultimo comunicato, non intende assolutamente rivolgere le assunzioni ai precari (e ai sottoinquadrati, non dimentichiamo che la lotta paga se non emargina) ma sceglierà unità per unità in modo baronale. In fondo nell’assemblea dell’8 aprile la CGIL della scuola aveva raccolto nel proprio interno l’avversione alle stabilizzazioni (rivedete specie dopo circa 70-75 minuti) e doveva prevedere questo rigurgito meritocratico.

Allora che fare?

USB è andata subito al sodo riprendendo i rapporti parlamentari. Il Sen. Verducci già il 28 maggio (si veda il link in calce al minuto 96 circa*) aveva colto le nostre proposte. Venerdì 3 luglio siamo tornati ad incontrarlo per delineare subito un intervento. E abbiamo precisato alcune richieste che contrastano con quelle uscite da altre iniziative.

Innanzitutto, abbiamo ribadito che stabilizzare significa attuare solo la Madia e in particolare il comma 2bis dell’articolo 20 del DLGS 75/2017 attraverso cui USB, mentre altre sigle erano sul divano di Epifani, nel 2023 ha esteso l'applicabilità della Madia al 2026. Non la cosiddetta tenure track, il comma 12 bis, che sempre USB aveva disegnato alla scadenza della Madia (e prima di resuscitarla), che era un palliativo da attuare solo dove e quando il movimento delle stabilizzazioni è forte (vedi ISS dove USB ha costretto l’amministrazione al completo scorrimento, ma in presenza di capacità assunzionale). Il CNR userebbe (ma ha già deciso di non applicarlo comunque, è chiaro) questo strumento scegliendosi i precari da non cacciare assumendoli. 

Al Senatore, ma lo ripeteremo anche agli altri riferimenti parlamentari, abbiamo chiarito che servono due iniziative a costo zero immediate:

1. Vincolare in maniera obbligatoria il 50% assunzionale (inteso differenza tra l’80% e la spesa del personale) tutte al comma 2bis
2. Precisare che alla stabilizzazione CNR partecipano anche i TD PNRR che abbiano almeno 2 anni in altri enti o università.

Per questo motivo USB ieri era in presidio alla Funzione Pubblica dove ha denunciato al Ministro la grave situazione del precariato negli EPR ed in particolare al CNR. Nei prossimi giorni il tema delle stabilizzazioni e delle proroghe dei contratti in essere sarà ulteriormente discusso con la struttura ministeriale.

Senza ambiguità. Poi possiamo cercare i fondi per incrementare le assunzioni, partendo da circa 600-700 posizioni nel triennio (derivanti dalle 1300-1400 cessazioni), applicando il comma 8 ossia la possibilità di rinnovare i contratti per gli stabilizzandi, mantenendoli in servizio.

Ma non possiamo gettare fumo negli occhi. La lotta è difficile, non è una festa. Serve determinazione e unione di tutto il personale precario, ma anche dei sottoinquadrati che costano poco ma hanno vissuto prima da precari e poi da stabilizzati le stesse vicende in anni passati. 

Su queste basi si può e si deve vincere. In INAF gli stabilizzandi sono già stati individuati. Al CNR nemmeno pensati.

Per vincere vanno attaccati i vertici e dai comunicati si capisce chi piagnucola impotente e chi non guarda in faccia nessuno.

Passare dalla propria parte è la prima presa di coscienza. È l’inizio della lotta.

Passa con USB! Niente fumo, solo arrosto

USB PI CNR

*il divario della ricerca italiana con il resto dell’Europa (youtube.com)

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