[USB] Vedo Doppio. Come il DG organizza un ‘DEEP CNR’?

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Vedo doppio. Come il Direttore Generale organizza un ‘DEEP CNR’?

Precisiamo non siamo complottisti. Non aderiamo a Qnon, non siamo nemmeno appassionati atlantisti. Ma quello che sta avvenendo nell’amministrazione del CNR ci ha un po’ ricordato il concetto spesso richiamato negli stati uniti di ‘deep state’. Le realtà processuali italiane ci danno una chiara visione di come organizzazioni complesse possano avere livelli ‘celati’. Ma senza divagare, quello che osserviamo da fuori al CNR ha proprio l’aria di una conquista sotterranea dei gangli di potere, di una pervasiva sostituzione nelle funzioni ma senza un atto reale. Affrontare il cambiamento dell’amministrazione al CNR non è impresa facile. Da fuori la sede centrale la lettura è comunque difficile e combattuta. Ma invece di agire, nel senso di operare per rendere ‘fruibile’ e partecipata l’amministrazione centrale, quello che sta avvenendo distacca ancora di più il personale ‘esterno’ alla sede centrale ed emargina chi da anni sta coprendo i buchi di presidenze vacue e direzioni generali tutte rivolte al controllo più che alla gestione. E’ chiaro che nessuna responsabilità può essere data ad un amministrativo o ad un funzionario se la struttura dirigenziale non è in grado di rendere il processo amministrativo ‘fruibile’ ai colleghi ‘decentrati’.

Con l’avvento della Carrozza e di Colpani gli annunci erano stati di avvio di una fase ‘open mind’ (scusateci se scimmiottiamo il linguaggio liberista). A 18 mesi circa dalle nomine, alcune certezze ci dicono che, invece, si è prodotto un doppio livello di amministrazione (e tra un po’ con l’applicazione del PNNR ne avremo un triplo in parte completamente privatizzato dalla fusione negli HUB). Da una parte ci sono i ‘vecchi’ lavoratori che si vedono passare sopra i dirigenti, tirano la carretta, alcune volte pure con un difficile rapporto con gli ‘stakeholders’ interni ed esterni con un via via ridotto apporto dirigenziale. Dall’altra un sistema di ‘sorveglianza’ sovraimposto, esterno ma pervadente, che non firma, non ha contatto con le realtà dell’ente (forse solo con una ristretta cerchia dirigenziale anche delle sedi non romane), che indirizza ma non appare. Ossia i dipendenti della sede centrale li vedono eccome, ma non risulta in prima linea. Un ‘deep cnr’, insomma.

Che questa nuova realtà sia propedeutica al sistema di organizzazione decentrata che si superimporrà alle sedi amministrative degli istituti è abbastanza evidente. Gli stessi andamenti delle selezioni art. 22 delineano qualche segnale, comprese le bocciature per funzionari e tecnologi e i mancati scorrimenti.

Un dato è chiaro. Per chi vive lavorativamente il CNR la vita sta peggiorando, non migliorando.

Per USB ora, visto che siamo stati l’unico sindacato a contestare l’avvio e la prosecuzione di questo riordino disordinato (ma forse congegnato proprio per ridefinire i sistemi di controllo e trasparenza) la priorità diventa cominciare a verificare se la spesa della parte amministrativo/burocratica sta aumentando e come produrrà benefici. E forse capiremo se un ‘deep cnr’ ha obiettivi precisi.

 

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