Comunicato CNR della Federazione UIL Scuola RUA n. 22/2020

COMUNICATO AL PERSONALE CNR n. 22/2020

OCCASIONE PERSA !
IL CNR SI DEFILA DAI TEST SIEROLOGICI

IN TOTALE CONTROTENDENZA CON L'ATTUALE PANORAMA ITALIANO

L’ultimo Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro della Salute Roberto Speranza, ha approvato un decreto legge (D.L. 10 maggio 2020, n. 30 pubblicato in GU n.119) che introduce misure urgenti in relazione alla realizzazione di una indagine di sieroprevalenza sul Covid-19 condotta dal ministero della Salute e dall'Istat (Ente di Ricerca vigilato dal MURST).

Considerata la necessità di disporre con urgenza di studi epidemiologici e di statistiche affidabili e complete sullo stato immunitario della popolazione, indispensabili per garantire la protezione dall'epidemia in atto, con il D.L. del 10 maggio, 150 mila persone saranno sottoposte ai test sierologici permettendo di "scattare una fotografia dello stato di salute degli italiani rispetto al Covid-19".

Questo permetterebbe di individuare quanti sono entrati davvero in contatto con il Covid-19 (in particolare gli asintomatici) e, di conseguenza, calcolare sia il tasso di mortalità che la diffusione geografica e per fasce d’età. Particolari di non poco conto per continuare a pianificare la strategia di allentamento delle restrizioni per una ripartenza controllata e con maggior sicurezza.

La circolare del Ministero della Salute del 9 maggio spiega l’importanza dell’uso dei test sierologici. Ne riportiamo un estratto:

  1. "sono uno strumento importante per stimare la diffusione dell’infezione in una comunità;
  2. la sierologia può evidenziare l’avvenuta esposizione al virus;
  3. i metodi sierologici possono essere utili per l’identificazione dell’infezione da SARS-CoV2 in individui asintomatici o con sintomatologia lieve o moderata che si presentino tardi alla osservazione clinica;
  4. i metodi sierologici possono essere utili per più compiutamente definire il tasso di letalità dell’infezione virale rispetto al numero di pazienti contagiati da SARS-CoV-2.”

La stessa circolare cita come “in merito all’affidabilità dei test sierologici si fa presente che la qualità e l’affidabilità di un test dipendono in particolare dalle due caratteristiche di specificità” (nessuna cross-reattività con altri coronavirus simili) “e sensibilità, e pertanto, sebbene non sussistano in relazione ad esse obblighi di legge, è fortemente raccomandato l’utilizzo di test del tipo CLIA e/o ELISA che abbiano una specificità non inferiore al 95% e una sensibilità non inferiore al 90%, al fine di ridurre il numero di risultati falsi positivi e falsi negativi”.

Negli scorsi giorni alcune aziende farmaceutiche, tra cui la Roche, hanno annunciato di aver messo a punto un test “che ha una sensibilità del 100% e una specificità del 99,8%”.

LE CAMPAGNE SIEROLOGICHE REGIONALI

Intanto nelle regioni italiane continuano le campagne di analisi sierologiche:

In Emilia-Romagna, Veneto e Liguria si stanno conducendo o sono previste a stretto giro indagini simili a quella nazionale effettuata con i kit della Abbott. Qualche regione, come Toscana e Veneto, ha addirittura finanziato indagini anche con i test rapidi, soprattutto su operatori sanitari e forze dell’ordine. Nel Lazio i test sierologici sono partiti il 10 maggio per 300mila tra tutti gli operatori sanitari, farmacisti, RSA e forze dell’ordine.

Ogni regione si affida a un metodo diverso. In Toscana si usa quello della Diesse Diagnostica Senese (con la collaborazione dei laboratori privati si dovrebbe arrivare a 400mila test). La Regione Lombardia si è affidata ai test (500mila) che Diasorin ha sviluppato insieme al Policlinico San Matteo di Pavia, consentendone l’elaborazione solo alle strutture pubbliche, ma sta lavorando a un protocollo per dare il via libera alle campagne epidemiologiche nei laboratori privati accreditati, data l’enorme richiesta da parte dei cittadini. L’Emilia-Romagna prevede di far fare 300mila test, la Campania 350mila, la Sicilia 150mila.

Per il test immunocromatografico (test sierologico rapido), in caso di negatività sia a IgG che IgM, a livello regionale è prevista la ripetizione dopo 15-20 giorni (come da protocollo).

LA NOSTRA PROPOSTA... CADUTA NEL VUOTO

Come UIL RUA, con il contributo essenziale degli esperti da noi consultati sin dall'inizio di questa emergenza sanitaria, avevamo posto un quesito importante al CNR: prevedere uno screening sierologico di tutto il personale. (vedi Comunicato al Personale n. 20 del 28/04/2020).

Si sarebbe potuta prevedere un’indagine di tipo sierologico selezionando, tra i test disponibili, quelli che, come consigliato dalla circolare del Ministero della Salute (CLIA o ELISA) abbiano una specificità non inferiore al 95% e una sensibilità non inferiore al 90% (limiti, come detto, già ampiamente superati), associato ad un test di tipo epidemiologico.

La UIL RUA, nella piena consapevolezza che, in una situazione emergenziale come questa, ogni strumento scientifico e di supporto a questa fase debba essere certificato ed oggettivamente utile alla causa, si chiede come sia possibile che il più grande ente di ricerca italiano, il CNR, non abbia neanche pensato minimamente di interrogarsi sull'impatto benefico dei test sierologici, sia nei confronti dei propri lavoratori e delle loro famiglie, sia sulla ricaduta sociale nel panorama italiano.

ABBIAMO PERSO UN’OCCASIONE!

PER LA SICUREZZA DEI LAVORATORI E DELLE LORO FAMIGLIE
di rilevare, come da protocollo, lo stato di salute sul Covid-19 di tutto il personale dell’Ente, indagine che avrebbe permesso di avere una maggior sicurezza nella fase di rientro. Ricorrere ai test avrebbe consentito di individuare eventualmente i lavoratori da sottoporre a più accurati accertamenti. Sarebbe necessario, infatti, evitare gli ingressi del personale asintomatico ma positivo e l’eventuale contatto con chi non ha contratto il virus.
La mancata tempestiva diagnosi potrebbe accendere nuovi focolai incontrollati ed incontrollabili difficili da gestire anche in mancanza di una specifica formazione.

PER LA RICERCA ITALIANA
di essere d'aiuto per nuove attività di ricerca da parte dello stesso CNR in questa fase di pandemia. Ad esempio, avremmo potuto individuare il personale che, contratto il virus e sviluppato gli anticorpi, poteva, in forma volontaria, decidere di donare il sangue da cui estrarre il plasma per far partire studi specifici. Non solo, potevamo anche contribuire a conoscere quanto gli anticorpi durano nel tempo, contribuendo così a fornire qualificate risposte ad alcuni dei maggiori interrogativi che caratterizzano l’attuale dibattito scientifico.

PER L’INTERO PAESE ITALIA
di inserire i nostri dati in un quadro epidemiologico nazionale sfruttando la presenza delle nostre Strutture in tutto il territorio contribuendo, quindi, a fornire un dato più dettagliato della presenza e dello sviluppo della malattia. Si potevano ottenere informazioni per stimare dimensioni ed estensione dell'infezione nella popolazione e descriverne la frequenza in relazione ad alcuni fattori quali sesso, età, regione di appartenenza. Le informazioni raccolte potevano essere essenziali per indirizzare politiche a livello nazionale o regionale e per modulare le misure di contenimento del contagio.

Non farlo e non esserne un promotore è stata un'occasione persa per il più grande Ente di Ricerca in Italia che dovrebbe distinguersi e non limitarsi ai DPI o al distanziamento sociale, elementi comunque fondamentali ed importantissimi.

Dal CNR ci aspettiamo, su questa materia di grande importanza sociale, un
approccio di maggior spessore scientifico!

POSSIAMO ANCORA ESSERE PROTAGONISTI!

C’è la possibilità e l’opportunità di guardare oltre: il CNR può ancora dare il proprio ulteriore contributo per la SICUREZZA DEI LAVORATORI, per LA RICERCA e per L’INTERO PAESE!!!

Federazione UIL SCUOLA RUA
“Ricerca Università Afam”
Coordinamento Nazionale CNR
Mario Ammendola