FLC CGIL - Assegnisti di ricerca e ricercatori abbandonati al loro destino?

Indispensabile superare il limite di 4 anni per gli assegni di ricerca e quello di 5 per i ricercatori a tempo determinato

Emerge un nuovo allarme dall'Università e dagli Enti Pubblici di Ricerca: a breve arriveranno a scadenza del limite massimo di 4 anni, previsto dalla Legge Gelmini, gli assegni di ricerca attivati dal 2011. Nessuna opportunità è stata data a questi giovani “ricercatori” in formazione. Non ci sono posti per ricercatore a tempo determinato, la docenza è chiusa, il nostro sistema produttivo è in crisi e non assorbe manodopera di grande qualificazione.

Lo stesso problema si porrà il prossimo anno per i contratti da ricercatore a tempo determinato per cui arriveranno a scadenza i 5 anni previsti sempre dalla legge Gelmini e le prospettive di ingresso stabile nell'Università sono altrettanto fosche.

È indispensabile, in via transitoria e fino alla definizione di un nuovo e più sensato sistema di reclutamento realmente finanziato, superare il limite temporale dei 4 anni per gli assegni di ricerca e quello dei 5 anni per i ricercatori a tempo determinato di tipo A e contemporaneamente avviare un profondo ripensamento delle figure a cavallo tra il dottorato di ricerca/specializzazione e l’accesso al ruolo della docenza. Contestualmente va consentita anche la proroga di tutti i contratti a termine in scadenza.

Tutto ciò avviene nel quadro del fallimento dei meccanismi di reclutamento della docenza universitaria introdotti dalla Legge 240 del 2010. Il calo dei docenti universitari sembra inarrestabile. In otto anni i professori ordinari sono diminuiti di quasi il 30%, gli associati di oltre il 17%. Aver messo ad esaurimento il ruolo dei ricercatori universitari è stato poi una follia, alla luce soprattutto di quello che sta avvenendo con il reclutamento dei ricercatori a tempo determinato.

Di questo passo si compirà appieno il processo gelminiano di una università non più di massa ma nemmeno di qualità. Aperta a pochi, i più abbienti, preclusa ai poveri, concentrata al nord come eccellenze (poche) e licealizzata dalle altre parti.

Gli immatricolati, anno dopo anno, infatti, diminuiscono e la provenienza dai licei è sempre più consistente, segno inequivocabile di ulteriore freno alla mobilità sociale.

La FLC CGIL è pronta a confrontarsi in tutte le sedi istituzionali per rivedere la figura dell’assegnista di ricerca, l’assurda divisione in ricercatori di tipo “A” e “B” e la messa ad esaurimento dei ricercatori a tempo indeterminato. È maturo anche il tempo per definire una volta per tutte il ruolo unico della docenza.

Invece di tagli l’Università ha bisogno di investimenti e di consentire alle nuove generazioni di poter contribuire fattivamente al progresso del Paese.

Sarebbe un enorme spreco, anche in termini finanziari, aver investito tanto sulla formazione di  giovani ricercatori e studiosi  per poi abbandonarli al loro destino.

Domenico Pantaleo
(Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL)

Vedi anche: http://www.flcgil.it/comunicati-stampa/flc/

Commenti

Chiarimenti

Cari colleghi,

faccio seguito a questo mail perche' da piu' parti mi sono arrivate richieste di chiarimenti, e credo che la cosa sia di interesse per tutti. Mi scuso con chi trovera' questa ulteriore nota scontata.

Al momento, la situazione e' la seguente:

TUTTI gli assegni banditi sulla Legge Gelmini (240/2010) - quindi di fatto tutti gli assegni banditi dal 2011 in poi dovrebbero riportare esplicitamente il riferimento alla legge 240/2010 - possono avere durata massima d 4 anni (fatti salvi eventuali periodi di dottorato). Trovate qui la disciplinare CNR in merito :http://www.concorsi.cnr.it/index.php?option=com_content&view=article&id=5&Itemid=6 . L'articolo in questione il n. 4.

Oltre questi 4 anni NESSUN ASSSEGNO e' rinnovabile, o ribandibile ne' al CNR, ne' in qualsivoglia Universita' (nel dettaglio gli enti pubblici sono indicati ancora nell'articolo 4, che rimanda alla Legge Gelmini) ... o meglio, nessuno che sia stato titolare di un assegno di ricerca a-la-Gelmini in EPR o Universita' per 4 anni puo' piu' essere titolare di un ulteriore assegno.

Morale, oltre i 4 anni non c'e' altra possibilita', per proseguire un'attivita' (anche) presso il CNR che passare ad un contratto da Ricercatore a Tempo Determinato, o, nei casi dove sia necessario (e possibile), un Co.Co.Co. con ovviamente tutti i limiti e le criticita' (formali e sostanziali) che questo comporta.

Questo scenario e' a dir poco drammatico, e credo sia necessario ammettere che tutti, sindacato in primis, ce ne stiamo accorgendo molto tardi. Al di la' di chi in passato aveva gia' letto e capito che la Legge Gelmini avrebbe comportato questo, non ci sono poi state iniziative in merito messe in campo per tempo, e credo sia evidente che ora ci troviamo di fatto ad affrontare quella che a brevissimo sara' una emergenza,  dato che i primi assegni banditi con queste regole andranno potenzialmente in scadenza il prossimo anno

Non entro nel merito delle considerazioni politiche sulla cosa al momento, sarebbero lunghe ed esulerebbero dallo scopo di questa mail che vuole essere di chiarimento.

E' evidente che informeremo di qualsiasi iniziativa sindacale in merito,
ma credo che sara' indispensabile un impegno da parte di tutti e a tutti i livelli per far fronte a questa cosa.

Cordialmente,
V.