Lettera aperta di CGIL CISL e UIL sullo statuto del CNR

I Segretari Generali
Roma, 5 agosto 2010
Prot. n. 263/2010 flc cgil
On. Mariastella Gelmini
Ministro dell’Istruzione, Università, Ricerca
Viale Trastevere, 76/a
00153 Roma
segreteria.particolare.ministro@istruzione.it
fax 06.5813515
Prof. Luciano Maiani
Presidente CNR
P.le A. Moro, 7
00184 Roma
presidenza@cnr.it
Consiglio di Amministrazione del CNR
Integrato
Segreteria.cda@cnr.it
Consiglio Scientifico Generale
Segreteria.cda@cnr.it
Dott. Fabrizio Tuzi
Direttore Generale CNR
direttoregenerale@cnr.it

Oggetto: Lettera aperta a

Ministro On. Maria Stella Gelmini, Presidente e Consiglio di Amministrazione Integrato del C.N.R.

Sta sicuramente giungendo, forte e chiara, ai vertici istituzionali, ai poteri decisionali ed allo stesso Parlamento, l’eco del disagio e della sofferenza con cui il personale e la comunità scientifica del Consiglio Nazionale delle Ricerche vivono questa fase della vita dell’ Ente, legata al varo dello Statuto e dei nuovi Regolamenti, in base al dettato del D.L gs n° 213/2009.
Il modello di Ente che si sta costruendo in queste ore per la più grande istituzione scientifica extra-universitaria del Paese appare, in effetti, tutt’altro che idoneo ad attrezzare un soggetto a forte identità unitaria, autorevolezza istituzionale ed adeguatezza organizzativa e, come tale, in grado di contribuire ad innalzare ulteriormente la qualita' del sistema della ricerca pubblica.
Le scriventi OO.SS. solo alla fine di luglio, ed anche in via informale, messe a conoscenza dei primi documenti varati dal Consiglio di Amministrazione integrato, hanno prodotto le proprie osservazioni successivamente illustrate al Presidente ed allo stesso CdA integrato. Osservazioni convergenti sulla comune valutazione della fisionomia sostanzialmente insufficiente di una proposta che certo non esalta il ruolo e la mission dell’ Ente che con il carattere multidisciplinare e la sua diffusione su tutto il territorio nazionale rappresenta un valore strategico per la crescita culturale ed economica del Paese. Una proposta che colpisce l’autonomia dell’Ente e gli spazi di partecipazione del personale e della comunità scientifica interna andando contro i principi enunciati dalla Carta Europea del Ricercatore e peraltro richiamati dallo stesso D.Lgs 213/09.
Il giudizio negativo inizialmente espresso, e poi recentemente riconfermato, dal Consiglio Scientifico Generale ricalca, in molti aspetti, le nostre considerazione.
Ma ancor più forti sono state, e restano tuttora, le preoccupazioni per alcuni particolari aspetti della proposta che vengono a toccare punti cruciali e centrali della gestione attuale e futura delle risorse umane, addirittura sostituendosi alla legge, alla contrattazione e pregiudicando perfino la possibilita' di una efficace programmazione finanziaria.
E tutto ciò senza che vi sia, in tali direzioni, una precisa e vincolante delega da parte del Parlamento e della legge.
Ci riferiamo, naturalmente, a quelle norme che mirerebbero a limitare perentoriamente ad un periodo circoscritto (sei anni? dieci anni?) i rapporti a tempo determinato di qualsiasi natura; a quelle che riservano le possibilità di applicazione della tenure track a cosiddette “eccellenze” del personale ricercatore; ed ancor più a quelle che pongono un rigido ed invalicabile tetto di spesa per il personale del 70% del Fondo di Finanziamento Ordinario.
Per queste ragioni e' stato dichiarato lo stato di agitazione di tutto il personale del Cnr che continuerà anche nei prossimi giorni considerato che anche il rinvio di decisioni ed alcuni sforzi di correzione non appaiono ancora sufficienti a sgombrare il campo dai rischi da noi paventati.. Al momento attuale non è dato capire se, ed in quale maniera il CdA previsto per il del 9 agosto p.v., varerà la proposta di Statuto da sottoporre alla definitiva approvazione del Ministro.
Da tutto ciò la scelta doverosa e convinta di FLC-CGIL, FIR-CISL ed UIL-RUA di rivolgere al Ministro, al Presidente del CNR, al Consiglio di Amministrazione integrato un ulteriore, accorato appello ed invito a stralciare (o, quantomeno, a riformulare in maniera sostanzialmente correttiva), le norme suddette.
Ritorniamo, in proposito, a motivare il nostro diniego su questi punti specifici del progetto di Statuto sottolineando in particolare come essi:
 

- invadono, impropriamente e senza delega,le sfere della legislazione generale, della contrattazione collettiva, e quella dell’autonomia decisionale e gestionale dell’ Ente;
- contraddicono palesemente il dettato e l’indirizzo che giunge da tempo dalle istituzioni europee circa il
- contenimento entro limiti fisiologici i periodi di formazione e precariato dopo di che al giovane ricercatore deve essere riservata una possibilità di effettivo inserimento;
- contengono non solo il rischio di una perniciosa interpretazione retroattiva ma determinerebbero, senza alternative, un impoverimento in prospettiva valutabile nell’ ordine del 15-20% dell’ organico attuale dell’ Ente, impedendo peraltro il reale ricambio e la valorizzazione delle risorse già formate;
- contribuirebbero ad aggravare il deficit italiano di risorse impegnate in attività di ricerca (3% contro il 6% Ue, sul totale della popolazione), in assenza, peraltro, di qualsiasi reale prospettiva di inserimento ed assorbimento in strutture di ricerca imprenditoriali private;
- si aggiungono all’insieme oramai sedimentato di quelle norme (contenimento turn-over, raffreddamento stabilizzazioni e progressioni di corriera, tetti di spesa, stasi negoziale etc.) che già stanno ledendo in maniera pressoché irreversibile la specificità del settore ed una considerazione selettiva della disoccupazione intellettuale nel più vasto panorama del pubblico impiego;
- disincentivano, di fatto, l’impegno dei nostri giovani ricercatori ed il contributo insostituibile che essi attualmente forniscono al reperimento di risorse esterne essenziali alla vita ed allo sviluppo dell’ Ente e di tutto il sistema
 

Se questi restano gli aspetti più critici sui quali le OO.SS. richiamano l’attenzione del Ministro e dei vertici istituzionali e decisionali, per le correzioni di rotta auspicate e dalle stesse ritenute necessarie, restano tuttora aperti i temi del maggiore equilibrio dei poteri, degli spazi di partecipazione, di una più efficace definizione della identità e della missione dell’ Ente.

Distinti saluti.

vedi allegato