Prelievi forzosi sui fondi di progetto ? (Quello che non … parte 3)

Nel torpore autunnale, quando gli orsi tipicamente tendono ad entrare in letargo, compare nell'Ordine del Giorno del CdA del prossimo 22 ottobre una voce all'apparenza innocua ma che in realtà  nasconde qualcosa di particolarmente pericoloso:

LINEE GUIDA DI INDIRIZZO STRATEGICO SCIENTIFICO PER LA REDAZIONE DEL BILANCIO DI PREVISIONE 2021

Dopo il tentativo estivo, sventato nello scorso giugno, di modificare il Regolamento di Contabilità ed impedire il riutilizzo dei residui, persino di quelli dei progetti in corso, il prossimo CdA del CNR si appresta a discutere (e approvare ?) delle linee guida che vogliono dire una cosa semplice quanto ben precisa: autorizzare il piano grave prelievo dai fondi di ricerca della storia del CNR.

Un po' di memoria storica non guasta per riportarci all'autunno di due anni fa quando il CdA si apprestava ad approvare misure molto simili,   la cui portata fu, fortunatamente, ridotta anche grazie ad una mobilitazione della rete di ricerca.

Cosa accade oggi ? A fronte della preoccupante decisione del governo di ridurre il FOE , per la prima volta dopo molti anni  e dopo uno sfavillante  bilancio previsionale del 2020 che utilizzava ottimistici avanzi di bilancio , l'amministrazione si è dovuta scontrare con la dura realtà , passando dal disastro della gestione dei fondi infrastrutturali fino all'approvazione di un bilancio di rendiconto del 2019 da cui sono spariti ben 2 milioni di maggiori entrate realizzate sui progetti e la cui sorte a tuttora misteriosa.

Dunque oggi, riportati alla dura realtà  di un Ente sottofinanziato, l'amministrazione si trova a redigere un bilancio in cui dalle entrate mancano circa 100 milioni per coprire le spese di previste che, ricordiamolo per i più distratti, non servono a finanziare la ricerca ma semplicemente a coprire le spese cogenti a "ricercatore fermo".

Può un presidente ed un organo di governo che si trascina di proroga in proroga (l'ultima al 31/12/2020), con un presidente che verrà  collocato in quiescenza a breve, andare dal governo rivendicando il ruolo centrale della Ricerca e del CNR per risolvere un problema strutturale dell'Ente ?

La soluzione proposta al punto dell'OdG del prossimo CdA è invece molto più semplice e diretta:

  • autorizzare l'amministrazione a ribaltare sugli Istituti le spese per le utenze e per il facility management

  • utilizzo delle risorse giacenti presso l'ufficio Gestione risorse Umane (fra cui i trasferimenti degli istituti per la retribuzione di personale a TD successivamente stabilizzato)

  • il prelievo integrale della quota di personale TI finanziato su progetti di ricerca.

Non sarebbe più semplice dire che il CNR rinuncia a fare ricerca?

Nel frattempo, non è forse il caso di informare la rete di ricerca di quanto sta per accadere ?

Preoccupati saluti
Vito Mocella

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