Cosa è successo Giovedì? i fatti, le mie scelte e le regole

Care Colleghe, Cari Colleghi, Gentili Direttori di Istituto, Gentili Direttori di Dipartimento, Gentili Dirigenti dell'Amministrazione Centrale, Gentili Responsabili di unità, Cari componenti dei CDI, Cari componenti eletti nei Consigli Scientifici di Dipartimento e nei Comitati di Area, Gentili rappresentanti delle OoSs, vi invio la presente con preghiera di diffusione e discussione a/e con tutto il personale.

Che è successo giovedì?

I Fatti

Saluto della Ministra Messa

Come sapete giovedì scorso si è svolto un Consiglio di Amministrazione al quale ho partecipato. Nei giorni immediatamente precedenti avevo inviato alla Ministra una comunicazione nella quale ho sottolineato come - nel periodo di attesa di un Presidente e di un nuovo CdA - una delle cose effettivamente mancate è stata una spiegazione dei motivi del ritardo in una decisione tanto importante. A seguito della mail alla Ministra, avevo comunicato la necessità e l'urgenza di una comunicazione anche al Capo di Gabinetto del MUR.

La Ministra Messa è intervenuta prima del CdA. Rivolgendosi ai presenti, ha sottolineato come il CNR sia centrale nell’ecosistema della Ricerca italiana e come sia necessario un coinvolgimento dell'Ente da protagonista nell’attuazione del PNRR. Ha, inoltre, ringraziato il personale. Importante la comunicazione relativa alla nomina del Presidente e il “perfezionamento” del CdA:

  1. la cinquina è diventata “terzina” a seguito della rinuncia di uno dei candidati
  2. il MUR sta operando verifiche circa la possibilità dell'utilizzo di tale lista, oppure della necessità di soluzioni alternative ( una nuova call?) che, secondo quanto riportato da alcune comunicazioni sembra essere non praticabile
  3. la Ministra ha sollecitato la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome a provvedere alla nomina del proprio referente in seno al CdA in sostituzione dell'attuale Ministro dell'Istruzione, Prof. Patrizio Bianchi.

In ogni caso ha assicurato tempi brevi.

Il CdA

Come sapete, grazie alla comunicazione sul sito web dell'Ente e dalla comunicazione di stamane, il Cda ha indicato il Prof. Lucio D’Alessandro quale Vicepresidente pro tempore dell’Ente. La delibera di nomina fissa, a seguito dell’accordo unanime del Consiglio, il termine dell’incarico del Prof. D’Alessandro all'atto della nomina del nuovo Presidente. Una volta nominato il Presidente, si procederà ad indicare un Vicepresidente in carica fino alla fine del mandato.

La scelta è stata presa in coda ad un confronto durato oltre 2 ore, alla fine del quale il CdA all'unanimità ha indicato il Vicepresidente. Una discussione che ha in visto in campo le tre diverse alternative possibili, tra le quali la Vicepresidenza al Rappresentante del Personale, che non ha trovato favore. Ha trovato favore, invece, la mia proposta di accentuare l'azione collegiale del CdA, attraverso un meccanismo di distribuzione dei compiti che possa consentire, in questa fase di transizione, il pieno protagonismo e l'operatività di ricercatori, tecnologi, tecnici ed amministrativi dell’Ente. Apprezzata la disponibilità del CdA in questo senso, ho votato per il nuovo Vicepresidente, ritenendo (come ho dichiarato ripetutamente sin dalla fase elettorale) che l'astensione non abbia alcun contenuto politico, ma sia solo l'avallo mascherato di chi non vuole correre il rischio di essere impopolare; che il CNR (come detto in una precedente comunicazione) non avesse bisogno di un commissario, ma di un CdA operativo, che occorreva una immediata risposta alle esigenze quotidiane degli Istituti, considerato la necessità di riattivare il meccanismo complesso delle deleghe ai Direttori.

Mi preme precisare che, nel momento in cui ci si è trovati di fronte ad una possibile Vicepresidenza espressa dalla Confindustria, ho reso evidente la mia posizione, affermando che avrei dato voto negativo e non mi sarei presentato nelle riunioni successive. Una posizione frutto di un ragionamento politico, non basata su un'analisi amministrativa delle compatibilità, e nemmeno motivata da questioni personali (metodo che al contrario di altri non utilizzo mai). Credo che un alto Dirigente di una singola associazione di imprese non debba ricoprire il ruolo di rappresentante legale del più grande Ente Pubblico di Ricerca. ( così come credo che il ruolo di consigliere espresso dall’ecosistema delle imprese dovrebbe essere ricoperto da una persona ampiamente rappresentativa di quel mondo in senso generale, così come finora avvenuto. Ma ciò, bene ricordarlo, è una scelta in capo al Ministro).

Molti di voi mi hanno chiesto sulla base di quale ragionamento sono andato in CdA:

  • perché sono il consigliere di amministrazione eletto dal personale,
  • perché credo che chi, come me, aspira all’autogoverno deve mostrare di saper governare in ogni situazione, anche le più difficili,
  • perché, come tutti potrete comprendere, l’auspicio di poter ottenere forme di autogoverno nell’immediatezza è totalmente infondato. Perché ciò avvenga, come auspico, devono intervenire modifiche normative, statutarie e regolamentari che certamente non possono essere assunte nel breve volgere di pochi momenti o azioni. E, soprattutto, perché non deve mancare il passaggio della condivisione di tutto il personale sulla definizione stessa di autogoverno,
  • perché credo che l’associazione potenziale, ed auspicata anche internamente, autogoverno/commissariamento avrebbe svilito la battaglia fondamentale per l’Ente e per tutti noi,
  • perché mi avete chiamato a contribuire al governo dell’Ente, esercitando la mia/nostra autonomia di giudizio. Sono andato in CdA perché la valutazione dei profili di incompatibilità dei consiglieri (che hanno sottomesso le relative dichiarazioni) li valuterò sulla base delle risultanze delle istruttorie dei nostri Dirigenti Amministrativi, e non facendomi condizionare da legittime interrogazioni parlamentari o articoli anonimi di importanti organi di stampa. Ciò perché do il massimo valore alla nostra autonomia, e non cerco conforto altrove, fidandomi della capacità di discernimento dei nostri colleghi ad ogni livello. Perché non ho alcun timore del giudizio di un tribunale amministrativo, quale esso sia, credendo fermamente che chi lavora con onestà può anche sbagliare,
  • perché - lo confesso - sono appiattito sui bisogni dell'Ente e delle sue persone,
  • perché sono certo che voi comprendiate che ogni atto che compio non lo faccio per uno scopo personale, per mantenere o riprendermi con la forza una poltrona persa.

Autogoverno

La Petizione, nonostante un evidente effetto boomerang sul sottoscritto, la considero un momento fondamentale dal quale partire per un grande lavoro diffuso, su tutto il territorio nazionale, sul futuro dell’Ente, facilitato dalle rappresentanze.

L’autogoverno, oltre ad essere un diritto, è una presa di responsabilità complessiva della nostra comunità che deve, tutta insieme, qualificarlo.

INIZIAMO UNA AMPIA DISCUSSIONE PER UN MANIFESTO CONDIVISO

Vi propongo di partire da:

  • definizione e modello di autogoverno (di seguito alcuni spunti)
    • organi di governo, (tipologia, modello elettivo,…)
    • dimensione della rappresentanza all'interno degli organi di governo,
    • livello di partecipazione alle decisioni del personale,
    • autonomia degli istituti nella gestione finanziaria (finanziamenti esterni e FOE).

So che i CdI stanno cercando un canale di comunicazione aperto per poter facilitare la discussione ad ogni livello, anche attraverso azioni virtuose di coordinamento. E’ il momento tutti insieme di provare a proporre un disegno ideale e visionario e bisogna farlo non per assecondare protagonismi inefficaci, ma per l’Ente, rendendo fruttuoso questo periodo di transizione.

Auspico che i CdI, i Direttori di Istituto, le OoSs possano, da subito, facilitare un'ampia discussione sul territorio senza corse in avanti, ma con il massimo coinvolgimento reciproco e di tutto il personale. I colleghi che si sentono “alla periferia del regno” (citazione presa dai cari colleghi della AdR di Torino) devono essere resi pienamente protagonisti di una discussione vitale, ognuno nel proprio ruolo.

Al rappresentante del personale in CdA, ai consiglieri scientifici di Dipartimento, soprattutto gli eletti il dovere del supporto ad ogni iniziativa.

Riflessione: le regole valgono solo per gli altri - chi tratta male il CNR?

In queste ore ho ascoltato e letto un frequente richiamo alle regole. Giustissimo. “Regole e autogoverno” è la chiave di lettura condivisa del momento, pur partendo da posizioni diverse. Ci si domanda, però, perché le regole valgano solo per la maggioranza silenziosa. La regola fondamentale della democrazia è “chi prende più voti vince”. Laddove ci si rivolga a un Tribunale per chiarire dubbi e il tribunale confermi il risultato del voto, chi ha vinto svolge il ruolo per il quale è stato eletto. Perlomeno fino a quando qualcuno, ad esempio con denunce ad hoc, non tenti di fargli giungere qualche avviso di garanzia o simili, cerchi di delegittimarlo con ricostruzioni fantasiose sugli organi di stampa, sottoscriva una lettera (dal contenuto e firmatari ignoti) indirizzata al Ministero per contestarne l'elezione, oppure - chiedendo ripetutamente il rinnovo del CdA in scadenza - “dimentica” di utilizzare la semplice frase “eccetto il rappresentante eletto”.

Le regole alle quali si fa riferimento in queste ore sono, per lo più, relative alle incompatibilità, ma ad esempio ci sono anche i conflitti di interesse. Faccio un esempio. Se contribuisco, con il mio voto in CdA, alla definizione di bandi (ad esempio, nel mio caso, art.15 e ai bandi 367.xxx) e poi partecipo e vinco, sono in conflitto? Secondo me sì. Perciò ho rinunciato alla partecipazione, perché volevo avere la libertà di chi non è in conflitto di interessi o incompatibile con la decisione (votando il bando, incidendo sulla scelta delle commissioni).

Un ulteriore esempio. Immaginiamo ci sia un programma di ricerca che prevede la partecipazione di un numero massimo di progetti targati CNR. Uno dei progetti è del mio Istituto/ufficio. Qualora partecipassi alla decisione determinando la vittoria del mio istituto sarei in conflitto? Secondo me sì.

Se da consigliere di amministrazione eletto sparassi ad alzo zero sull’Ente di continuo, rinunciando, contemporaneamente, a proporre una visione come è avvenuto in questi mesi, con la richiesta di piena riattivazione dei CdI, delle Direzioni di Istituto, l'evento il CNR nel Futuro, la Petizione sull’autogoverno, potrei dire che è solo colpa di altri, la responsabilità dell’immagine di un Ente diviso ed in disarmo?

Oppure il mio compito è far emergere anche tutto il bello dell’Ente, della ricerca, dell’impegno profuso da tutti voi?

A volte - lo dico con grande franchezza - sembra di essere inadeguati agli occhi di chi considera proprio il CNR, ed interpreta la proprietà come l’anteriorità di un modello brevettato e non emendabile da chi prova ad introdurre elementi di diversità. O di chi, dopo tante dichiarazioni di intenti, ha ottenuto il primo, tangibile risultato pubblico, con una petizione condivisa con il rappresentante del personale. Una petizione che ho promosso anche presso gli eletti negli organi di governo degli altri EPR e che hanno molto apprezzato la richiesta di autogoverno, meno la contrapposizione successiva con il MUR e soprattutto con la neo – arrivata Ministra. Contrapposizione che nella Petizione non emerge perché, come i firmatari sanno bene, l'auspicio è duplice. autogoverno ed un rinnovato rapporto con il MUR.

La scelta di proporre la Petizione in modo condiviso voleva percorrere il senso contrario alla contrapposizione: unitario, partecipato, diffuso, ma evidentemente il lavoro è ancora molto lungo ed il rispetto dei ruoli e delle posizioni unidirezionale.

Oltre che alle regole, però, io credo alla Unità, alla sintesi delle differenti posizioni.

Credo, inoltre, che una delle capacità di una persona con una responsabilità importante come la mia sia quella di dimenticare le offese, le insinuazioni, le falsità, l’utilizzo distorto delle comunicazioni, le vignette offensive, gli attacchi spesso anonimi e certi di una gratuita difesa. Credo anche però che la dignità di una persona sia un valore importante così come la dignità dell’Ente e delle persone rappresentate. Il mio dovere è tutelare il CNR e tutelare, per una volta, anche me stesso.

Seguirò l'esempio della Presidenza di una area della ricerca che, a seguito dell'ennesimo gratuito e decontestualizzato attacco al CNR e all’AdR che presiede, ha formalmente protestato per l'articolo di un giornalista, male aggiornato da chi non è dato saperlo, ma certamente qualcuno che asseconda le spinte distruttive che tentano di colpire il CNR. La protesta, elegante e ferma, (essendo quel giornale e quel giornalista attenti alla verità e alle opinioni di tutti) ha ottenuto il giusto riconoscimento e la possibilità di poter raccontare la nostra versione, la realtà della ricerca senza il filtro del sospetto ad ogni costo.

Un abbraccio fraterno colleghe e colleghi

Nicola

Nicola Fantini
ELSE EEN Coordinator
Consiglio Nazionale delle Ricerche- Consiglio di Amministrazione
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